Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO DEL RISORGIMENTO DI MANTOVA
anno
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1975
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pagina
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501
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LIBRI E PERIODICI
RAFFAELE AURINI, Dizionario bibliografico della Gente d'Abruzzo, voL V; Teramo, Edi-grafital, 1973, in 8, pp. 515. L. 8.000.
Il I volume del Dizionario, pubblicato inizialmente sotto forma di singoli fascicoli spesso monografici e senza legami fra loro, apparve nel 1952.
L'opera esamina gli Abruzzesi che si siano particolarmente distinti nel campo letterario, artistico, politico, militare, e di ogni persona viene data una breve monografia, l'elenco degli scritti editi ed inediti, ed infine la relativa bibliografia.
Il V volume compilato come i precedenti sulla base di questi criteri, è corredato da un indice generale di tutti e cinque i volumi, oltre che da un indice onomastico e topografico relativo al V volume stesso.
GABRIELLA CIAMPI
AURELIO LEPRE, Feudi e Masserie. Problemi della società meridionale nel Sei e Settecento (Storia. Saggi e ricerche, 3); Napoli, Guida, 1973, in 8, pp. 194. L. 3.000.
Il respiro di questo lavoro del Lepre è regionale ed europeo insieme. Se da una parte, come indica il titolo, oggetto diretto dell'indagine è la società dell'Italia meridionale nel XVH e XVIII sec, vista attraverso le unità economiche del feudo e della masseria, dall'altra la ricerca, sorretta da un ampia documentazione archivistica e ricchissima di dati, s'inserisce, con contributi specifici, nel dibattito sull'agricoltura dell'Antico Regime, aperto dalle opere di W. Kula e di B. H. Slicher Van Bath. È in particolare al volume sulla Teoria economica del sistema feudale dello storico polacco che, con la cautela necessaria in un raffronto di realtà tanto diverse, l'A. fa esplicito riferimento, assumendone a modello interpretativo i risultati e verificandone al tempo stesso la validità. Né si può trascurare il parametro marxiano, utilizzato sia per la definizione di concetti singoli quello di settore naturale, ad esempio , sia nell'individuazione dei rapporti interagenti tra il momento strettamente economico, la gerarchia sociale ed il potere politico, sia infine nel riconoscimento della dipendenza, in ogni tipo di società, delle varie forme di produzione da una dominante.
Ricostruendo la vicenda interna strutture della rendita e trasformazioni nel tempo dei feudi abruzzesi dei Santobuono e dei Caracciolo di Villa, nei quali la rendita in natura [era] data esclusivamente da decime e terraggi (p. 29) e il volume delle spese generalmente scarso, e di alcune masserie pugliesi, le cui produzioni erano destinate largamente alla commercializzazione e nelle quali, per l'elevato bisogno di manodopera, era notevole l'incidenza delle spese per il salario sia in rapporto alle spese generali, sia in rapporto al reddito (p. 15), l'A. conclude che, pur nella varietà degli aspetti, è possibile cogliere nella realtà meridionale del Sei-settecento alcune costanti di fondo; e ohe quelle due unità produttive l'azienda signorile o feudo e la masseria , per quanto differenti in sé, non abbiano rappresentato in definitiva che diversi aspetti di una stessa realtà economico-sociale (p. 29). I due momenti, quello naturala dell'azienda signorile e quello con ntercializzato della masseria, non sono, in tale visione, contrapposti, bensì complementari. Non si può accettare, scrive al riguardo il Lepre, la tesi del carattere capitalistico delle grandi masserie pugliesi, dal momento che esse, nonostante alcuni caratteri di modernità, non solo si costituirono anteriormente al Settecento, ma, soprattutto, nulla hanno fatto per spezzare l'impalcatura feudale in cui erano inserite, né hanno avviato un processo di capitalismo agrario. La loro funzione, invece, sia all'interno di un patrimonio feudale differenziato (aziende signorili più masserie), sia nell'ambito generale del regno, restò fondamentalmente sempre la stessa: fornire il grano necessario alla sussistenza ed al commercio del