Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO DEL RISORGIMENTO DI MANTOVA
anno <1975>   pagina <518>
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Libri e periodici
senso laico con la legge Coppino, poi seguita da incertezze interpretative, discontinuità e ripensamenti in una lunga fase di preludio alla rìconfessionalizzazione.
Camillo Brezzi ha delineato gli orientamenti della Massoneria, ridimensionandone l'en­tità, ed ha chiarito l'articolazione dell'anticlericalismo, per esempio mostrando la freddezza e la diffidenza di ambienti massonici verso l'Anticoncilio del Ricciardi, iniziativa poi stu* diata in particolare da Massimo Fiore.
Filippo Mazzonis ha indagato l'impulso della questione romana allo sviluppo dell'in' terna dialettica nella destra e nella sinistra, col formarsi negli anni '60 di due corrispon­denti tendenze nei rispettivi schieramenti: la Permanente ed il Terzo partito di Mordini e B argo ni.
Giovano alla completezza degli atti le nutrite appendici di documentazione.
BRUNO DI PORTO
Carteggio di Bettino Ricasoli, a cura di SERGIO CAMERANI, voi. XXVI: 12 aprile 1867-27 di­cembre 1869 (Fonti per la Storia d'Italia, 120); Roma, Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, 1972, in 8, pp. 494. L. 8.000.
Gli studiosi di storia del Risorgimento hanno certamente un debito di gratitudine verso l'Istituto Storico Italiano per l'età moderna e contemporanea (che, già presieduto da Raffaele Ciasca, manifesta ora, sotto la guida di Armando Saitta, una rinnovata e intensa attività scientifica e organizzativa) e verso la memoria del compianto Sergio Camerani per la pubblicazione dei Carteggi di B. Ricasoli giunti al ventunesimo volume (infatti non sono ancora pubblicati i volumi XVII, XVIII, XIX, XX e XXI che comprenderanno i docu­menti relativi al periodo giugno 1861-giugno 1865). Camerani, dapprima con la collabora­zione di Mario Nobili, poi con quella di Gaetano Arfè, infine da solo, ha raccolto il pre­zioso materiale a volte disperso in poco accessibili archivi pubblici e privati ed ha curato un'opera già imponente e d'indubbio vantaggio per i nostri studi.
In altre occasioni (in Humanitas, 1951, pp. 65-83 e in Rassegna storica del Risorgi­mento, 1957, pp. 535-538), considerando i primi volumi di questi Carteggi, ho notato come la presente edizione sopravanzi di molto quella già curata da Gotti e Tabarrini, non sol­tanto per il rigore scientifico e la completezza con la quale i documenti sono pubblicati, ma soprattutto per l'importanza delle fonti che qui appaiono per la prima volta e che per­mettono una conoscenza più approfondita della ricca personalità di Bettino Ricasoli.
Nei volumi XXII, XXIII, XXIV, XXV, relativi alla seconda fase governativa della bio­grafia ricasoiiana (1866-67), abbondavano i documenti di carattere ufficiale tratti dagli ar­chivi pubblici romani: ora, nel ventiseiesimo volume, tornano a prevalere le carte di Brolio, che rivelano aspetti più personali e privati. È, però, anche vero che Ricasoli, pur lasciando la presidenza del Consiglio con atteggiamento corrucciato e affermando che ormai solo con l'operosità in campo economico doveva svolgersi il Risorgimento nazionale, non abbandono certamente nel 1867 la vita pubblica, alla quale continuò a sentirsi legato non soltanto dai ricordi, ma dalla volontà di rivincita e dal vivo desiderio di realizzare antichi pro­grammi, d'impedire lo sfacelo della costruzione unitaria e liberale.
I documenti pubblicati in questo volume sono perciò molto utili agli studiosi di sto­ria politica per chiarire alcuni aspetti dell'attività ministeriale di Ricasoli e dei suoi col­leghi, ma principalmente per cogliere i caratteri della crisi politica italiana del 1867-69 (nel tempo dei governi Rattazzi e Menabrea) e comprendere l'atteggiamento del barone e dei suoi amici di fronte ad essa.
Le già note inclinazioni psicologiche e morali di Ricasoli appaiono largamente con­fermate da documenti che ce lo mostrano sempre duro con gli avversari e invocante dalla classe politica moderata un indirizzo fermo e coerente. Può risultare senza dubbio fasti­dioso a chi legge questo libro il continuo borbottamento, intessuto di recriminazioni e di rimproveri circa il passato e il presente, del defenestrato uomo politico, ma è anche vero che queste lettere ci offrono un saldo punto di riferimento in un panorama prevalente­mente trasformistico.
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