Rassegna storica del Risorgimento
CAPUTO NICOLA; LECCE (DIOCESI) STORIA SEC. XVIIII-XIX
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1976
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Nicola Caputo tra religione e politica 33
dichiarare non potere né dovere conoscere i motivi che aver potessero la corte di Roma per fare a Ini la insinuazione di che trattasi; dovendosi esso mona. Caputo regolare secondo i suggerimenti della sua coscienza. E che per parte della R.M. non eranvi motivi per fare la stessa insinuazione . I06> In ogni caso Ferdinando II non avrebbe potuto non tener conto dell'opinione pubblica non solo della diocesi, ma dell'intera provincia di Terra d'Otranto, che aveva mostralo molta apprensione per l'allontanamento del Caputo, nei confronti del quale era evidentemente molto ben disposta.107)
Il vescovo potè così far ritorno in diocesi nello stesso anno 1856 e continuare la sua attività, giusto in tempo per assistere agli importanti cambiamenti politici. Il 20 settembre 1860 firmò insieme col capitolo della cattedrale e con altri sacerdoti un indirizzo all'Invitto Generale Giuseppe Garibaldi Dittatore dette Due Sicilie, in cui si sottolineavano il carattere e la funzione prettamente apostolici del ministero sacerdotale, si manifestava rispetto per l'autorità costituita e si avanzava la speranza che gli ordini da essa emanati sarebbero stati sempre cattolici :I08) in sostanza l'adesione al nuovo ordine di cose ma con un po' di diffidenza nei confronti di Garibaldi, Superati i primi momenti di incertezza e le difficoltà in cui si svolse di Plebiscito e constatato che la situazione volgeva alla normalità e necesariamente in un'unica direzione, mons. Caputo nonostante i suoi 86 anni si faceva promotore di un altro indirizzo, questa volta a Vittorio Emanuele; il tono era ora più deciso e confidava sicuro nei sentimenti tradizionalmente cattolici della dinastia sabauda, che certamente non avrebbero tradito il devoto Popolo italiano nei suoi più cari interessi, in cima dei quali è la Sacrosanta Religione cattolica... .Ì(X>) Ancora una volta mons. Caputo era stato l'unico vescovo delle diocesi di Terra d'Otranto e dei pochi di tutto l'episcopato meridionale,110) ad accettare con animo sereno il nuovo ordine di cose e la sua posizione spiccava nel rapporto che il governatore della provincia inviava
106) Ibidem.
107) JQ data 16 maggio 1856 l'intendente Sozi Carafa aveva fatto presente al ministro per gli affari ecclesiastici che la notizia dell'imminente viaggio del vescovo aveva destato in tutta la provincia la più grande impressione atteso l'alta venerazione, che questo egregio Prelato meritamente riscuote dall'universale... Sicché l'allontanamento di lui è destato, e desta il generale rammarico (Ibidem). E a partenza avvenuta lo stesso Sozi Carafa, in data 23 maggio 1856, riprendeva a tessere l'elogio: ce Le rare qualità di mente e di cuore che lo adornano, l'alta virtù, lo spirito Evangelico che lo informa e finalmente 38 anni di governo episcopale gli hanno attirato l'amorevolezza, e la venerazione non solo della Diocesi, ma bensì della intera Provincia, ed ancor di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed ammirarlo (Ibidem). È impossibile a questo punto credere verosimile l'ipotesi avanzata dal De Cesare che a sollecitare la chiarata del Caputo da parte del re fosse stato lo stesso Sozi Carafa (cfr. R. DE CESARE, op. cit., p. 186).
108) XI testo dell'indirizzo in F. STAMPAGCHIA, Lecce e Terra d'Otranto un secolo fa, in AA.VY., Contributi cit., p. 204.
H) Il testo completo delFmdirizzo, datato 16 novembre 1860, è in A.S.N., Min. Eccl. h. 3792, fase. 121. Ma era stato già pubblicato (senza però indicazione della fonte archivistica e con la data del 10 novembre anziché del 16) dal GRECO, op. cit., p. 23. Nel dicembre del 1860 il Consigliere del ministero per gli affari ecclesiastici inviava al direttore del Giornale Officiale il testo défVmdiriazo affinché fosse pubblicato (cfr. A.S.N., Min. Eccl,
b> 3792, fase. 121).
HO) Cfr. A. SCIROCCO, Governo e paese nel Mezzogiorno nella crisi dell'unificazione
(1860-1861), Milano, 1963, pp. 5-7 e 175-181.