Rassegna storica del Risorgimento

ARTOM EUGENIO
anno <1975>   pagina <489>
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Eugenio Artom 489
interiore. Un personaggio di secondo piano, a considerarlo dal di fuori, un patriota ignorato ed oscuro, Angelo Usiglio : un gregario, il cui titolo è soltanto la fedeltà all'idea e a chi la rappresenta: compagno devoto di Mazzini, non ha esitazioni, non ammette diserzioni. È un puro, che crede nella causa al cui servizio si e posto con una fede che non conosce dubbi. E appunto perché gregario, appunto perché puro, costituisce uno specchio limpido dell'ambiente che lo circonda, un testimone prezioso, una fonte genuina per la conoscenza del moto mazziniano, nel suo spirito e nella sua realtà, nelle sue ombre e nelle sue luci. Nell'epistolario di Usiglio, Artom trova quel che più risponde al tratto più caratteristico della sua sensibilità di storico: il gusto del dettaglio significativo, il senso della sfumatura, il dono di inserire, attentamente e acutamente, il particolare nel generale.
Le scelte di Artom rispondono sempre ad un richiamo interiore, negli studi come nella vita. Nato in Piemonte, radicato, di famiglia, in Piemonte, risiede a Firenze. Una scelta dettata da ragioni pratiche, professionali, certo. Ma che si con* verte spontaneamente in una scelta ideale. Questo piemontese al cento per cento, non è soltanto fiorentino d'adozione; lo è di natura, nella lucidità del giudizio, nella finezza dell'osservazione, nell'arguzia sottile della battuta.
È da questo identificarsi, questo immedesimarsi con la sua nuova terra, che nasce la Società toscana per la storia del Risorgimento ; nasce come un frutto spontaneo delle sue più intime e profonde vocazioni, la vocazione fiorentina e la vocazione risorgimentale; nasce dal bisogno di dar voce, nella sua terra d'ado­zione, a quegli studi sul Risorgimento su cui si concentrano, ormai, i suoi interessi di storico.
La Società toscana per la storia del Risorgimento acquista in breve un suo volto, una fisionomia: il volto, la fisionomia di questo attento e sottile uomo di studio, di questo seducente uomo di mondo dal tratto squisito e dalla parola arguta, che irradia quel che non sempre succede negli uomini di mondo un vivo, innato calore umano. Con lui, vicino a lui, quasi un altro se stesso, Sergio Canterani, il nostro caro, indimenticabile Camerani romagnolo di orìgine, ma toscano come lui di spirito, di mente, di cuore, l'immagine stessa del toscano, vera al punto da sembrar convenzionale: il sorriso dello humour britannico, il sarcasmo dell'esprit francese, tradotti in termini di arguzia fiorentina.
Artom e Camerani, soci antichi del nostro Istituto, eletti onorari il 18 ottobre 1969, erano riusciti a fare dei convegni della Società qualcosa di unico, qualcosa di veramente loro. Convegni di studio, con rutti i crismi della scienza e del metodo, intesi a radunare quel che v'è di più qualificato nei ranghi della sto­riografia italiana. Ma senza ombra di ufficialità, senza ombra di sussiego; piutto­sto, un'aria di famiglia, un tono che si potrebbe dir casalingo : gente del mestiere, raccolta a discorrere del mestiere. Ultimo tocco, l'ambiente, scelto con cura, con sapiente e ben dosata cura: angoli riposti della provincia toscana, con tutto il colore, e tutto il sapore, della provincia toscana.
Era lui, Artom, a preparare, di volta in volta, il disegno, il programma, in famigliari sedute a casa sua, a Firenze, nella accogliente, pacata eleganza della sua casa fiorentina. Al suo fianco, Camerani, e gli altri, i suoi più stretti collaboratori, la famiglia della Società . Genius loci, Giuliana, l'incomparabile compagna.
Un quadro d'altri tempi? Forse. Certo, una testimonianza umana, che si ricorda con rimpianto, con la nostalgia delle cose perdute. E con un senso di incolmabile vuoto. Un vuoto nei nostri studi. E nei nostri animi.
FRANCO VALSBCCHI