Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO DEL RISORGIMENTO DI MANTOVA
anno <1975>   pagina <498>
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Renato Giusti
degli azionisti per la combinazione di cui in detta lettera essendo già molto innanzi la medesima fu discussa la difficoltà suscitata dalla mia elezione che mi terrà spesso lontano da Milano e quindi impossibilitato ad attendere al Giornale in Milano nell'opera quotidiana della Redazione. Si mise innanzi la necessità di trovar un altro nome e allora proposi il tuo, che fu accolto come puoi immaginarti colla più viva approvazione. In primo luogo perché il nuovo ha da essere un giornale coi fiocchi non fatto come è adesso fatto coi piedi il Gazzettino e in tutta la stampa radicale lombarda si cercherebbe inutilmente una penna più brillante della tua; in secondo luogo perché panni che tu relegato a Mantova in un centro minore e ristretto sii una forza perduta per il partito e quale forza mentre a Milano in un centro politico così vasto e importante, e in un giornale nuovo che diverrebbe il vero organo di tutta la -democrazia radi­cale ridiverresti una forza viva e potente. Saresti letto dalle mi glia ja invece di esserlo dalle centinaia. Di più la piazza di Milano offre a te, parrai, come uomo di lettere, maggiori risorse che quella di Mantova. Ma queste sono tutte conside­razioni mìe di cui tu meglio di chiunque sei in grado di apprezzare il valore. Io ho insistito ad ogni modo perché prima di far capo ad altri tentare non nocet
si scrivesse a te: perché è certo che la tua collaborazione costante in un gior­nale a cui l'esistenza è assicurata indipendentemente da ogni altro introito fino alla fine del '64 [1874] può essere un elemento prezioso di riuscita. Natural­mente ora si devono adeguare gli stipendi al capitale disponibile : ma prosperando il giornale al che si lavorerebbe tutti e tre Bizzoni, tu ed io e gli altri amici
di proposito si penserebbe subito altramente e di più tu avresti una cointeressenza negli utili al pari di Bizzoni la quale può diventar col tempo qualcosa di non indifferente. Perché non si sa quale sviluppo potrà prendere il nuovo foglio, che raccoglierà in se tutte le forze della democrazia. Tu pensaci rifletti e rispondi ma presto perché a dicembre si vuol cominciare. Io ad ogni modo credo non aver fatto male a far questa proposta.
Ciao. Salutami la tua gentilissima Signora e credimi tuo
Felice Cavallotti
n.
A Enrico Ferri
Carceri giudiziarie di Milano
Lettera del detenuto Turati Filippo fu Pietro
Lì 9 agosto 1898
[Milano], mercoledì, 10 agosto 1898 Mio carissimo Enrico,
Con una buona settimana di ritardo mi pervenne la tua del 1 agosto coi saluti affettuosi tuoi e della tua signora. Raccolgo le poche forze che ho per rin­graziarvi entrambi, senza animo né possibilità di parlarvi dell'argomento che più premerebbe. Che potrei dirvi d'altronde? Io sono come stordito dal colpo, e non so né voglio fare pronostici per l'avvenire. Non posso propormi quella rassegna­zione passiva che esige, almeno, una salute normale, un sistema nervoso in equi­librio. Non so dunque che sarà di me appena passato questo intermezzo meno