Rassegna storica del Risorgimento
CORSICA STORIA 1729-1769
anno
<
1976
>
pagina
<
6
>
6
Carlo Bordini
suo governo. Vanno dunque ricercati soprattutto i rapporti che il giusnaturalismo corso ebbe con settori del pensiero settecentesco ad esso più vicini, quali, ad esempio, il Lampreda, scrittore imbevuto di curialismo e al tempo stesso aperto alle idee riformatrici dell'illuminismo, 7J che ebbe un atteggiamento non alieno da simpatia verso la rivolta e fu in corrispondenza con Paoli; vanno verificati i rapporti del filone corso con talune espressioni eversive del pensiero giusna-luralista cristiano del Settecento (quali i cattolici democratici), i loro reciproci influssi e le loro differenziazioni.8)
Va valutata, infine, la collocazione politica che il giusnaturalismo dei corsi assunse nell'ambito del pensiero del secondo Settecento, tenendo presente l'intreccio di eversione e di cautela che lo caratterizzò. Il problema è delicato e di grande interesse e merita uno studio approfondito. Pur non potendo, in onesta fase iniziale della ricerca, giungere a conclusioni categoriche, mi pare di poter notare due fatti: in primo luogo, teorizzare il diritto di rivolta applicandolo ad una situazione concreta ed incandescente come quella della Corsica in armi non poteva non significare, negli anni sessanta del diciottesimo secolo, precorrere i tempi, perché l'insofferenza o la rivolta intellettuale di filosofi e riformatori nei confronti dello assolutismo illuminato non era ancora arrivata a un punto di rottura così radicale ed aperto. Ma in secondo luogo, mettendo in rilievo non le masse contadine in armi, non la rivolta antifeudale e libertaria, ma la partecipazione dei Primati (formulazione ripresa integralmente dal Suarez) alla rivolta, e di essi facendo sentire la voce, il giusnaturalismo corso mostrava un fondo conservatore che si ritrova, sotto altre forme, in alcuni scrittori ecclesia-
7) ...se il popolo tentò prima ogni cosa e non trovò alcuna via onde soddisfare i suoi diritti, non proibisce d'intraprendere la guerra, né la legge naturale, né la divina, né l'Evangelica (GIOVANNI MARIA LAMPREDI, Diritto pubblico universale, traduzione di D. Sacchi, Pavia, 1818, tomo IV, p. 101).
8 Non mi pare che i testi polemici di parte corsa possano essere avvicinati a quella corrente di oc illuministi cattolici , fiorita particolarmente in Toscana, che sono stati in modo più particolare studiati da E. CODIGNOLA, Illuministi giansenisti e giacobini neWItalia del Settecento, Firenze, 1947, pp. 48-68, e questo soprattutto perché la maggior parte degli illuministi cattolici erano mossi da interessi prevalentemente religiosi e culturali (ce In loro prevale l'interesse spregiudicato del ricercatore, dell'erudito, dello storico o per lo meno una disinteressata curiosità intellettuale (E. CODIGNOLA, op. cìf., p. 51) mentre l'interesse politico è quello predominante nei testi polemici di parte corsa. La differenza principale che li separa, inoltre, risiede nel fatto che gli iUunùnisti cattolici gravitavano per lo più nell'ambito del dispotismo illuminato mentre i testi polemici-teorici di parte corsa (cosi come, seppur generalmente per mere ragioni di polemica curialista, facevano tutti gli scrittori di diritto naturale cristiano) tendevano già, seppur in modo autonomo e insieme contraddittorio, a superarlo, giustificando la rivolta in armi contro il sovrano. È interessante notare, a questo proposito, che Giovanni Lami, l'esponente principale della corrente degli illuministi cattolici in Toscana, ebbe sempre, nei confronti della rivolta isolana, una posizione quanto mai cauta, che contrasta con l'appoggio entusiastico di cui essa godè presso gli illuministi e gli uomini di lettere dello Stato leopoldino (si vedano, a questo proposito, le Novelle leu terarie, n. 42, 14 ottobre 1768, pp. 681-682, n. 10, 10 marzo 1769, pp. 145-146, n. 29, 21 luglio 1769, p. 449). Analogo discorso mi pare si debba fare per il bresciano Giovambattista Almici (si veda D. PANIZZA, La traduzione italiana del et De jure naturae di Pufen-dorf: giusnaturalismo moderno e cultura cattolica nel Settecento, in Studi veneziani, XI, (1969).