Rassegna storica del Risorgimento
PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
anno
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1976
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Rosario Romeo
Al ricevere questa ordini risposi all'Intendente che avrei obbedito per necessita, che però credeva mio dovere di protestare a nome mio e di tutti i miei confratelli conferò la spogliandone che soffrivamo e contro la violazione delle leggi canoniche, raccomandandogli intanto il nostro portinajo infermo che non avrebbe potuto venire con noi. L'Intendente mi rispose che protestassi pure, ma che protestassi per iscritto e che riguardo all'infermo sarebbe stato trasportato all'Ospedale dei Cavalieri. Scrissi la protesta e gliela consegnai.
Subito dopo per le mie stanze e per le stanze di tutti gli altri religiosi furono distribuiti Carabinieri travestati, guardia nazionale ed apparitori i quali dovessero tenerci d'occhio ed osservare ciò che prendevamo. Il Questore mi sequestrò tutte le carte fra le altre la lettera autografa di Monsignore con alcune copie delle varie dichiarazioni presentatemi per parte di S. Rosa unitamente alla ritrattazione che si esigeva scritta dal pugno del P. Girò. In questo mentre arrivarono il Cavalier Teologo Perini2,) ed un altro prete quai delegati dall'Economato a prendere possesso, come dicevano, della roba nostra. Intanto noi andavamo raccogliendo un pò di bagaglio nelle valigie le quali furono visitate scrupolosamente dagli agenti della Polizia, massime per istigazione dei delegati dell'Economato, i quali vollero subito sapere se eranvi denari in cassa ed avendo noi risposto che se ve n'erano eran nostri, risposero volerne almeno sapere la somma e la prowenienza. Infatti frugando la valìgia del P. Villa trovarono un peculio e sulla mia asserzione che erano denari a suo uso privato glielo restituirono, esigendone però una quitanza in regola. A me poi avendomi trovato un sacchetto di moneta, da me già destinato per dividerlo in caso di bisogno tra i singoli religiosi, a stento me lo lasciarono per l'uso destinato, pretendendo però che li numerassi; al che avendo io risposto che aveva altro a fare in questi momenti e contava -di darne una manata per ciascuno, il Cav. Perini, presi alcuni tra Carabinieri travestiti e guardie nazionali, gli fece numerare e ce li distribuì in parti eguali di cinquanta franchi e mezza cadauno. Due altre somme poi che frugando ritrovarono, delle quali sul momento non seppimo dir loro cosa fossero, come non lo saprei neanche adesso, se le ritennero. In tutto questo frattempo mi raccontarono gli altri religiosi che non eran nemmen padroni di girar per il convento, e dovendo andare al luogo comune furono scortati da una guardia.
Finalmente fummo avvisati essere arrivate le vetture; discendemmo accompagnati da varie guardie sino nel corridoio dove trovammo l'Intendente Generale, il Sindaco ed altre persone. Quivi fatta la nostra rassegna uno per uno, e schierati quei per Alessandria alla destra e quei per Sai uzzo alla sinistra,22) ad alta voce ci chiamarono a nome, di mano in mano facendoci montare in vettura. Affacciandoci alla porta viddimo la contrada e buon tratto della piazza circostante gremita di popolo, tenuto però ad una certa distanza da molti Carabinieri e numerosa Guardia Nazionale. Montati in vettura c'incamminammo a passo lento verso la contrada della Provvidenza, salutati da altissimi urli fischi ed imprecatami e scortati dalla Guardia Nazionale e dai Carabinieri, dei quali un brigadiere era con noi in vettura e due altri fuori col vetturino. In questo modo andammo sin passato l'imbarcadero, dove la Guardia Nazionale si fermò
21 > Luigi Perini, dell'Economato regio ed apostolico de* vescovati ed abbazie vacanti. 22> Il Risorgimento* 8 agosto 1850, informa che dei 15 padri serviti, 5 andarono ad Alessandria e 10 Saluzzo.