Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO DEL RISORGIMENTO DI MANTOVA
anno <1975>   pagina <517>
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Libri e periodici
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Francesco Margiotta Broglio ha tracciato il quadro della legislazione ecclesiastica ita­liana dall epoca della destra a quella della sinistra, insieme con atteggiamenti e reazioni del clero nelle sue varie componenti.
H padre Giacomo Martina ha indicato la situazione degli istituti religiosi all'impatto con le leggi eversive, nella cui attuazione ai momenti di rottura si alternarono sforzi per ridurre la tensione o addirittura di collaborazione tra le autorità statali e gli ambienti ecclesiastici.
H bilancio della cultura cattolica, tra la crisi del Cattolicesimo liberale e la rigidezza degli specifici settori ecclesiastici, è stato tracciato da Francesco Traniello e Nicola Raponi. Quest'ultimo ha lumeggiato le posizioni di interessanti personalità, quali Cantù, Tabarrini, Guasti, Tosti, Balan, Finazzi, ed ha segnalato l'apporto della cultura cattolica, nella valo­rizzazione delle memorie guelfe, agli studi storiografici locali, promossi dalle deputazioni di storia patria.
Densa di valutazioni e interpretazioni è la relazione di Pier Giorgio Camaiani sui motivi e i riflessi religiosi della questione romana, dove in particolare viene discusso il cammino storico-ideologico del temporalismo ed i suoi ricuperi in chiave sociale e popolare dopo il crollo dello Stato della Chiesa, con l'utilizzazione strumentale delle libertà garantite dal nuovo sistema e gli esiti, diversamente valutati, di questo sforzo: vengono riferiti al riguardo i giudizi di Piovani su un neotemporalismo verticale, che avrebbe sostituito al braccio temporale dei poteri statali il supporto di moltitudini di laici, incanalate, sia pure indirettamente, dalla Chiesa, e viceversa di Paolo Brezzi su un superamento del tempora­lismo nelle nuove esplicazioni.
Tra tali termini della questione, Camaiani osserva la difficile scindibilità dell'ambito prettamente religioso da quello temporale nella mentalità cattolica tradizionale, prima che un secolare processo di laicizzazione affinasse le distinzioni al riguardo.
Altra parte attraente della sua relazione è quella che configura la portata etica degli atti e delle celebrazioni religiose, le quali sole potevano coonestare pienamente iniziative ed accadimenti agli occhi della maggioranza delle popolazioni, specialmente di quelle con­tadine, cosicché i poteri politici premevano per la consacrazione rituale delle conquiste pa­triottiche e lo stesso anticlericalismo recepiva per contrasto una sorta di prassi sacrale, colle sue cerimonie e i suoi martiri.
La relazione di Guido Verucci delinea l'attacco al mazzinianesimo, in quanto conce­zione religiosa, come momento saliente e preliminare della lotta condotta dalle correnti anti­religiose italiane, iniziata all'interno dello stesso movimento democratico ed operaio, per strapparlo all'influenza mazziniana. Pietro Scoppola ha spiegato con un'analisi della pubbli­cistica e delle varie espressioni ottocentesche i significati via via acquisiti dal laicismo e dall'anticlericalismo, sottolineando il reciproco richiamo, per opposizione, tra l'anticlerica­lismo più rozzo e la più dura intransigenza cattolica.
Un'interessante comunicazione di Silvio Tramontin illustra il lealismo italiano del clero veneto dopo l'annessione della regione al Regno nelle sue motivazioni di fronte alle preoccupazioni e alle accuse mosse da Roma e dal clero delle regioni vicine, motivazioni che circoscrivevano il riconoscimento dello Stato sabaudo ad un ambito territoriale meno vasto di quello conseguito, limitato cioè (oltre l'antico regno subalpino) alle regioni già asburgiche, cedutegli in virtù di regolari trattati, mentre per altre regioni ed in particolare per quelle ex pontificie il clero veneto manteneva un cauto atteggiamento di riserva e latente opposi­zione. Alla luce di questo sottile lealismo, poggiante su circostanze formali, il Tramontin interpreta anche quello nei confronti dell'Austria fino al 1866, mostrando nel contempo le ragioni di contrasto tra la Chiesa ed il giurisdizionalismo asburgico. Vi erano s'intende tra il clero veneto posizioni di più incondizionata apertura verso il movimento nazionale italiano e verso il progresso civile e culturale: Pietro Zovatto ha presentato, in proposito, la figura di don Antonio Cicute e la sua polemica con la Civiltà cattolica.
Diverse comunicazioni sono dedicate alle altre parti d'Italia: si segnala quella di Mario Casella sul circolo di San Pietro in Roma dal 1869 al 1874. Altre riguardano singole personalità e posizioni teoriche e dottrinali, mentre Maurizio Reberschak ha affrontato il tema più generale dell'Opera dei congressi nel periodo formativo ed Anna Talamanca la posizione della scuola tra lo Stato e la Chiesa in un itinerario legislativo culminato in