Rassegna storica del Risorgimento
CARLO ALBERTO RE DI SARDEGNA LETTERE; CARTEGGI (CARLO ALBERTO-M
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1976
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Libri e periodici
che il vederle qui organicamente riproposte dall'A. non suscita affatto la sensazione della riesumazione bibliografica di un punto di partenza, bensì quella ben diversamente confortante di un punto d'arrivo robusto su cui convenga assestarsi e continuare a discutete prima di abbracciare più ambiziose conclusioni.
In realtà, anche se forse in un senso limitativo rispetto alla caldissima adesione che l'A. manifesta in proposito, quest'immagine del Labriola maestro, con i suoi corsi universitari, col suo moralismo pedagogico, con la sua delusa e tagliente amarezza, rimane la più autentica e persuasiva, specie dopo la pubblicazione delle lettere al Croce, così largamente confermanti la sensibilità e le intuizioni dell'A.
Senso limitativo, ho detto, perché proprio qui è la ragione profonda della sconfitta politica del Labriola, e non in una sua inesistente e moralisticamente intesa mancanza di propensione alla politica tout court, come l'A. sembra suggerire, in certo senso allargando a Ini un giudizio ampiamente, e con altrettanta inesattezza, quasi proverbiale per il Croce. Labriola ha perso non perché non sapesse fare politica ma perché ha fatto la politica sbagliata, enfatizzando il ruolo dello Stato durante il periodo radicale (e quindi perdendo il senso liberale e garantista della battaglia parlamentare cavallottiana), mÌTiimizy.anrìo quello del partito negli anni socialisti (e qui non cogliendo la tempestività strategica dell'iniziativa politica di Turati, con tutte le sue approssimazioni culturali).
Problemi grossi, comunque, è appena il caso di notarlo: e questo basterebbe per rendere concretamente attuale un simile libro. Ma l'A. non si limita al suo personaggio, sente l'esigenza di circondarlo di stimoli, di spunti, di suggerimenti, che sottolineano quanto gli sia affine e congeniale l'immagine oc magistrale del Labriola da lui delineata.
Dal problema della cattura di una certa tematica labriolana (e non solo di quella espansionista, su cui insiste Volpe) da parte del fascismo (e qui certe eredità e filiazioni sindacaliste all'Orano o conservatrici alla Torre) a quello d'indagare sistematicamente le manifestazioni pubbliche e politiche in senso lato del filosofo prima dell'apparente e esplosione del 1887 e dopo le corrispondenze fiorentine d'un dodicennio innanzi (et V'è una pagina importantissima nella vita di questo pensatore che è completamente ignorata ), dal ricordo di Pietro Ellero come di un sostanziale compagno d'armi del Labriola sullo scorcio degli armi settanta nell'ambito puramente pionieristico dello studio della a questione sociale a quello dei corsi paralleli del Nostro e di Bonghi sulla rivoluzione francese nel centenario dell'Ottantanove, ecco ad apertura di pagina alcuni temi che potrebbero dar vita ad altrettante accurate monografie (come quella che di recente il Siciliani ha sviluppato proprio da un'indicazione dell'A., la proposta labriolana per una laurea filosofica al congresso milanese del 1887, e la relativa discussione).
Si tratta naturalmente dì pochi esempi, per la maggior parte dei quali l'A. aveva già raccolto un adeguato materiale prima della malaugurata interruzione dell'edilizione labriolana per i tipi del Feltrinelli. Ma essi sono sufficienti, crediamo, per dare ancora una volta un'idea della ricchezza e fertilità di questo libro giovanile, accanto ai capisaldi interpretativi fondamentali, il radicalismo come grande partito popolare italiano capace di dare all'Italia e di mantenere un reggimento veramente democratico , il marxismo essenzialmente quale filosofia della storia, il Labriola critico di Marx ce ma partendo dal Marx stesso (e qui un opportuno, e non sufficientemente approfondito, accostamento a Kautsky), sino alla conclusione capitalissima ( H Labriola ha mostrato la possibilità di scindere il materialismo storico dalle sortì pratiche del socialismo e quindi ha identificato lo sviluppo del materialismo storico con Io sviluppo stesso della scienza storica ), queste pietre miliari della nostra storia culturale recente che ci appaiono oggi più vigorose e nitide che mai.
RAFFAELE COLAPIETRA
PAOLO TJNCART, Profilo storico del diritto delle Anonime in Italia; Roma, Bulzoni, 1974, in 8, pp. 255. L. 4.200.
Lo scopo che Paolo Ungari, autore di questo et Profilo storico del diritto delle Anonime in Italia si propone è contribuire a colmare, anche se non attraverso uno studio