Rassegna storica del Risorgimento

MARTINI FERDINANDO
anno <1975>   pagina <482>
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482 Alberto Aquarone
Se intere famiglie del territorio escluso dal nostro dominio non vorranno ivi rimanere, converrà cercare di allogarle convenientemente al di qua del con­fine, assegnando loro terreni disponibili ed accordando ad esse alcun opportuno favore.
In una parola, preme al R. Governo che il passaggio dall'attuale al nuovo assetto territoriale avvenga pacificamente, senza scosse, evitando disturbi di qual­sivoglia maniera, e, soprattutto, rimuovendo ogni ragione o pretesto di ribellioni che troppo doloroso sarebbe dover reprimere.
VII. Entro la Colonia conterminata nei suoi nuovi confini, sarà da provve­dersi all'assetto militare e all'assetto civile.
La forza numerica degli ascari che presentemente trovansi sotto le armi deve essere gradatamente diminuita.
La diminuzione, agevolata, in parte, dal congedamento degli ascari d'oltre il nuovo confine, dovrà farsi, come già dissi, gradatamente, per non sollevare difficoltà soverchie nei nostri rapporti con gli indigeni.
Vili. Concetto fondamentale del nuovo assetto della Colonia è che l'alti­piano possa governarsi, non più mercé la gestione diretta dei nostri funzionari, ma coU'opera di Capi indigeni. Il governo mediante capi locali è quello, come l'esperienza dimostra, che meglio conviene all'indole di quelle popolazioni. L'Abiesinia intiera, pur riconoscendo l'alta sovranità del Negus, si governa, nel fatto, per mezzo di capi e sottocapi, che nelle loro mani riuniscono tutti i poteri. Non si vede ragione per cui, quando la pace sia pienamente assicurata nel nostro dominio, non possa darsi al governo .dell'altipiano eritreo la fisionomia stessa che esso ha nell'intera Etiopia.
A ciò deve la Eccellenza Vostra tosto rivolgere lo studio, suo. Se la conclu­sione è, in massima, favorevole, come non, ho motivo di dubitarne, sarà da pro­cedersi alla scelta dei capi, ai quali noi siamo disposti, nel limite del ragione­vole e delle indispensabili cautele, a concedere loro ogni occorrente agevolezza, anche con somministrazione di armi, munizioni e danaro.
IX. Il nuovo assetto della Colonia darà agio a meglio provvedere allo svi­luppo economico di essa. A questo intento Ella vorrà volgere assiduo pensiero.
X. Rimarrà, e questo sarà il compito di maggior lena, da provvedersi ad un regolare assetto della colonia dal punto di vista amministrativo e finanziario. Non potrei, né vorrei prefìggerle, a tale riguardo, norme minute e tassative. Desidero, invece, che Ella stessa le tragga da un esame dello stato attuale delle cose e dalla evidenza delle indispensabili riforme.
Finanziariamente, mi basterà questa enunciazione, che è il corollario di voti solenni del Parlamento e della volontà del paese, oramai chiaramente mani­festati. L'Italia non può sopportare, per l'Eritrea, un onere sproporzionato in confronto dei vantaggi che possiamo ricavarne. È impossibile fissare ora il con­tributo annuo normale dello Stato verso la Colonia. Basti dire, in questo mo­mento, che si desidera scendere al di sotto di cinque milioni. Naturalmente, non si può d'un solo tratto scendere dai venti a meno di cinque milioni, ed occorre, invece, procedere a gradi Per l'esercizio corrente, il contributo deve contenersi entro i dodici milioni; e, pel venturo esercizio, si deve fare ogni sforzo per non superare i cinque milioni che saranno inscritti nel bilancio dello Stato.