Rassegna storica del Risorgimento

CORSICA STORIA 1729-1769
anno <1976>   pagina <4>
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Carlo Bordini
In secondo luogo, dal punto di vista teorico. I due testi in esame si situano nell'ambito di quel filone di pensiero cattolico che, difendendo le prerogative e i privilegi della Chiesa romana e in polemica coll'assolutismo dei sovrani ten­deva a ricondurre la potestà di questi ultimi nell'ambito del diritto naturale, ammettendo per i sudditi, in particolari circostanze, il diritto di rivolta.3) Il giusnaturalismo cristiano, ripreso da varie fonti ma in particolare dall'opera del Suarez, ne rappresenta, dunque, il nutrimento e il supporto filosofico.4) Esso ai sposa all'ortodosso curialismo dell'isola ribelle e alla sua ricorrente rivendica zione di esser posta, in piena autonomia, sotto la protezione dello Stato della Chiesa, e contribuisce a mantenere la vitalità del pensiero giusnaturalista cri­stiano nel Settecento italiano. A questo proposito si pongono diversi problemi, che riguardano la collocazione del diritto naturale cristiano, cosi come fu pro­pugnato e portato avanti dai corsi, nell'età d ell'illuni inismo.
un vasto ceto di piccoli contadini poveri, alieni ormai, non solo materialmente ma anche spiritualmente, da ogni vincolo di servitù feudale) provocato dalla dominazione genovese nell'isola, da un'ottica che si rivela soprattutto sensibile agli interessi della vecchia nobiltà ( i facoltosi non potevano far uso delle armi senza esporsi al pericolo di essere accusati processati e devastati, la canaglia, non avendo che perdere, se ne abusava colla maggiore insolenza soverchiando la gente da bene {ibidem, p. 255), mentre il Natali afferma che coU'espulsione totale de' Genovesi si pianterà nel Regno il Governo Monarchico, cioè d'un solo, con sommo avvedimento' eletto già da' Padri della Patria... Niun può dubitare che il regnar d'un solo Capo sia molto più confacevole alla felicità di un Regno di quel che sia ogn altra forma di reggimento (Disinganno ci!., p. 65). È interessante a questo punto ricordare l'analisi che Rousseau fece della situazione isolana, e che si situa da un'ot­tica del tutto opposta a quella del Salvini: I genovesi egli afferma nel suo Progetto di Costituzione <c si sono accaniti a distruggere la nobiltà, a privarla delle sue onorificenze, dei titoli, a eliminare i grandi feudi: avete avuto una bella fortuna che siano stati loro ad addossarsi ciò che vi era di odioso in un'impresa che voi forse non sareste riusciti a com­piere se essi non l'avessero fatto prima di voi. Non esitate a portare a termine la loro opera... (J. J. ROUSSEAU, Progetto di Costituzione per la Corsica, in Scritti politici di /. J. Rousseau, a cura di P. ALATRI, Torino, 1970, p. 1090).
3) Sulle correnti del diritto naturale cristiano si veda L. BULFERETTJ, L'assolutismo illuminato in Italia, Milano, 1944, pp. 369 sgg., e A. C. TEMOLO, Stato e Chiesa negli scrit­tori italiani del Seicento e del Settecento, Torino, 1914, pp. 33 sgg.
*) Affermiamo che un principe iniquo si dee tollerare quanto più sia possibile... diciamo che prima di fare alcuno attentato contro il tiranno, si dee ricorrere a Dio col-l'orazione e a lui colle suppliche e colle rimostranze; se poi tutto ciò siasi inutilmente ten­tato, e non vi sia altro rimedio per assicurare la conservazione e la tranquillità dello Stato, e per provvedere al ben pubblico, in tal caso sarà lecito a' Popoli di pubblico e comune consiglio, e specialmente de' Primati, deporre nella debita e prescritta forma il tiranno ... a il diritto che ha ogni Popolo di provvedere alla propria conservazione e sicurezza, per esser naturale, è maggiore del diritto che ha un principe sopra i suoi sudditi, il quale in sé stesso è assolutamente umano {Giustificazione cit., pp. 266 e 267). Per la valutazione del posto che il diritto naturale cristiano occupò nella rivolta isolana giova tener presente il fatto che la provinciale cultura corsa, per tutto Parco della ribellione, si mantenne inte­gralmente ecclesiastica, cosi come ecclesiastici furono gli autori delle opere in esame (il Natali, esponente dell 'immigrazione corsa nello Stato della Chiesa, fu vescovo di Tivoli). Sul ruolo della Chiesa e della cultura ecclesiastica nella ribellione corsa sì veda: J. B. CASA­NOVA, Histoire de VEglise corse, Aiaccio, 1931, e I. RINIERI, J vescovi della Corsica., Li­vorno, 1934. L'opera del Rinieri, pur mettendo in ombra l'aspetto politico della rivolta, si rivela comunque una fonte assai preziosa di notizie che permettono di comprendere il ri­svolto religioso ed il ruolo del clero nella ribellione dell'isola.