Rassegna storica del Risorgimento
CAPUTO NICOLA; LECCE (DIOCESI) STORIA SEC. XVIIII-XIX
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1976
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Bruno Pellegrino
pronto a scagionare il proprio clero, accusato spesso di appartenere alla carboneria o ad altre sette,32) interveniva in suo favore fornendo ottime informazioni alla polizia.**) Nel 1821, quando personalmente aveva già scelto di non prendere alcuna misura particolare nei confronti del corpo direttivo e docente del seminario, indiziato appunto di appartenere in gran parte alla carboneria, una disposizione regia del 4 dicembre lo costrinse a destituire dall'insegnamento quegli insegnanti che figuravano negli elenchi formati dalle Giunte di scrutinio per la Pubblica Istruzione sul quadro dei maestri e delle maestre che abbiano spacciato delle cattive massime, che non siano di buona condotta o che abbiano fatto parte delle Società Segrete.34) La tolleranza di tali atteggiamenti, che poteva derivare ancora da un residuo di convinzioni politiche liberaleggianti, indusse ancora il Caputo a non adottare nei 1822 alcuna misura repressiva ned confronti del canonico Pietro Bari che aveva personalmente curato la vendita e la diffusione tra gli alunni del seminario, di cui era vice-rettore, di un opuscolo ispirato ai principi del materialismo, della tolleranza religiosa e del liberalismo.3S)
Lo spazio in cui si poteva muovere io spirito non inquisitorio e non persecutore di mons. Caputo era creato dalle simpatie che tale apertura di atteggiamenti gli poteva procurare presso l'opinione pubblica ormai lontana dal tradurre in atto sentimenti sanfedisti.36) In definitiva le esperienze dei primi tre-quattro anni di episcopato indiscutibilmente caratterizzate da attività politiche, da un lato fanno maturare nel vescovo la decisione di non immischiarsi più per il futuro come del resto vedremo in attività temporali, dall'altro gli consolidano anche la convinzione che è doveroso in ogni caso intervenire a favore dei perseguitati, anche politici : solo così ci si può spiegare come accanto ad alcune dichiarazioni di principio tendenti ad affermare la separazione della sfera temporale da quella spirituale coesistano atteggiamenti che, visti sotto una luce diversa, potrebbero far pensare a posizioni dichiaratamente liberali. In questa chiave interpretativa si può
32) In un Rapporto segreto straordinario sulla provincia di Terra d'Otranto (riportato in V. ZARA, op. cit., p. 195) del generale Richard Church in data 13 novembre 1818, si legge, a proposito dei preti della provincia: Sono i più pericolosi nemici del Sovrano e dello Stato . Ancora nel 1823, ad esempio, erano vigilati per la loro probabile appartenenza alle sette carboniche l'arcidiacono Raffaele Marangio e suo fratello Gabriele, parroco di una delle quattro parrocchie cittadine (cfr. À.S.L., Vigilanza sugli attendibili, fase. 1001).
33) Cfr. A.S.L., Vigilanza sugli attendibili, fase. 1965 e 1600.
**> Cfr. Ibidem., fase. 892. La polizia riteneva il seminario vescovile di Lecce un focolaio di riscaldati (cfr. S. PANAREO, L'Istruzione in Terra d'Otranto sotto i Borboni, in Rinascenza Salentina, a. TV (1936), p. 291. La reazione, aveva tra gli obbiettivi principali, come è noto, quello di operare una vasta epurazione nel settore dell'istruzione pubblica e privata (cfr. G. ClNCAHI, op. cit., p. 30).
35) Cfr. N. VACCA, Un te auto da fé ed un processo per materialismo a Lecce nel 1822, in Archivio storico pugliese, a. XIX (1966), pp. 237-247.
3*) Questo può essere dovuto ad ini clima generale che ormai regnava nella capitale e, in misura diversa, nelle province. È bene tener presente quanto in proposito ha osservato il Lepre, secondo il quale il parlamento, nella polemica col Ruffo, non ricevette certamente a l'appoggio degli strati popolari e della borghesia. C'è però un fatto significativo che va sottolineato a riguardo: l'assenza di un movimento sanfedista di vaste proporzioni. L'arcivescovo di Napoli e quei vescovi che ne appoggiarono l'azione non riuscirono a scuotere il regime costituzionale, che cadde soltanto in seguito all'intervento dell'Austria (A. LEPRE, La rivoluzione, cit., p. 220).