Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO DI CAPRERA
anno <1976>   pagina <63>
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Rivive il Museo garibaldino di Caprera 63
casa di via Cairoli, un sor Ulisse di San Quirico d'Orcia, Ira una sbornia e una enciclopedia di bestemmie, come fu detto altra volta, mostrava a lui e alla sua sorellina, testimonianza autentica della partecipazione personale a Mentana, la lunga cicatrice di una sciabolata papalina sul suo capo alla Yul Brinner.10)
La validità del mito aveva trovato conferma, dopo Caporetto, anche al fronte, dove un colonnello che si vantava di tradizione garibaldina , il coman­dante del 271 fanteria (Brigata Potenza), annunciava ai suoi soldati come im­pegno di fede di avere addirittura -sostituito il ritornello del segnale di reg­gimento con quello dell'Inno mercantiniano. E gli antiretorici pistapauta in grigioverde dimostrarono con il proprio ardore e con il proprio sacrificio nella battaglia del giugno e a Vittorio Veneto di avere bene inteso il valore della intimazione: Va fuori d'Italia, va fuori ch'è Fora, - va fuori d'Italia, va fuori, o stranieri .
Gli annuali pellegrinaggi a Caprera per il 2 giugno erano occasione non solo di retoriche rievocazioni, ma di commossi incontri tra superstiti, sempre in minor numero perché la morte, che non era riuscita a coglierli giovani sui campi della lotta, li ghermiva ora che, vecchi e stanchi, dovevano assistere all'accapar­ramento del mito da parte di uomini d'altra camicia. ") I quali non potevano con­dividere la seria e ammonitrice interpretazione di Garibaldi dovuta a un nobile Maestro che, credente in una Italia senza aggettivi , si rifiutava di inserirlo fra i troppi precursori del loro movimento, come era capitato, per facili mo­tivi di colore, a Giovanni dalle Bande Nere. Garibaldi ebbe coraggio personale e virtù cospicue di condottiero non affinate dallo studio, ma illuminate da un ideale di Patria. Questa concepì costituita in uno Stato indipendente all'estero, fondato all'interno sulla sovranità del popolo e retto con leggi liberali che, con­sentendo la critica e la elaborazione di tutti i cittadini, potesse facilmente essere corretto e rimaner sempre a servizio della collettività senza il predominio di famiglie o di caste privilegiate. I diritti conquistati per il popolo italiano, non negò agli altri popoli, escluse sempre l'egemonia di un popolo sopra gli altri, e se parlò spesso della grandezza di Roma, lo fece per offrire ai singoli concit­tadini un esempio di patriottismo, ma non pretese mai di restaurare, sia pure sotto forme nuove, l'Impero Romano . 12>
È merito grande di Giovanni Spadolini, primo titolare del ministero per i Beni culturali e ambientali e, durante la troppo breve sua presenza al Governo, costante e attivissimo incitatore e realizzatore di opere valide in ogni campo del vasto settore che gli era affidato, se il comprensorio o compendio garibal­dino di Caprera ha riacquistato sicurezza e dignità. La competenza di qnesto autentico uomo di scienza, che ha sempre saputo associare nelle sue ricerche e nelle sue interpretazioni risorgimentali la serietà metodologica alla compren­sione di quel passato cui maggiormente si rivolge il suo interesse, è stata alla base anche del riacquisto di Caprera.
Che fu davvero impresa meritoria e non facile, effettuata con intelligente impegno e, riconosciamolo, con devozione dalla Soprintendenza ai monumenti
JO) Ved. A. M. GHISALBERTI, Maestri e compagni di strada, Città di Castello, Tiferno Grafica, 1972, pp. XIII-XVII.
il) L'ultimo dei Mille (942 dell'elenco ufficiale), il genovese Gio. Batta Egisto Sivelli, gi è spento novantunenne a Genova il 2 novembre 1934.
12) MICHELE ROSI, Dizionario del Risorgimento nazionale, Milano, F. Vallardi, 1933, voi. Ili, p. 199.