Rassegna storica del Risorgimento

CAPUTO NICOLA; LECCE (DIOCESI) STORIA SEC. XVIIII-XIX
anno <1976>   pagina <18>
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18 Bruno Pellegrino
molti canonici sono rimasti privi di frutti... .43) La conseguenza pratica era che risultavano scoperti rispetto alla precedente composizione una delle 3 dignità, 8 dei 27 canonicati e molte delle 55 partecipazioni44) La piena crisi poi del semi­nario, oltre ad avere quelle ripercussioni sul piano politico di cui già abbiamo parlato,45) si rifletteva in particolare sulla quantità e qualità sia degli allievi, sia dei docenti.46) Per altro verso le rendite dela mensa (700 ducati annui nel 1818) non potevano dare aiuto di alcun genere al Caputo, il quale, data la precarietà della situazione, non poteva pretendere alcunché né dai richi introiti dell'abba­zia di Cerrate, né da quelli meno cospicui ma ugualmente consistenti di una ex­abbazia concistoriale presso Melendugno: l'ima e l'altra, nel territorio della dio­cesi, potevano far gola ai vescovo, ma la prima, ben pingue di rendite , era accollata alla Casa Santa degli Incurabili*di Napoli,47) mentre la seconda, il cui solo affitto rendeva una somma di denaro superiore (800 ducati) a quella della stessa mensa mescovile, era in sequestro presso la Coommissione Dioce­sana di Lecce .48) Lo stato patrimoniale delle stesse parrochie, sia quelle citta­dine, sia quelle di paesi di un certo rilievo della diocesi, sia quelle di villaggi poveri di risorse e di uomini, non consentiva al Caputo alcuna imposizione di tassa straordinaria. Dall'esame di uno Stato degli Introiti ed Esiti dei Beni ap­partenenti alla parrocchia di Santa Maria della Luce, nella città, si deduce la fran­tumazione del patrimonio e la difficoltà per il parroco di chiudere in attivo il bi­lancio annuale: con una rendita complessiva annua di 469.63 ducati ricavati da ben 29 piccole proprietà (3 vigneti, 11 oliveti, 3 seminativi, 1 giardino, 8 case, 3 botteghe), c'è un disavanzo rispetto alle uscite di 62.52 ducati.49) La situazione alla periferia della diocesi era ovviamente peggiore; la frantumazione del patri­monio giungeva a tal punto che ad Àcquarica, una delle zone più povere e meno popolate, per mettere insieme una rendita annua di appena 50 ducati, concor­reva il possesso di ben 11 terreni seminativi, vari capitali censi per un valore reale complessivo di 124 ducati e infine altre 3 piccole chiuse . ?) La parroc­chia di S. Cesario, un centro medio della diocesi, possedeva beni della più varia natura (rendita annua di 517.14 ducati in beni immobili e di 178.03 in capi­tali censi), sparsi per di più nei comuni di S. Cesario, Cavallino, S. Donato, Le-quile e Dragoni.51)
Questo stato di cose, illustrato sommariamente per sondaggi nei punti della diocesi che sono sembrati più significativi ed esemplari, se da un lato ci dà gli
43) ARCHIVIO VESCOVILE DI LECCE (d'ora in avanti A.VX.), Vìsite Pastorali, fase. 208.
*4) Cfr. A.S.V., A.C.C., Relazioni ad Limino, Lecce, 1822.
45) Cfr. sopra nota 34.
46} te ... ex exundantibus praeterilis malis, et maxime ob ecclesiae viduitatem satis, superque diuturnam, qui clini erat scientiarum cultus, qui iuvenes cultiores, quique inven-tutis summi Magistri, et Praeceptores, nuc exoptatentur et expetiuntur (A.S.V., A.C.C., Relazioni ad Limino, Lecce, 1822).
47) A.V.L., Visite Pastorali, fase. 218.
48) Ibidem, fase. 214. Non si era ancora proveduto a darla in commenda da quando l'ultimo possessore, Bartolomeo Lopez y Royo dei duchi di Taurisano, si era sposato, rinun­ciando così ai benefici derivantigli da quel possesso.
*) Cfr. A.V.L., Visite Pastorali, fase. 219. ) Cfr. Ibidem, fase. 215.
51 ) Si trattava precisamente di 7 vigneti, 45 oliveti, 16 seminativi, 2 case rurali, 1 giardino, 1 macchia e di 94 capitali censi (cfr. ibidem, fase. 212).