Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO DI CAPRERA
anno <1976>   pagina <76>
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Libri e periodici
spazio politico , ovvero di stabilire entro quali limiti andasse portata l'azione politica e sociale dei cattolici.
Interessante, ad esempio, l'analisi che il Medolago compie della situazione della so­cietà dell'epoca: la crisi della società e dell'uomo trova i suoi responsabili nella e rivolu-zione , e cioè nel pensiero liberale individualistico e laicista: la sua espressione econo­mica, il capitalismo, ha trasformato in conflittuale il rapporto, un tempo pacifico, tra lavo­ratori e padronato. Questa analisi della società, e soprattutto l'uso del termine rivolu­zione uso che poi scomparirà progressivamente in quella accezione nella pubblicistica cattolica denotano il chiaro influsso di De Maistre, di cui lo stesso Medolago era lontano discendente. Tale impostazione del problema permetterà ai cattolici di sviluppare ideologi­camente una notevole polemica nei confronti del mondo liberale con forti note di carattere sociale, denunciando apertamente la condizione di talune categorie di lavoratori. Le diffe­renze tra la posizione cattolica e quella socialista emergeranno in un secondo momento, quando cioè si tratterà di proporre una diversa società che superasse le manchevolezze che entrambi i movimenti (cattolico e socialista) notavano nella società liberale: alla lotta di classe socialista i cattolici opporranno il tema della collaborazione tra le categorie, nel nome di una visione morale ed organica della società.
Questi i cardini del pensiero sociale dei cattolici, che nel primo capitolo dell'opera in questione emergono solo talvolta dall'analisi dell'Autrice, ma si evidenziano piuttosto attraverso le ottime e precise citazioni di Statuti, documenti, ordini del giorno e soprattutto di artìcoli tratti dai maggiori giornali del mondo cattolico lombardo.
Ci è parso che l'Autrice abbia preferito lo studio dell'azione pura e semplice, trala­sciando l'analisi delle motivazioni prime che pure questa azione hanno determinato. Ciò, a nostro avviso, è dovuto al fatto che l'Autrice mostra di credere poco a tali motivazioni ideologiche e culturali, ritenendole insufficienti: ad esempio, pare che le sia incomprensi­bile un pensiero sociale non classista, che cioè non considera la lotta di classe come stru­mento di azione. A pagina 14, infatti, si legge, a proposito della contrapposizione tra le Società di Mutuo soccorso cattoliche e le Società operaie massoniche che nelle prime è già: pienamente evidenziata la fondamentale funzione antisocialista e filopadronale che i cat­tolici assegnavano alle loro società . Laddove per l'Autrice i termini a antisocialista e filopadronale rappresentano lo stesso concetto; la funzione a filopadronale dei catto­lici poi è detta fondamentale , e quindi non rappresenterebbe secondo l'Autrice una scelta contingente adottata in contrasto con i presupposti teorici, ma una posizione già chiaramente assunta in partenza e di proposito. E ciò in contrasto con i principi interclas­sisti sempre ribaditi dal pensiero cattolico, come del resto la stessa Osnaghi Dodi più avanti mette in rilievo.
Molto puntuale e ricco di spunti interessantissimi il secondo capitolo, sulle Società di Mutuo soccorso. La fatica della Osnaghi Dodi quella della ricerca e della elaborazione dei documenti e degli statuti di queste società, nate in paesi anche piccoli, ed assai diffuse nelle zone periferiche di Milano permette di delineare la fisionomia di queste associa­zioni che dell'interclassismo facevano un punto di riferimento costante. Il loro carattere spesso paternalistico e strettamente confessionale non impedì che, attraverso la loro diffu­sione capillare, i maggiori temi sociali e politici venissero discussi e conosciuti da un pub­blico notevolmente vasto: lo sciopero, la vita amministrativa, l'organizzazione di un'intelaia­tura del movimento cattolico a base effettivamente popolare, il passaggio da un impegno cristiano strettamente personale ad un impegno di più ampio respiro sociale furono alcuni dei temi che il mondo cattolico milanese andò elaborando attraverso l'esperienza delle So­cietà di mutuo soccorso.
Le ripercussioni della Rerum Novarum. la figura di don Davide Albertario, l'impulso all'azione provocata dall'Opera dei Congressi, sono gli argomenti trattati nel terzo capitolo. A proposito degli accenni alla Rerum Novarum, occorre ribadire alcune osservazioni che già precedentemente sono state espresse: e cioè che sarebbe stato forse utile chiarire come nell'ambiente milanese si manifestasse quello sforzo di aggiornamento dei temi classici della tradizione sociale della Chiesa, che produsse ad altri livelli il pensiero di Toniolo e