Rassegna storica del Risorgimento

CARTEGGI (WALLON-FERRARI); FERRARI GIUSEPPE; QUESTIONE ROMANA;
anno <1976>   pagina <442>
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Clara M. Lovett
romana lo indusse a rivalutare la tradizione gallicana e a divenirne un ardente sostenitore. 3>
H Wallon, ben versato in giurisprudenza e teologia, seppe mettere a pro­fitto le amare esperienze politiche del biennio rivoluzionario. Ritornato a Pa­rigi verso il 1854, si mise in cerea di amici ed alleati fra tutti gli oppositori politici del regime bonapartista, e fa allora che Wallon s'incontrò con Giu­seppe Ferrari, il filosofo milanese emigrato in Francia sin dal 1838.4)
Per quanto fossero di formazione assai diversa, l'ateo Ferrari e il cattolico impegnato Wallon divennero amici e vi fu fra loro un proficuo scambio di idee su problemi di politica francese ed italiana. Dal Ferrari Wallon apprese molte notizie utili sulle tradizioni italiane, di cui si servi nel corso delle polemiche sull'intervento di Napoleone III in Italia. H Ferrari non si stancava di ripetere al suo scettico amico di Laon, come anche al Proudhon e ad altri, che l'inter­vento francese scaturiva da forze storiche inesorabili, che era necessario per spezzare il giogo delle tradizioni imperiali e papali a cui l'Italia soggiaceva da secoli,5) ma il Wallon continuò a vacillare tra il desiderio che la guerra e la rivoluzione italiana facessero piazza pulita della Curia romana ed il timore che tali avvenimenti potessero travolgere la Chiesa stessa.
Dall'autunno del 1860 fino alla proclamazione del dogma 'sull'infallibilità papale, Wallon mantenne un atteggiamento assai diffidente verso la politica italiana, per quanto continuasse ad opporsi alla corrente ultramontana in Francia Ritenne necessaria la presenza di nna guarnigione francese a Roma e eia nel 1862, sia nel 1867 polemizzò con l'amico Ferrari, ora deputato, a proposito della politica ecclesiastica del governo italiano. Per quanto fautore del potere tem­porale, che egli riteneva necessario all'indipendenza della Chiesa, Wallon non potè, però, approvare le dure condanne pronunciate in quegli anni da Roma contro il liberalismo ed altre tendenze della società moderna.
La proclamazione del dogma sull'infallibilità papale tolse questo cattolico liberale dal suo dilemma spirituale. Convinto che la Chiesa avesse commesso un grave errore e che un richiamo alla tradizione gallicana non fosse più suffi­ciente alla salvezza spirituale dei cattolici francesi, Wallon divenne dal 1873 in poi una figura di primo piano nel movimento dei Vecchi Cattolici. Questo distacco da Roma gli permise di assumere un atteggiamento molto più benevolo verso lo Stato italiano unitario e laico.6)
Il travaglio spirituale e politico di Jean Gustave Wallon, che rispecchia la crisi religiosa del secolo XIX, si può rintracciare nella sua fitta corrispondenza con l'amico Ferrari, della quale diamo qui appresso qualche lettera.1)
The City University of New York. CLARA M. LOVETT
3> Cfr. J. G. WALLON, DU pouvoir en France, Paris, Didier, 1852.
4) Cfr. SILVIA ROTA GHIBAUDI, Giuseppe Ferrari. L'evoluzione del suo pensiero, 1838' 1860, Firenze, Olschki, 1969.
5) Cfr. particolarmente G. FBBRARI, Histoire des Revolution d'Italie, Paris, Didier, 1858, 4 volami.
<>) Cfr. J. G. WALLON, La Cour de Rome et la Frutice, Paris, Lachaud, 1871 e la prefazione al suo libro Le Ctèrgé de Quatre-vingtneuf, Paris, Charpentier, 1876.
7) Le lettere qui riprodotte provengono tutte dall'Archivio Ferrali del Museo del Risorgimento di Milano. Ringrazio la Direzione del Museo, e in particolare la dott. Giulia Bologna, per avermi permesso di consultare e di riprodurre queste lettere. Ringrazio altresì la mia collega Myrna C. Engelmeyer ohe mi ha assistito nel non facile compito di deci­frarle e di trascriverle.