Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO DEL RISORGIMENTO DI MANTOVA
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1975
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pagina
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524
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524 Libri e periodici
che sancisce la preminenza del Presidente del Consiglio sugli altri ministri. Base di partenza questa che servirà in seguito a Crispi per ampliare le funzioni della Presidenza nei confronti del Parlamento ed a Zanardelli per affermarla anche nei confronti della Corona dopo la crisi di fine secolo. Con Giolitti la preminenza della Presidenza del Consiglio sulla Corona e sul Parlamento è un fatto ormai acquisito; tale preminenza troverà poi la sua conseguenza ed anche la sua degenerazione, dopo la crisi del primo dopoguerra, nel periodo fascista, quando Mussolini ce Duce del fascismo, Capo del Governo, Primo Ministro, Segretario di Stato potrà essere titolare di otto ministeri, dopo aver esautorato il Parlamento e concesso alla Corona solo il diritto di nomina e revoca del Capo del Governo. Dopo questi precedenti, appare giustificabile la cautela dell'Assemblea Costituente nelTaf-frontare il problema della Presidenza del Consiglio, dibattuta com'era tra l'esigenza di dare comunque preminenza alla figura del Presidente ed il timore di offrire in futuro nuovi spunti ad una svolta più o meno autoritaria di tale potere. Ritorniamo al famoso terzo comma dell'art. 95 della Costituzione, con la soluzione di lasciare al legislatore ordinario l'ordinamento della Presidenza, dopo averne stabilito i compiti istituzionali: una soluzione prudente e saggia, ma rimasta fino ad ora lettera morta.
Il lavoro di Roteili è ben documentato e si avvale anche di una bibliografia non strettamente giuridico-amministrativa; avremmo voluto che maggiore spazio fosse riservato ad una comparazione con la parallela evoluzione della Presidenza in Europa e ad un esame dei suoi influssi in Italia. Questa, è bene precisarlo, non è assolutamente una critica all'opera dell'autore che, anzi, fra i suoi molti meriti, ha anche quello di non aver tralasciato la questione, ma vuole essere piuttosto un'indicazione ad ampliare questo settore d'indagine e porsi anche in una dimensione europea, troppo spesso trascurata in lavori di questo genere.
ROMANO UGOLINI
MARIO MISSORI, Governi, alte cariche dello Stato e prefetti del Regno d'Italia (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Fonti e sussidi, 3); Roma, Ministero dell'Interno, 1973, in 8, pp. XHI-579. S.p.
Questo volume contiene i nomi dei ministri di tutti i Governi italiani da quello Cavour del 1861 a quello De Gasperi del 1945; dei prefetti di tutte le province italiane, e dei titolari di alte cariche dello Stato: Segretari generali dei ministeri, Primi presidenti e Procuratori generali delle Corti di Cassazione, Presidenti e Procuratori generali militari del Tribunale supremo di guerra, Presidenti del Consiglio di Stato, Presidenti della Corte dei conti, Avvocati generali dello Stato, Capi di Stato Maggiore militari, Comandanti generali dell'Arma dei Carabinieri, Capi della Polizia, Comandanti generali della Guardia di Finanza, Ragionieri generali dello Stato. In appendice sono riportati i nomi dei ministri della Repubblica Sociale italiana e dei prefetti delle province annesse all'Italia nel corso dell'ultimo conflitto (Cattaro, Lubiana, Spalato).
Appare dunque evidente l'utilità di questo repertorio, che, oltre a raccogliere preziose informazioni che permettono la ricostruzione delle carriere di numerosi personaggi, elenca anche nomi poco noti e difficili da reperire in altre fonti. Resta da elogiare la fatica dell'A., il quale, per venire in possesso di dati e notizie sicuri (titoli nobiliari, cariche parlamentari, gradi militari, date di morte), ha sfogliato, con pazienza davvero certosina, gli Atti e Decreti registrati della Corte dei conti conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato, nonché numerose altre fonti archivistiche e a stampa, elencate nelle note che corredano e arricchiscono il lavoro. Vorremmo, dal nostro piccolo, spezzare una lancia in favore di lavori di questo genere; largamente diffusi all'estero, specie in Francia e negli Stati Uniti, essi non trovano grande popolarità in Italia per l'improba fatica che impongono, cui non sempre viene dato un adeguato riconoscimento. Eppure questi sussidi sono di estrema utilità al lavoro storico, permettendo allo studioso un rapido e facile inquadramento di uomini che, spesso, solo cosi vengono resi disponibili alla grande storia .
ROMANO UGOLINI