Rassegna storica del Risorgimento
FORTUNATO GIUSTINO; STORIOGRAFIA ITALIA
anno
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1976
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pagina
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437
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Giustino Fortunato storico del Risorgimento 437
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Sarebbe o-ltremodo facile a questo punto rilevare in maniera critica dopo aver seguito in dettaglio la sua produzione storiografica, i limiti e le contraddizioni anche delle opere maggiori e più riuscite del Fortunato, ma questa operazione come abbiamo visto volta per volta fu già a suo tempo compiuta dal Giasca, dall'Omodeo, e dal Cottone.
L' esemplarità del caso Fortunato storico del Risorgimento e di conseguenza il suo progetto storiografico parte invece, secondo noi, dalle personali scelte che egli immette nell'ambito della storiografìa liberale-idealistica, quella che ad un dipresso si riconosceva attorno all'egemonia culturale e politica del Croce nei primi decenni di questo secolo. Ma va precisato anche che ferma restando la loro diversa caratterizzazione a scanso di possibili equivoci il rapporto tra il Croce da una parte, rappresentante la punta avanzata dello storicismo idealistico da lui teorizzato nella concezione etico-politica della storia, ed il Fortunato dall'altra è ben lungi dall'essere definitivamente differenziato, e senza fratture. Pur rimanendo entrambi i numi della cultura tradizionale meridionale, impregnati dello stesso liberalismo conservatore, diversa è la loro concezione storica: alla funzione prioritaria nella storia della società umana della religione della libertà si oppone il determinismo naturalistico dell'altro, che gli deriva dall'analisi della situazione geologica, la fatalità geografica unita al memorabile detto dell'Herder che il grande fattore storico della disparità o dello sviluppo dei popoli è il clima, poiché gli uomini non sono altro se non argille pieghevoli nelle sue mani ,5?)
Non di meno questa idea-forza del suo meridionalismo, se ebbe una azione dirompente nella smitizzazione della menzogna convenzionalo della feracità meridionale, su cui non poco d'altronde si trovò d'accordo lo stesso Croce della Storia del Regno di Napoli, fini per rappresentare, però, uno schema politico fuorviarne ai fini di una revisione della storia della società meridionale, conforme ai pruni propositi critici dell'autore. Così egli non supera questo condizionamento naturalistico, allorché parlando del famigerato ministro di polizia delta Restaurazione borbonica, ài principe di Canosà, questi non gli si presenta in veste di creatore -di sette controrivoluzionarie e di persecutore di liberali ma di un mattoide, un fanatico, soprattutto, al pari di tutti i nostri di scarsa dignità personale, assai superiore, nei fatti, alla comune credenza per cultura, coraggio personale e rettitudine di vita .6n Alla definizione del Croce d'un
*) Cfr. U. ZANOTTI-BIÀNCO, op. cit., p. 31 e i passi tratti dalle opere di carattere medievale ivi riportate.
*) Per il Croce il metodo Storico fortunatiano deve collocarsi nell'ambito della schiera dei cosiddetti malcontenti verso la storiografia pura , caratterizzati tali dall'assenza di un pensiero filosofico, ohe è al dire del filosofo napoletano coscienza di vita e risposta alle domande che la vita propone, ed è unità di particolare e universale , capace pertanto d'operare il passaggio dello stadio critico (Storia della storiografia italiana cit., II, p. 117, ma tutto il cap. XVI). In definitiva il suo è facciamo nostro un giudizio di Gramsci un tipo di storiografia polemica, che si presenta ce integrativa e complementare di altre ricerche. (// .Risorgimento, Torino, 1966, p. 61).
* G. IsNAimr, Walter Maturi e Giustino Fortunato, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania XXX (1961), p- 175.