Rassegna storica del Risorgimento
PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
anno
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1976
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Rosario Romeo
suo confessore professore Ghiringhello,6) mi portai dal Vicario Generale7) il quale mi manifestò su questo riguardo li stessi sentimenti già manifestatimi da Monsignore, eccitandomi però ia portarmi a Pianezza dove in allora dimorava l'Arcivescovo per intendermela con lui. Mi recai dunque immediatamente a Pianezza e quivi di nuovo Mons. Arcivescovo esortandomi all'osservanza del mio dovere m'ingiunse di esiggere assolutamente una ritrattazione, senza la quale non doveva amministrare i Sacramenti all'ammalato od in caso di morte forse nemmeno accordargli la sepoltura ecclesiastica, sul qual'ultimo punto però mi disse di consultarlo di nuovo e, facendomi fin d'allora cenno delle conseguenze che avrebbe avuto questo rifiuto dei Sacramenti, come sarebbe della propria sua detenzione nel forte di Fenestrelle e della soppressione del nostro convento di Torino e forse anche di tutto l'ordine nostro in Piemonte, m'incoraggiò a fare il mio dovere secondo le leggi della Chiesa, rassegnarmi alla volontà di Dio e mi congedò.
Appena ritornato in Torino mi portai subito a parlare al professore Ghiringhello secondo il consiglio avutone da Monsignore e gli manifestai la risoluzione in cui era di non accordare i Sacramenti senza una ritrattazione e lo pregai d'impiegare i suoi buoni ufficii presso l'ammalato affinché si ritrattasse. Egli me lo promise dicendomi però che sarebbe stato molto difficile, tanto più dopo ciò che già erasi publicato sui giornali a questo riguardo nella prima volta, e raccomandandomi prudenta e silenzio. Finalmente la domenica 4 agosto alla mattina venne a trovarmi il professore Gbiringhello e mi mostrò scritta di sua mano una dichiarazione che disse con molta difficoltà aveva potuto ottenere dall'ammalato e che mi portassi a visitarlo; che l'infermo stesso me la avrebbe consegnata sottoscritta di suo pugno; che intanto egli gli aveva rilasciato il biglietto di confessione e che gli portassi pure il SS. Viatico. Poi letta appena la dichiarazione presentatami mi avvidi subito che non bastava come quella che invece di ritrattare si limitava anzi a giustificare l'operato. Lo dissi al professore Ghiringhello il quale insistette affinché non esigessi di più che nulla di più si avrebbe ottenuto; che però andassi io a trovare l'infermo che mi aspettava. Subito mi recai dall'infermo e quivi nel (migliore e più efficace modo che seppi lo esortai lo scongiurai a fare il suo dovere e ritrattare ciò che aveva detto o fatto contro le leggi di Santa Chiesa. L'infermo dopo d'avermi detto che nulla aveva a ritrattare mi chiese poi cosa volevo fare della sua ritrattazione, al che io risposi che l'avrei consegnata all'Arcivescovo il quale ne avrebbe fatto quell'uso prudente che avrebbe giudicato. In fine mi presentò una copia della dichiarazione già presentatami da Ghiringhello alla quale con istento appose il suo nome ed io il mio. Appena di ritorno al convento lessi di nuovo attentamente la dichiarazione suddetta, mi confermai sempre più che non era sufficiente. Andai dal Vicario Generale ed avendogliela fatta esaminare anch'egli fu del mio sentimento, ma suggerì di parlarne tuttavia coU'Arcivescovo. Mi risolsi quindi di partire subito per Pianezza a trovare l'Arcivescovo, sottomettere al suo giudizio la dichiarazione e ricevere li suoi ordini. L'Arcivescovo appena lettala mi disse subito che nulla valeva codesta dichiarazione e che avessi ad esiggerne un'altra più esplicita, ed intanto mi lesse di nuovo una decisione di fresco data dalla Commissione dei teologi colla quale si statuiva che non si
6) Giuseppe Ghiringhello, professore di Sacra Scrittura nell'Università. 7} Canonico Filippo Rovina.