Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO DI CAPRERA
anno <1976>   pagina <62>
immagine non disponibile

62
Alberto M. Ghisalberù
dorme l'eterno sonno colui che da San Antonio del Salto a Digione si era bat­tuto per la libertà non solo della sua patria.7)
Cominciò allora un animato carteggio tra il nostro Istituto, la Direzione generale delle Accademie e Biblioteche e quella delle Antichità e Belle Arti per cercare un destinatario valido alla protesta del dottor Campanella e, soprattutto, capace di porre fine all'incresciosa presenza. La conseguenza di quegli scambi epistolari fu il riconoscimento che le due Direzioni generali non solo erano innocenti, ma non potevano far nulla, come comunicava la seconda -il 14 maggio 1965, in quanto Pisola di Caprera, pur essendo soggetta, per la sua importanza storico-artistica, alla legge 1 giugno 1939, n. 1089, è in consegna e uso alla Marina Militare la quale unitamente alla Direzione Generale del Demanio è com­petente a concedere in affitto zone ed aree che esistono sul compendio anzi­detto .
Meno male che, a lenire in qualche modo la ferita, il Sottocapo di Stato Maggiore aggiunto della Marina (alla quale Caprera, dichiarata monumento nazionale, era stata affidata nel 1907) aveva già risposto, il 27 aprile, ad una richiesta direttagli fin dal 5 febbraio dal Presidente dell'Istituto che questa F.A. può assicurarLe di avere già provveduto ad impartire precise disposizioni al competente Comando M.M. in Sardegna, affinché, specialmente durante il pe­riodo estivo, venga predisposto un efficiente servizio di vigilanza, in modo da evitare che persone in abiti succinti e poco consoni alla solennità del luogo sacro per le gloriose memorie che vi sono conservate, si avvicinino ed entrino nel comprensorio della tomba di Garibaldi e che il contegno dei visitatori occasio­nali rispetti sempre tale esigenza . Quanto tempo era trascorso dalla appassio­nata filippica del Campanella!8)
Ma doveva passare ancora un decennio prima che i figli della generazione del Risorgimento, dalla quale avevano ereditato il rispetto per quella grande età, potessero apprendere che, finalmente, si era attuato il tante volte e sempre invano invocato restauro e riordinamento di quello che, burocraticamente, era definito comprensorio della tomba di Garibaldi . Anche se il rispetto non aveva im­pedito Tesarne e la valutazione critica di uomini e di eventi le auspicate nozze, come fu detto un giorno, tra le vestali del mito e i pretoriani della scienza in molti la tradizione famigliare sapeva conciliarsi con la necessità della revi­sione senza diventare mai demitizzazione e dissacrazione. Quel professore fuori ruolo, il cui padre era nato nel Sessanta, non poteva dimenticare di aver salutato bambino nella casa padovana dei suoi parenti un dignitoso magro signore chiuso in una austera redingote, dal quale aveva avuto in dono un biglietto di visita con la scritta Maggiore Carlo Plona - dei Mille , quel tale caporale P.... della prima edizione delle Noterelle dcll'Abba sempre pronto a raccontare a suo modo la scena famosa della scodella tiratagli in faccia da Nino Bixio sul ponte del Lombardo.9) E, più tardi, a Roma, l'educazione garibaldina continuava quando era condotto ai funerali di Menotti Garibaldi e il vecchio portiere della
7) Ved. di lui Giuseppe Garibaldi e la tradizione garibaldina. Una bibliografia dal 1807 al 1970, 2 voli., Grand Saconncx, Ginevra, Comitato dell'Istituto internazionale di stadi garibaldini, 1971.
8 II copioso carteggio si conserva nell'archivio amministrativo dell'Istituto per la storia del Risorgimento, al Vittoriano.
9) Ved. oltre l'Abbo, CABLO AcRATI, / Mille nella storia e nella leggenda, Milano, Mondadori, 1933, pp. 141-142.