Rassegna storica del Risorgimento
CAPUTO NICOLA; LECCE (DIOCESI) STORIA SEC. XVIIII-XIX
anno
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1976
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34 Bruno Pellegrino
il 6 dicembre 1860 sul conto dei vescovi di quelle diocesi, quasi tutte filobor* bollici.,u) Come sempre, si adoperò anche affinché la situazione si normalizzasse al più presto: il medesimo governatore, alle prese con il reazionario e antiunitario atteggiamento provocatorio del vescovo di Nardo mons. Vetta, ricorda come vane seno state ancora le esortazioni di questo degnissimo Prelato mons. Caputo che a mia premura si è prestato a questo lodevolissimo ufficio .,,2)
Probabilmente però mons. Caputo, un po' per l'età, un po' per l'appartenenza ad una generazione e ad un gruppo sociale che non avrebbe mai pensato di assistere un giorno all'unificazione politica dell'Italia, non si rendeva conto delle conseguenze che la politica del novello Governo avrebbe comportato,1U) anche se un tempo egli stesso, nel lontano 1820, aveva intravisto, avanzando coraggiosamente qualche proposta in merito al problema della professione monastica e della proprietà degli ordini religiosi un modo diverso di porsi della Chiesa in seno alla società.
Di li a qualche tempo infatti, partecipando alle polemiche relative al potere temporale, mons. Caputo si schierava contro i preti liberali della diocesi e contro gli alunni del seminario che avevano aderito rispettivamente in numero di circa duecento e di venti, all'antitemporalistico Indirizzo a S. Santità Pio IX > lanciato da un foglio locale all'inizio del marzo 1862.1M) Mons. Caputo faceva comparire appena qualche giorno dopo sul torinese * Armonia una decisa re* plica: Noi sentiamo il dovere di manifestare alle Signorìe Loro, che il Clero di questa Cattedrale non ha parte alcuna nel sopraccennato foglio, eccetto qualche sacerdote che non forma certamente il Clero, uniformandosi a quanto il Vescovado cattolico ha dichiarato, cioè che il potere temporale del Sommo Pontefice è necessario nelle presenti provvidenziali circostanze al libero esercizio del potere spirituale, d'onde il ben esser dela Religione, la salute eterna dei fedeli, ed anche la tranquillità temporale dei popoli dipende. Noi dunque richiamiamo alla mente delle Signorie Loro il dovere di essere uniti al proprio vescovo, ed uni-f orni arsine a quanto da noi e da questo clero, all'oggetto, si è praticato, come ha praticato il clero di Napoli con quello d'Italia .us)
111 ) Il Vescovo di questa Diocesi Monsignor Caputo, non si è assentato dalla residenza, è un probo e meritevole ecclesiastico, gode il suffragio universale, né vi è cosa ad osservare sul di lui conto. Egli quantunque in età molto inoltrata, conserva sane le facoltà della mente ed anche sufficientemente la forza fisica per esercitare il suo sacro ministero. Fu tra i primi a fare atto di adesione al novello Governo, intervenne a tutte le sacre funzioni celebrate all'occasione delle feste, cantando l'Inno Ambrosiano, ed ordinando nella sua diocesi che si ripetesse da tutti i preti il Laudem Regi (A.S.N., Min. Eccl., b. 3790, fase. 98).
m) Ibidem.
,,3> Interessante a questo riguardo la recentisima riedizione (la prima è del 1911) della dissertazione di laurea dello Jemolo, che affronta nella seconda parte del cap. I e nella prima parte del cap. II proprio il tema del dibattito politico e religioso che ebbe negli anni a cavallo dell'unità il suo momento più significativo (cfr. A. C. JEMOLO, La questione della proprietà ecclesiastica nel Regno di Sardegna e nel Regno d'Italia (1848-1888), Bologna, 1974, pp. 78-126).
114) Cfr. Il Cittadino Leccese, a. I, n. 52 (1 marzo 1862) e a. II, n. 1 (8 marzo 1862).
115) Il Vescovo di Lecce e i preti nemici del Papa, in L'Armonia, a. XV, n. 61 (14 marzo 1862).