Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO DEL RISORGIMENTO DI MANTOVA
anno
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1975
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pagina
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509
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Libri e periodici 509
Parole d'introduzione e di chiusura vengono pronunciate da Enrico Cernili, felicissime queste ultime in un parallelo con Carducci che potrebbe fornire lo spunto ad un convegno, la terza Roma e la terza Italia, il Popolo ed Umberto, nel loro difficile e tormentato rapporto dialettico.
RAFFAELE COLAMETRA
Maxinulian voti Mexiko. 1832-1867; Wien, Verlag Enzenhofer, 1974, in 8, pp. 256 con taw. S.p.
Anche se una parte cospicua del volume è rappresentata da un catalogo di quadri, disegni, fotografie, stampe ecc. concernenti la figura e la morte di Massimiliano d'Asburgo, è da dire che la mostra svoltasi nel '74 offre l'occasione per un rapido ripensamento della personalità di Massimiliano attraverso gli scrìtti che alcuni studiosi, come "Wandruszka, Springer, Krause, Anders, Muller ed altri, dedicano alle amicizie, agli interessi culturali e artistici, ad alcuni periodi della vita dell'arciduca austriaco. Ed anche se il nostro interesse è in prevalenza rivolto alla sua azione politica nel Lombardo-Veneto, o al momento dei viaggi o alla questione italiana (per la quale è da vedere R. Blaas, Maximilian, Kaiser von Mexiko, und die italienische Froge, in Der Schiera , 41, 1967, pp. 176-287) particolarmente interessanti ed ampi sono i saggi di Ferdinand Anders (Maximilian und Mexico) sulla base di documenti, memorie e diari, e di Franz Muller che tratteggia la biografìa di Johann Cari Fitrst Knevenhiiller-Metsch, eìn Kampfgefàhrte Kaiser Maximi-Hans von Mexiko. Utile infine la bibliografia (con indicazione di scritti di varia natura e provenienza, dall'Europa all'America) che chiude il volume, arricchito inoltre da varie tavole fuori testo
RENATO GIUSTI
IVAN SCOTT, The Roman Question and the Poivers 1848-1865; The Hague, Martinus Nijhoff, 1969, in 8, pp. XII-390. S.p.
In questo studio l'autore, allievo di Lynn M. Case, narra la storia della Questione Romana tra il 1848 e il 1865, con particolare attenzione al problema dei rapporti tra Stato e Chiesa e alla politica interna delle Potenze coinvolte nei complesso gioco diplomatico.
A mio giudizio l'opera è decisamente poco soddisfacente. Si potrebbe cominciare, per esempio, col criticare le date che aprono e chiudono il libro. È ben vero che Scott ha operato una scelta e tutte le scelte sono arbitrarie ; credo, però, che se ne debbano sempre giustificare i criteri. Dato che Scott non Io fa, nasce il sospetto che egli abbia inteso semplicemente seguire l'esempio del suo maestro che nel 1932 scrisse una autorevole ricostruzione della Convenzione di Settembre: dubbio confermato dal fatto che tra il '48 e il '60 Fautore è eccezionalmente rapido, tanto da sfiorare i limiti del manuale scolastico.
Scott non presenta sostanziali innovazioni sia nel metodo, sia nella interpretazione; non ha aperto nuovi campi di indagine e non si è sforzato di cercare nuove soluzioni, anzi le sue conclusioni lasciano alquanto perplessi.
Egli sembra identificare Io afferma esplicitamente nella introduzione il Riso* girnento con il processo di unificazione. Per lo Scott, più che un movimento complesso da interpretare, la formazione dell'unità italiana non è che una serie di avvenimenti esteriori: trattati, convenzioni, accordi diplomatici, battaglie; dal libro viene fuori quella rappresentazione piuttosto ingenua per cui U Risorgimento si ridurrebbe alla nascita del Regno d'Italia: tesi di cui la storiografia più autorevole, sia italiana, sia straniera, già da tempo ha fatto giustizia.
Il limite maggiore del libro, in ogni modo, consiste nella sua bibliografìa: anche se la parte inglese è sufficientemente esauriente, quella italiana è assolutamente deficitaria;