Rassegna storica del Risorgimento

FORTUNATO GIUSTINO; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1976>   pagina <430>
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Luigi Parente
paternalistico da parte di don Giustino, nume e patriarca dei suoi braccianti, mediatore delle loro richieste, accordo però che durerà molto poco, ed avrà il campanello d'allarme negli ultimi anni del secolo, allorquando più forte sarà la crescita della classe operaia e l'affermarsi del partito socialista 3S> Assunzione questa del populismo conservatore che (rimane l'invariante di tutta l'ideologia politica del Fortunato, a partire dalle prime speranze degli anni Ottanta verso il socialismo di Stato fino all'avvento del fascismo. *>
Proprio per quanto appena detto, ci pare opportuno integrare, se non si vuole incorrere in un certo riduttivismo interpretativo, il raffronto avanzato da un attento critico della politica italiana, tra il Croce e il Fortunato a proposito del rapporto classi popolari-Mezzogiorno che si risolverebbe poi a intero van­taggio del meridionalista, attento com'è a sensibilizzare l'Italia del tempo sullo spirito di rivolta serpeggiante nelle campagne meridionali. È ovvio che para­gonati alla nota tesi del Croce del ceto civile quale unica classe dirigente della storia meridionale, il consenso o la simpatia manifestati dallo studioso lucano alle classi agricole hanno dalla loro una modernità ed un'apertura sorprendenti.
Vedendo, però, fino a che punto >e con quali risultati pratico-politici si veri­fichino simili professioni di fede popolare, risulta invece d'un subito l'immagine della sua ideologia termidoriana;3 la quale nel tempo stesso che assegna un
pri della e psicologia di massa , erano descrìtte le orde scioane, eritree, masse violente, as­setate di sangue. Sicure innovazioni darebbe alla migliore caratterizzazione dell'A. un'atten­zione analitica dell'aspetto linguistico-semantico del suo lavoro storico, come non è stato purtroppo fatto nell'art, di G. MACERA, G. Fortunato coma scrittore, in L'eresia meridionale, Napoli, 1965, pp. 35-63, limitato alle capacità espressionistiche della sua prosa del periodo geografico.
39 Sui problemi inerenti le lotte proletarie e contadine all'inizio del '900, ha dato di recente utili indicazioni G. PROCACCI, Le lotte di classe in Italia agli inizi del secolo XX, Roma, 1972.
36) Durata non molto a lungo la fase del socialismo di Stato (per questo cfr. quanto detto da M. L. SALVADOR!, op. eli... pp. 153 sgg.), il filo conduttore che attraversa la vita poli­tica del Fortunato è la conservazione di fatto nelle campagne dei rapporti di proprietà capita-listico-borghesi, come si può desumere dalla sua dura opposizione al decreto Visocchi del '19 sulle terre incolte e mal coltivate , che sulle strutture fondiarie non aveva tutta quella carica eversiva di cui tanto si esagerava (G. FORTUNATO, Pagine e ricordi parlamentari, Firenze, 1927, II, pp. 72-73).
M È il pensiero infatti di M. ÀLICATA, Benedetto Croce e il Mezzogiorno, in Umet­tato, dicembre 1952, ristampato in La battaglia delle idee, Roma, 1968, pp. 22 sgg. Se­condo il Croce agli uomini di studio e di pensiero spetta un lavoro essenzialmente dentro le accademie , come si esprime nelle ultime pagine della sua Storia del regno di Napoli (Bari, ediz. 1966, pp. 253-255). Un vero peana all'iniziativa politica ed economica della classe borghese meridionale è nella commemorazione celebrativa di E. Petraccone fatta dal Croce a Muro Lucano nel giugno '23 Il dovere della borghesia nelle provinole napo­letane . In essa si ricalcano molto da vicino tesi fortunatianc, quali la ce violenza delle plebi rurali , la povertà e l'ignoranza e la rozzeria e il quotidiano brigantaggio e le fazioni dei baroni e quelle delle famiglie borghesi , e non a caso fu inserito dall'A. nella seconda edizione (1925) di Cultura e vita morale dedicata al Fortunato (Cultura e vita morale. Intermezzi polemici, Bari, 1955, pp. 310-316).
38) Deriviamo questa definizione, pregnante per le caratterizzazione politica e cultu­rale del Fortunato, dal saggio di M. SABBATINI, La formazione delle ideologie neocapitali* sliclie: 1: L'ideologia tradizionale, in Ideologie, 1967, fase. 2.