Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO DI CAPRERA
anno
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1976
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pagina
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73
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Libri e periodici
73
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Per finire, qualche parola sull'edizione. Ho già detto dell'introduzione di Carlino Sole; la accompagnano un profilo biografico scritto da Bruno Josto Anedda e un'altra diligente introduzione in cui Tito Orrù esamina a fondo II Diario Asproni e la Sardegna e ne sottolinea l'autonomismo come il maggiore e più originale contributo di pensiero. In stridente contrasto con l'accuratezza della presentazione stanno la singolare abbondanza degli errori di stampa e l'indice dei nomi. Se per i primi si può parlare di deprecabile negligenza, la grossolanità del secondo induce a più severe considerazioni, sia che i curatori tralascino di includervi personaggi come Lord Russel (sic) o Cavaignac o Lamartine o Palmer-ston, dei quali non è pensabile che non siano riusciti a trovare il nome; sia che stampino nomi del tipo di Wiesman per Wiseman o Rossellini per RoselJini, oppure non si accorgano che il colonnello Caoci e il colonnello Caucci Molara sono la stessa persona o aspettino che all'attentatore di Napoleone III Asproni, dopo averne parlato a lungo, dia finalmente il nome di Luigi Pianori per comprenderlo nell'indice, ovvero, posti di fronte a figure di secondo piano, le trascurino disinvoltamente come se non fossero nemmeno citate, tanto da legittimare il sospetto di trovarsi davanti a un caso di palese disprezzo per le leggi elementari della filologia. Nella Premessa in apertura al volume si precisa che si è voluto evitare di proposito ogni apparato critico; ma allora non si capisce perché persone certamente degne, ma di non eccelsa fama, come un Priamo Pisano Marras o un Francesco Cannas di Ulassai, debbano avere in nota la loro bella biografia, mentre chi ha la sfortuna di chiamarsi Lord Raglan o Canrobert o Walewski non abbia il diritto di vedersi compreso nell'indice dei nomi. Se non vado errato, l'onore della biografia di personaggi di questo calibro è riservato, forse in omaggio alla sua qualità di decano della diplomazia europea, al solo Nesselrode. Senza contare che per molti personaggi l'indice è incompleto: Rubattino, per esempio, compare anche a p. 264, oltre che alle pp. 509 e 607 che gli assegnano i compilatori; Lizabe Ruffoni, che lo segue, prima che a p. 652 è citato a p. 502; e via di questo passo. Molti sono i cognomi storpiati e non è facile capire chi sia il responsabile visto che agli editori è sconosciuto l'uso del sic; di tanto in tanto poi ci si imbatte in qualche e sto dopopranzo (a p. 197 e a p. 266 per esempio) che naturalmente va letto e subito dopopranzo , come conferma lo ce sto dopo mezzogiorno di p. 670. Visto che la fatica editoriale è solo all'inizio, sarebbe augurabile che nei volumi che seguiranno i curatori si rendessero conto del fatto che l'indice dei nomi è uno strumento indispensabile per la consultazione di testi così vasti; e che d'altra parte un elenco incompleto o erroneo, oltre a non svolgere la sua funzione, ha anche il difetto di portare fuori strada chi se ne debba servile. Un ultimo suggerimento che mi permetto di dare ai curatori della pubblicazione è, infine, quello di comprendere nell'indice anche i titoli dei giornali ricordati nel testo. Un testo che proprio per la sua importanza va onorato con un apparato filologico adeguato.
GIUSEPPE MONSAGRATI
MARGHERITA PETROBOM CANCABINI, Camillo Vgoni letterato e patriota bresciana, voi. I (Regione Lombardia, Fonti e sussidi, 1); Milano, SugarCo, 1974, in 8. pp. 355. S.p.
La biografia di Camillo Ugoni si sviluppa in una duplice direzione: l'esame approfondito e la rivalutazione dell'opera letteraria in quanto riconsiderazione sistematica della letteratura italiana sulla scorta di a alcuni esempi storiografici stranieri (p. 155) originalmente rielaborati, anche se con il limite del tradizionale gusto settecentesco per l'erudizione l'analisi critica del sentimento patriottico e della partecipazione alle vicende politiche.
questo secondo aspettò per noi particolarmente interessante. L'A., valendosi del ricco Epistolario dell'Ugoni (che verrà pubblicato nel secondo volume dell'opera) esamina approfonditamente la posizione dell'uomo bresciano soprattutto negli anni dal 1818 al 1822.