Rassegna storica del Risorgimento
PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
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Rosario Romeo
dalla canaglia. L'Intendente mi rispose: Può ben egli pensare in che posizione si è messo in faccia al publico, del resto credo che non saran più insultati es-sentosi dati gli ordini opportuni e comandati tutti quei Carabinieri di cui si poteva disporre. Ritornai a casa e quivi trovai che la folla dopo di aver percorso in lungo in largo il convento cercando di me, come mi dissero, dopo di aver messa sottosopra la camera dove si prendeva in comune il caffè che ci fu versato per la stanza e derubati i cucchdarini di poco valore, dopo di aver devastato in parte il giardino esportandone i frutti immaturi che insieme ad altre immondizie gettarono nella mia camera per la finestra, si ritirarono portando seco un cappello di un converso che servì poi loro di trastullo in Piazza S. Carlo. Al mio ritorno però non trovai più nessuno altro che i religiosi un po' spaventati, ed essendo le ore otto ci disponemmo per andar alla sepoltura.
Giunti alla casa del morto e fatta la solita levata del cadavere, mentre traversava le stanze per discendere in strada sentii fra gli altri uno che mi fu assicurato essere il deputato Tecchio18) che mi disse essere io un scellerato, indegno di portar le divise da parroco. Disceso in strada e fermatomi avanti la porta aspettando che la processione s'incamminasse fui insultato da un ufficiale della Guardia Nazionale che mi stava accanto e che non conosco. In questo mentre la folla che mi stava di rimpetto si spinse avanti e tentò gettarmisi addosso, fu però trattenuta dalla Guardia Nazionale, la quale diceva loro che rispettassero almeno la funzione religiosa. Come Dio volle fummo schierati e si {.sic] incamminammo ed intuonai il canto del Miserere, il quale però lungo la sepoltura si dovette interrompere di tanto in tanto impediti di cantare dalli altissimi urli e fischi che si fecero sentire più o meno durante tutta la processione che durò due ore intiere passando per la contrada dei Conciatori invece di Porta nuova e prolungandosi sino in contrada di S. Filippo da dove si volse alla Piazza S. Carlo e traversandola entrò in Chiesa. Osservai durante tutto il tragitto che la Guardia Nazionale affettò sempre di lasciarmi solo tenendosi discosta ed alcuni di più indicandomi alti spettatori con termini ingiuriosi. Dietro me però m'accorsi che vi erano da cinque o sei Carabinieri travestiti ai quali viddi più di una volta il Primo Ufficiale degli Interni dare degli ordini.
Arrivati pei sul principio della Piazza S. Carlo per traversarla, quivi il convoglio si fermò quantunque si fosse fermato pochi minuti prima. Mi rivolsi per vedere qual fosse il motivo di tal fermata, riddi alcuni che mi davano delle occhiate significative e ridevano, fra gli altri il Sig. Primo Ufficiale degl'Interni, e nello stesso momento si alzò dall'innumerevole folla che riempiva la piazza un rumore tale di urli e di fischi ed imprecazioni che non fu più possibile cantare il Miserere. I preti della sepoltura volevano fuggire, furono però trattenuti dalla Guardia Nazionale ed a passo più lento del solito si arrivò finalmente in Chiesa, nella quale entrando sentii uno della Guardia Nazionale che mi disse queste precise parole: ringrazia birbante che ora puoi essere al sicuro . Non vi badai e continuando sino all'aitar maggiore là si cantarono le esequie con tutta quella precisione, con tutte quelle cerimonie che son solite a farsi nelle altre sepolture, senza aver mancato in un Amen. Vi furono però alcuni massime della Guardia Nazionale i quali, pretendendo d'intendersi di ciò che non è il loro affare, mi rampognarono di non aver acceso abbastanza candele, di non aver suonate le campane, e volendo rimediare essi se ne cor-
18j Sebastiano Tccchio era deputato di Venasca.