Rassegna storica del Risorgimento

CARLO ALBERTO RE DI SARDEGNA LETTERE; CARTEGGI (CARLO ALBERTO-M
anno <1976>   pagina <393>
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Libri e periodici 393
rapporto del Prefetto di Genova, risalente al periodo delle elezioni del 1865, contro i mestatori , propagandisti del Mazzini e tra i più attivi e pericolosi viene annoverato appunto il Guerrazzi.
Per tornare al volume, il Badaloni non ha difficoltà nel riconoscere la generosità del-1 impegno del Guerrazzi e la sua profonda onestà di intenti, che, revocata in dubbio dagli antagonisti * moderati ', nel '49 sarà delusa nei suoi grossi obiettivi dal tradimento del Granduca.
D'altra parte, la lezione di quegli avvenimenti peserà fino alla morte sul livornese, sempre coraggioso, virile neoghibellino , pronto alle polemiche, contrario alle ideologiz-zazioni ma condannato all'isolamento in un'Italia, di cui non recepirà la sottigliezza del sostrato politico e degli altri ingredienti sostanziali, invero spesso sfumati.
La fortuna di F. D. Guerrazzi come romanziere è studiata dal Romagnoli, con ancoraggio ad una tesi di fondo, difficile da rifiutare, secondo la quale il Guerrazzi uomo di azione, eppure nient'affatto o pochissimo capace di paziente opera di proselitismo e d organizzazione, consentendo anche il temperamento, adoperò la penna per scuotere e non per persuadere .
La relazione del Della Peruta {La Democrazia toscana tra la prima e la seconda Gio­vine- Italia), ricca di accenti originali e penetranti, delinea la vita e l'azione dei democra­tici toscani, aperti con accentuata sensibilità verso i ceti popolari, all'ombra dell'organizza­zione mazziniana, cui non pub essere sottratto il merito di aver determinato <t un salto qualitativo del movimento nazionale .
Nell'ultima relazione Luca Toschi, nel ricordo del lavoro lasciato incompiuto dal padre, traccia una accorta e esauriente ricostruzione dei travagliati tentativi per giungere alla pubblicazione dello sparso epistolario guerrazziano e delinea le tappe necessarie al con­seguimento dell'obiettivo, desiderato ma difficile per la sua ce monumentali tà .
Nelle comunicazioni, divise tra quelle avente oggetto letterario o storico e, comunque, frutto tutte di approfondite indagini (alcune appaiono addirittura troppo abbondanti), ri­mane distinto, data la convincente vastità del respiro tematico, il lavoro di Giorgio Spini {Livorno nel 1849 e Guerrazzi nei documenti degli archivi inglesi), condotto in chiave cri­tica nettamente più favorevole di quella seguita nel volume Risorgimento e protestanti (Napoli, 1956), in cui (p. 338) si condannavano il cattivo gusto e l'asprezza di sentimenti e di espressioni, ce propri del Guerrazzi.
Il volume, considerato lo schema miscellaneo dell'impostazione, merita una lode senza sottintesi, anche se avremmo preferito una superiore concisione in alcune parti e una mag­giore trattazione dei rapporti tra il Mazzini e il Guerrazzi, tema del massimo rilievo specie se aggiornato con i più recenti contributi storiografici.
Da ultimo sia permesso un rilievo di carattere tecnico: non avrebbe stonato una più approfondita cura tipografica, tale da portare all'eliminazione dei numerosi errori, rimasti invece ad infarcire il libro.
VINCENZO PACIFICI
AROLDO BENWI, Vita e tempi di Arcangelo Ghisleri (1855-1938) con appendice bibliografica (oc Uomini e cose della nuova Italia , n. 28); Mandurìa, Lacaita, 1975, in 8, pp. 312. L.4. 000.
Aroldo Benini, insegnante a Lecco, figlio di Ermanno, un amico e corrispondente di Arcangelo Ghisleri, ha fissato l'interesse su questa figura, con successivi studi, fino a for­nirne un'efficace biografìa, completata da un'esauriente esposizione analitica e ragionata del patrimonio bibliografico e pubblicistico accumulato dall'esponente repubblicano nell'arco di una lunga vita e di un'appassionata attività, dall'indomani dell'unità d'Italia all'epoca
fascista.
In un tessuto espressivo tendente alla narrazione, fedelmente ricavata dalle fonti (in archivi di Cremona, Milano e Pisa), tramite il discorso diretto del protagonista e dei suoi testimoni ed interlocutori, emerge l'uomo, con la sua marcata fisionomia, dagli inizi ardui per la modestia della condizione familiare, intristita dai precoci lutti domestici, nella for-