Rassegna storica del Risorgimento
FORTUNATO GIUSTINO; STORIOGRAFIA ITALIA
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1976
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426
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Luigi Parente
risultava ad un risorgimentista t per giunta non protagonista dei fatti dell'unità nazionale, rompere in seno alle società storiche la diffidenza del blocco storiografico medievistico rivolto all'esame degli istituti politici delle città comunali, per non finire invischiato per ciò stesso in uno stato Ira il dilettantistico ed il giornalistico.
Un'altra premessa è d'obbligo a questo punto, e si dovrà tenere presente nel corso del nostro discorso. Tra gli anni che vanno dal 1860 all'80, una volta unificata l'Italia ed istituzionalizzata la situazione politica interna, cominciò l'affermazione dell'insegnamento della storia d'Italia moderna nei diversi campi, a partire naturalmente da quello universitario. Caratteristica principale di detta storiografìa accademica era un liberalismo devoto e variegato in sfumature piccole e grandi, sostenuto inoltre da una metodologia positivistica.18 Compito dello storico era, si ricordi il Banke: mostrare con semplicità come stavano realmente le cose ; accertare cioè i fatti.,9) I fatti storici s'identificavano un po' coi fatti delle scienze naturali (la biologia darwiniana è di quell'epoca): distinti l'uno dall'altro e del tutto indipendenti dalla posizione dell'osservatore. Colla raccolta dei fatti si concludeva che i fatti sarebbero stati scoperti prima o poi, e la storia interpretata completamente. Certo il positivismo, che era alla base di questa teoria, disprezzava del tutto la filosofia della storia, ormai annullata dalla scienza naturale. Ciò che lo scienziato poteva scoprire colla provetta, il microscopio e il metodo sperimentale, il giovane Fortunato lo scopriva coll'archeologia, coll'alpinismo, colla geografia fisica ed antropica attraverso la lezione del Bitter, la filologia e l'erudizione dei testi esaminati.20)
Alla commemorazione del primo centenario della repubblica napoletana lo riportano l'amor loci del suo Vulture e le rivolte cittadine e gli alberi della libertà piantati in quei mesi nelle sue terre. Sui fatti del 1799 in Basilicata è il suo punto di partenza mutuato dallUelfert se pure si parla abbastanza in Cuoco e Colletta, lo si fa imperfettamente e di conseguenza non si sa dove collocarli e quali furono i rapporti colle forze regie. Ancora una volta un motivo di precisione analitica è alla base del suo interesse storico...
Nella misura in cui si definiscono le violente giornate di febbraio-marzo 999* e conseguente nascita del nuovo ordine di lotta tra borghesia e popolo, un aspetto di strana guerra sociale, combattuta dalla plebe contro il terzo stato* in nome del re e della fede non si può disconoscere una maturazione dell'indagine storica dello studioso, anche se contro questa felice intuizione la massa ingente di documenti inediti (Processi della Sommaria, Registri parrocchiali, Archivi comunali) ha la meglio ed il risultato innovatore è appena sfiorato. Fu infatti proprio la Basilicata, superando in questo amore libertario anche la
H) È precisamente colla chiamata di S. Tommasi, alla cattedra napoletana di clinica medica (1865), insieme all'altra di M. Semmola a terapia, che il positivismo entra ufficialmente al dire dell'OLDBINl, op. cit. nel blocco accademico locale, iniziando, così il declino dell'egemonia idealistica ivi radicata (pp. 480 sgg.).
tè) Cfr. E. FUETEB, Storia della storiografia moderna* trad. it. di A. Spinelli, Milano-Napoli, 1970, pp. 604 sgg.
2> U. ZANOTTI-BÌANCO, Giustino Fortunato, presentazione a G. FORTUNATO, Pagine storione* Firenze, 1951, pp* 52-53, già comparso nei cit. G. Fortunato. Ed ancora per uno sguardo d'insieme B. Clio CE, Storia della storiografia italiana del secolo XIX* Bari, 19644,
voli. 2,
3) G. FORTUNATO, Scritti varii cit., p. 201.