Rassegna storica del Risorgimento
CARTEGGI (WALLON-FERRARI); FERRARI GIUSEPPE; QUESTIONE ROMANA;
anno
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1976
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pagina
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441
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IL SECONDO IMPERO, IL NAZIONALISMO ITALIANO E LA QUESTIONE ROMANA
Lettere inedite di Jean Gustave Wallon
La figura di Jean Gustave Wallon (1821-1882), scrittore e propagandista cattolico, merita di essere studiata da tutti coloro che si interessano di storia francese moderna, di storia del Risorgimento italiano e di storia delle relazioni fra Stato e Chiesa nel secolo XIX.
Nato a Laon nell'Aisne, come tanti suoi contemporanei Wallon si trasferì a Parigi sul finire della Monarchia di Luglio, spinto dal desiderio di partecipare alla vita intellettuale e culturale di quella città. Negli anni della sua formazione intellettuale Wallon ebbe rapporti stretti col mistico polacco Jozef Hoené-Wronski, di cui sposò la figlia. Ma più tardi si avvicinò al de Lamennais e ad altri cattolici liberali e ne appoggiò i tentativi di giungere ad una sintesi fra le dottrine della Chiesa e le esigenze sociali e politiche della società moderna. Un partito cattolico come lo concepiva il Montalembert gli parve il modo migliore di giungere a quella sintesi. L'avvento di Pio IX al trono papale gli parve di eattivo augurio; gli parve, almeno a giudicare dai resoconti della stampa parigina, che il nuovo Capo della Chiesa dimostrasse troppa benevolenza verso il movimento nazionale italiano, cosa ohe avrebbe potuto diminuire il suo prestigio morale in altri paesi cattolici.1}
Nel febbraio del 1848, l'avvento di un regime repubblicano e democratico in Francia lo distolse per qualche tempo dallo studio del problema nazionale italiano e del potere temporale. Vi era molto da fare in Francia per quegli intellettuali cattolici che, come Wallon, auspicavano un ralliement al nuovo regime.2) I tentativi dei cattolici liberali francesi fallirono con l'acuìrsi delle tensioni sociali che culminarono nelle tragiche giornate del giugno 1848; Wallon fu profondamente amareggiato dal fallimento della Seconda Repubblica, dai successi bonapartisti del 1848-1851 e dalla ripresa della corrente ultramontana.
La situazione dell'Italia nel 1849 offrì ben poche consolazioni ai cattolici liberali francesi. Pio IX aveva rifiutato il suo appoggio per una guerra contro l'Austria, ma la rivoluzione italiana lo aveva poi spinto molto più in là, su posizioni nettamente reazionarie ed avverse a qualsiasi tendenza liberale.
Dal 1849 al 1852 Wallon si ritirò a vita privata nella sua città natale, più fortunato di tanti amici che erano in carcere o sulla via dell'esilio, ma non rinunciò mai alla speranza di ricostituire un movimento cattolico liberale. Due formidabili nemici gli ostacolavano il passo: la dittatura bonapartista e la Curia romana. La sua opposizione al Bonapartismo spinse Wallon ad assumere posizioni democratiche; la sua condanna degli atteggiamenti reazionari della Curia
D Per uno sguardo d'assieme sul cattolicesimo liberale dalla Monarchia di Luglio alla Terza Repubblica cfr. ADRIEN DANSETTE, Hìsloire religieusc de la Frati ce contemporaine, Paris. Flammarion, 1948-1951; CHARLES POUTHAS, Le pontificai de Pie IX, Paris, Hachette, 1962; PHILIP SPENCER, The Politica of Belief in Nineteenth Century Franca, London,
Faber, 1954.
2) Sul ralliement del 1848-1849 cfr. PAUL BASTID, Les dorirines et les institutions politiques de la Seconde République, Paris, Flammarion, 1945.