Rassegna storica del Risorgimento

FORTUNATO GIUSTINO; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1976>   pagina <428>
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Luigi Parente
moltitudini... dichiara a Palazzo S. Gervasio nel clima ancora surriscaldato dei moti di Puglia e di Napoli del '98 . Il pericolo è grave, ma non è esclu­sivo del nostro paese. Ciò che è esclusivo del nostro paese è il grande malcon­tento di tutte le classi sociali, questa perenne acredine, questa irrequietezza nervosa di tutti noi, che è causa principale del sorgere, in Italia, e del propa­garsi de' partiti estremi. Il polo della vita moderna, esclama qualcuno, non è il ventre! Certo, è cosi. Ma col ventre vuoto non si ragiona, e la forza di resistenza morale, nell'era moderna, non è la rassegnazione.26* Un po' per il manifestarsi sempre più deciso del movimento socialista, alimentato dalla crisi agraria e fallimento dei diversi istituti bancari,27) un po' per la contem­poranea affermazione dell'opera storica di Marx, che faceva dire al Salvemini trattarsi di una droga meravigliosa , ci si spingeva alla preistoria delle rivolle contadine, e si cercavano riscontri colle epoche passate.28* In tal modo veniva recuperato il 1799, e la necessità di chiarificazione di nessi di questa strana lotta di classe tra la borghesia ed il popolo.
Del canone storiografico marxista si nutriva e si serviva l'ali ora intelli­ghenzia nazionale, e basterà citare proprio il caso del giovane Croce circa la definizione di lazzari da lui data nel '95 per avere un punto fermo su cui discutere. Si trattava, a questo proposito, di una posizione strettamente materia-Ustica di quelli che erano riconosciuti proletari cenciosi> della società napo­letana, contrapposti al proletariato industriale, e l'influsso del Labriola per quegli anni è, come si sa, fuori discussione.2 Lo stesso argomento ripresen­tatosi in epoca fascista (1934), riceveva un capovolgimento riguardo alla tesi di fine secolo, laddove il lazzarismo finisce coll'essere non una semplice con­dizione economica, ma un atteggiamento psicologico e una condizione morale, che conferivano un carattere epiccato alla plebe napoletana .
2*) G. FORTUNATO, Il Mezzogiorno e lo Stato italiano cit., II, p. 407.
2T) G. LUZZATTO, Storia economica dell'età moderna e contemporanea, Padova, I9604, II PP- 410 sgg.
2*) Sui limiti della comprensione salveminiana del pensiero di Marx siamo d'accordo con G. DE CARO, Salvemini, Torino, 1970, particolarmente pp. 19 sgg. Circa il meridiona­lismo dello stesso, si veda ora P. BEVILACQUA, Critica dell'ideologia meridionalistica, Pa­dova, 1972, pp. 17-54.
29} È appena il caso di sottolineare di passata che i risultati storiografici di Marx, quali Lotte di classe in Francia o II 18 brumaio di L. Bonaparte ecc., facevano aggio sul suo lavoro più propriamente economico-sociologico, come risulta dall'atteggiamento comune a tutta la cultura storica nostrana di fine Ottocento, e passa senza sostanziali divergenze per tutte le diverse tendenze ideologiche, dal Croce al Salvemini. L'idea che il marxismo sia un <c empirico canone d'interpretazione, una raccomandazione agli storici di dare l'atten­zione, che sino allora non si soleva dare, all'attività economica è il tema di fondo del pensiero crociano di Materialismo storico ed economia marxistica, comparso la prima volta nel 1900 (ma i saggi sono tutti del '95-900). Lo stesso giudizio si ritrova nella Storia della storiografia cit., II, pp. 137 sgg. Sul significato del momento marxista nell'ambito dell'in­tera attività teoretica crociana e sui rapporti Croce-Labriola, si veda E. AGAZZI, Il giovane Croce e il marxismo, Torino, 1962.
30) L'esempio è riportato da F. CIIABOD, Croce storico, in Rivista storica italiana, 1952, ora in Lezioni di metodo storico, Bari, 1969, pp. 215-216. Di recente E. J. Hobsbawm, ohe ha sviluppato al riguardo un'interessante ipotesi di lavoro gramsciana, si è occupato di que­sta stessa forma di ribellismo sociale, localizzandola come mob cittadino delle grandi capi­tali dell'epoca pre-industriale (/ ribelli. Forme primitive di rivolta sociale, Torino, 1966, pp. 150 sgg.).