Rassegna storica del Risorgimento
CAPUTO NICOLA; LECCE (DIOCESI) STORIA SEC. XVIIII-XIX
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1976
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Bruno Pellegrino
ce fosse fomentato dall'attività anticostituzionale di molti ecclesiastici, si soffermava compiaciuto su qualche eccezioner23* dall'intervento e dalle parole usate dal ministro per illustrare l'azione del Caputo, si ricava chiaramente limpor-tanza annessa all'opera del vescovo di Lecce e il tenore della sua partecipazione ai lavori del parlamento : Basterebbe [...] gittare uno sguardo s uH'enciclicle del degnissimo vescovo di Lecce e sulla lettera da lui indiritta al clero nel dì 9 di questo mese,24) per convincersi che, sotto la tutela di pastori tanto zelanti, i ministri dell'altare non possono non nutrire e diffondere sentimenti d'umanità e di concordia, ed inculcare la più profonda riconoscenza verso gli autori della nostra indipendenza. Debbo osservarvi anche, a gloria dell'illuminato vescovo di Lecce, che avendo io manifestato agli Ordinari di questa parte del Regno le risoluzioni di Sua Altezza Reale, di sospendersi la vestizione e professione monastica e di abolirsi il decreto di contrahatur nei matrimoni, monsignor Caputo mi rispose che conveniva fissare il primo provvedimento per statuto nazionale e che il secondo non era stato, prima, da lui adottato, per evitare il carattere della singolarità. Conchiude essere ormai tempo che ciascuno si trovi al suo sito e lasci il posto usurpato dall'ambizione. Felice quel popolo nel di cui seno le autorità ecclesiastiche e civili si danno la mano per consolidare l'edifizio delle liberali istituzioni .
Nella reazione che seguì, Ferdinando I, sottoponendo il 10 luglio 1821 alla S. Sede i risultati di un'inchiesta sul comportamento dell'episcopato durante il periodo rivoluzionario, notava, evidentemente impegnato a mettere in risalto il realismo degli ecclesiastici verso la monarchia borbonica, che soltanto nove vescovi erano stati favorevoli alla rivoluzione e restringeva il numero dei più accesi e responsabili a quattro. Tra questi il Caputo, sul cui capo pendevano secche le accuse del sovrano: Ha covati sentimenti non degeneri dalla sua famiglia rivoluzionaria. Egli li spiegò nella prima occasione di luglio 1820 con omelie e pastorali costituzionali, e con offici di rallegramento, e lodò alla Giunta Prowiso-
a) Cr. A. LEPRE, op. cit., p. 62.
24) Cogliamo qui Focasione per precisare che nonostante un'attività pastorale cosi lunga, a parte la corrispondenza col nunzio in Napoli degli anni 1855-1856 (pubblicata in appendice a B. PELLEGRINO, Aspetti religiosi, sociali, economici del reclutamento sacerdotale nella diocesi di Lecce durante l'episcopato di Mons. Nicola Caputo (1818-1862), in Critica Storica, n. X, n. 1, marzo 1973, pp. 10-78) e pochissime altre lettere di oggetto diverso rintracciate nell'Archivio di Stato di Napoli, nell'Archivio Segreto Vaticano e nell'Archivio di Stato di Lecce, nient'altro di manoscritto ci è pervenuto che potesse illuminarci meglio sulla figura e sull'opera dei Caputo. Nello stesso Archivio Vescovile di Lecce, se pure molto importanti per altri aspetti, si conservano soltanto gli atti di ordinaria amministrazione (visite pastorali, processi di ordinazioni sacerdotali, decreti e costituzioni sinodali del 1831). Come vedremo più avanti a proposito dell'inchiesta promossa negli ambienti vaticani nel 1855-'56 contro il Caputo, il segretario del S. Uffizio, cardinale Macchi, confessava candidamente al nunzio in Napoli: ... Mancano per altro in Suprema i documenti necessari che allorquando nel 1848 incalzando i movimenti politici, per mire prudenziali molte posizioni furono date alle fiamme, e quella pure di esso Prelato ebbe la medesima sorte, conservandosi soltanto alcuni Decreti emanati in diversi tempi... (A.S.V., Archivio della Nunziatura di Napoli d'ora in avanti A.N.N. , scat. 102.
25; Ani del Parlamento dele Due Sicilie. 1820-1821, editi sotto la direzione di A. Alberti, raccolti e ordinati da E. Gentile, con una premessa di M. Sciupìi. Bologna, 1926-1931, voi. I, p. 632.