Rassegna storica del Risorgimento
CARLO ALBERTO RE DI SARDEGNA LETTERE; CARTEGGI (CARLO ALBERTO-M
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1976
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Libri e periodici
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gli imperi centrali ed alla volontà di trovare una sistemazione equilibrata dei rapporti colla nuova formazione statale slava, destinata a prendere il posto dell'Austria alla frontiera orientale.
Un tale atteggiamento rientrava nella classica linea dell'autentica democrazia di spi* riti risorgimentali, che il prestigio e l'insegnamento di Ghisleri hanno aggiornato nel contesto novecentesco, contenendo lo spazio delle rivendicazioni nazionali nella generale economia di una concezione progressista, contro le punte e le contaminazioni nazionalistiche dell'irredentismo, scaturite specie nel clima della guerra.
Benini, nell'evidenziare l'originalità del contributo, tende talora a sbalzare la personalità studiata dalla compagine politica di cui faceva parte e a disancorarla dal partito repubblicano per farne un maestro di metodo e di coerenza per tutta la sinistra italiana.
Ebbene il Ghisleri si può in parte prestare a questa interpretazione per la vivace (e tutt'altro che fratesca) parte avuta nella dialettica interna repubblicana, per la concezione antimonolitica del partito, per aver avvertito le differenze con altre componenti (l'autore lumeggia, per esempio, la critica all'influenza statalistica hegeliana su certa democrazia meridionale) e per la sua disponibilità intellettuale al confronto ed alla collaborazione con elementi capaci di diverse tendenze progressiste, ma tutto ciò si collega alla sua funzione nel partito repubblicano, ad un suo disegno di apertura del partito, che è riuscito nel complesso ad imprimergli se si considera la collocazione del PRI nell'arco antifascista (che è stata una scelta di alleanze e comunicazioni) con qualche dissidenza, come ne soffrirono tutti i partiti.
La devota amicizia e l'entusiastica collaborazione con lui, ormai vecchio, del giovane Giulio Andrea Belloni segnarono, in questo senso, la vera consegna ad una nuova generazione dei compiti da portare avanti nella continuità, anche partitica, del repubblicanesimo.
L'opera ghisleriana si è esplicata soprattutto attraverso le riviste e i giornali, in un dichiarato nesso di giornalismo, organizzazione ed educazione popolare, con il Preludio, il Risveglio, la Rivista repubblicana, il Pro patria (alla cui redazione fu chiamato da Bovio a Napoli, dove tuttavia si trovò male sotto Imbriani), Cuore e critica (trasformato poi da Turati nella Critica sociale), VEducazione politica, VItalia del popolo e la Ragione, a parte le collaborazioni ad altri periodici e quotidiani.
Ognuna di queste iniziative è organicamente trattata in apposito capitolo, nel quadro della fase biografica in cui si è svolta, con la spiegazione piana ed umanamente interessante dei modi in cui vi è approdrato e se ne è staccato. Per esempio, per Cuore e critica si lumeggia l'uscita dall'esperienza dell'insegnamento nella desolata sede di Matera ed il trasferimento al liceo di Savona, dove fondò la rivista nei 1887, spostandola poi a Bergamo in coincidenza col nuovo trasferimento scolastico, fino al passaggio nelle mani di Turati, che lo aveva aiutato a risalire al nord ed aveva avuto un ruolo importante nella redazione fin dal principio.
Tra le testimonienze relative al periodo, figura quella di Luigi Einaudi, che rende merito all'imparzialità dimostrata dal Ghisleri, temuto come anticlericale, nel corso di un'ispezione nell'istituto d'istruzione dei padri Scolopi, dove egli studiava.
All'esposizione delle circostanze biografiche segue l'esame della tematica della rivista, che si apre a largo ventaglio su una quantità di problemi vivi, dalla riforma e dalla laicità della scuola alla questione femminile, dal libero scambio al decentramento amministrativo, prospettato in base a modelli stranieri, e quindi si delinea la coeva polemica sulle razze col Bovio.
Quel che manca nella ricostruzione, e che è difficile trovare in tante altre storie del giornalismo e di giornalisti, è l'aspetto finanziario dei mezzi reperiti e dei connessi legami intrecciati con ambienti economici o del funzionamento organizzativo, che può aver consentito agli uomini di una certa idea di mantenere in piedi per qualche anno una propria rivista.
Nel caso di Cuore e critica si accenna all'accordo col tipografo Miralta di Savona, ma su quali basi e con quali prospettive di tiratura, diffusione od appoggi? Difetta al riguardo la documentazione oppure l'autore ha accantonato il problema?
Certo appare comunque che Ghisleri problemi economici ne ha sempre avuti, anche