Rassegna storica del Risorgimento
FORTUNATO GIUSTINO; STORIOGRAFIA ITALIA
anno
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1976
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pagina
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Giustino Fortunato storico del Risorgimento
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dello stesso tema, ricorderà l'eroica resistenza della cittadina lucana dì Picerno all'avanzata sanfedista dello Sciarpa, già raccontata nella Storia del Colletta, e ei servirà anche per là prima volta di una fonte involontaria, quale il Te Deum dei Calabresi di 6. L. Cardone, che è una violenta satira antiborbonica studiandola sotto l'aspetto linguistico letterario. u>
Ma la novità di questi primi saggi, esasperatamente eruditi, è una sola: aver intuito l'importanza, l'univocità della rivoluzione fallita: ed aver cominciato a sollecitare l'attenzione dei diversi studiosi per definirne l'esatta valutazione storica. E solo così si deve obiettivamente riconoscergli, nell'esame di questo dimenticato capitolo di storia meridionale, un posto d'iniziatore.14> E dopo di lui si spiegano i lavori del legittimista barone Helfert su Maria Carolina e Fabrizio Ruffo,15) i primi assaggi crìtici dell'allora giovane Croce e del gruppo intellettuale della Società Napoletana di Storia Patria, impegnata attraverso il suo organo, VArchivio storico per le Provincie napoletane, a lasciare una letteratura storiografica impareggiabile sull'argomento. Al dicembre '75 risale la fondazione di questa istituzione, sorta per lo studio di problemi e temi medievali e la pubblicazione di fonti inedite a livello regionale, e fin dalla nascita il Fortunato compare tra i soci promotori, a fianco del Cenni, Fornari. del conterraneo Racioppi, Vacca, Turiello, del de Blasis, titolare di storia moderna presso l'università napoletana, Salandra.16)
Il carattere qualificante di questi contributi è nella direzione dell'era dizione pura, propria di quegli anni di fine secolo, caratterizzazione che ha intelligentemente osservato alcuni anni fa il Sestan riempiva in uno studioso d'allora le più alte ambizioni e il più forte concetto di sé.17) E diflfwyjrle
H) Al racconto del COLLETTA (Storia del reame di Napoli, introduzione e note di N. CORTESE, Napoli, 1969, II, p. 38) il Fortunato unisce l'elenco esatto dei caduti della a piccola città di Picerno , ricavato dai libri parrocchiali locali. Cfr. invece per le reazioni nelle campagne N. RODOLICO, Il popolo agli inizi del Risorgimento nell'Italia meridionale (1798-1801), Firenze, 1926.
14> Per quanto riguarda gl'influssi e le innovazioni esercitate sulla storiografia lucana del tempo dai lavori fortunatiani cr. T. PEDÌO, Storia della storiografia lucana, Bari, 1964.
") Lo Helfert ebbe come ambizione di scrivere una storia completa di Napoli e Sicilia ai tempi deDa rivoluzione francese e del primo impero, e gode per questo di una fama sproporzionata alle sue reali capacità analitiche. Lavorò esclusivamente sull'archivio privato che Maria Carolina si portò dietro ad Hetzendorf, coll'imperdonabile vizio di adulterare i documenti usandoli a metà e senza precisi riferimenti critici. La storia che l'interessa è di natura politica-governativa svincolata dalle istituzioni e dalla cultura, il fine ultimo è salvare l'operato della dinastia borbonica nei fatti del '99.
**> Una sintesi dettagliata del lavoro svolto nel primo periodo della Società storica napoletana è nella Relazione del presidente comm. Bartolomeo Capasso fatta nell'Assemblea Generale della Società la sera del 30 gennaio 1888, in Archivio storico per le provinole napoletane, a. XIII (1888), fase. 1, pp. 181-198.
Per la storia della cultura e della filosofia a Napoli dopo l'Unità, si ha oggi l'esauriente volume di C. OLDINI, La cultura filosofica napoletana dell'Ottocento, Bari, 1973.
H) E. SESTAN, L'erudizione storica in Italia, in Cinquantanni di vita intellettuale italiana, 1896-1946. Scrìtti in onore di Benedetto Croce per il suo ottantesimo anniversario, a cura di C. ANTONI e R. MATTIOLI, Napoli, 1966, voi. II, pp. 479-480.
Seppure riferita all'indirizzo storiografico politico-militare del periodo fascista, adattabile a questo primo stadio dell'opera fortunatiana è la definizione del Cantimori di una e storiografia senza aggettivi (non etico-politica, non economico-giuridicu, eco.) che si presenta come eclettica (Note sugli studi storici in Italia dal 1926 al 1951 del gennaio 1952, ora in D. CANTIMORI. Storici e storia, Torino 1971, p. 272).