Rassegna storica del Risorgimento
MOVIMENTO CATTOLICO VARESE 1890-1900
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1976
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Gianni Perna
che perpetuavano le tradizioni borghesi della città. Su quel mondo, però, agirono ben presto osserva ancora il Ghiringhelli forze disgregatrici, determinate dal processo di industrializzazione, specie nel settore tessile, che si accentuò intorno al 1890, causando un rilevante flusso migratorio dalla campagna agli opifici della città e dintorni. Fremiti nuovi, rivelatori di una lenta, ma inarrestabile evoluzione, furono taluni scioperi. Per la risonanza che ebbe in tutta la zona, soprattutto tra i lavoratori del Comasco, che ne trassero incentivo per scendere anch'essi in lotta contro il padronato, dev'essere ricordato lo sciopero delle lavoratrici degli stabilimenti tessili di Varese, nell'autunno del 1888. Era stato organizzato da Luigi Alesini, giovane militante del Partito operaio italiano, (he, grazie all'instancabile attività del propagandista, disponeva di una salda organizzazione nel capoluogo del circondario.
Proprio nel 1890, tuttavia, il movimento cattolico varesino assumeva finalmente una fisionomia precisa ed iniziava fiducioso il suo cammino: era nata la Società Cattolica Federativa di M.S. fra i lavoranti del Varesotto. La 2a domenica di ottobre, giorno 12, fu solennemente benedetta la bandiera sociale, madre di tutte le Sezioni, al Sacro Monte di Varese... : così ha lasciato scritto, nel Chronicon parrocchiale, don Luigi Redaelli, parroco di Azzate, il quale ebbe parte non piccola nella costituzione e nella vita della nuova società. Egli rievoca, con tono commosso, l'intervento di ben trenta altre società e bandiere e l'imponente corteo di tremila persone, che salì quel giorno al santuario del Sacro Monte, il più venerato della diocesi ambrosiana, meta anche in quegli anni di frequenti pellegrinaggi, dal paese di Sant'Ambrogio Olona. L'assemblea generale costitutiva si era tenuta a Loreto, frazione di Cazzada, il lunedì di Pasqua del medesimo anno: i rappresentanti delle prime 13 sezioni aderenti approvarono lo statuto sociale ed acclamarono presidente Giulio Ferrari di Milano, il quale pose la sede della società nella casa parrocchiale di Azzate (essa fu trasferita a Varese nel 1893); a don Redaelli fu affidato il delicato ed impegnativo incarico di cassiere.
I verbali delle assemblee generali e quelli del Consiglio di Presidenza testimoniano che la vita del nuovo sodalizio non fu esente da difficoltà: sovente non erano rispettate le norme statutarie, che vennero più volte modificate o subirono aggiunte; si dovettero adottare gravi provvedimenti: la sezione di Binino Inferiore, ad esempio, fu sciolta nel marzo del 1893. In compenso, nel corso dell'anno seguente, furono costituite le nuove sezioni di Bosto (con l'intervento di
5> G. GRILLI, op. cit., pp. 315 sgg. Si veda inoltre: L. AMBROSOLI, La rivolta delle filandaie varesine* ne II Giornale della Lombardia* a. I (1971), n. 1, p. 12. L'art, offre un nitido profilo delia personalità e dell'attivila politica dell'Alesini.
6) Il libro verbale delle assemblee generali e quello delle riunioni del Consiglio di Presidenza constano di due quadernetti manoscritti, in buono stato di conservazione, custoditi fino ad oggi dal cointn. Pasquale Monti, anziano esponente del mondo cattolico varesino. Alla sua cortesia debbo se ho potuto avvalermene. Nell'assemblea di Loreto furono rappresentale le sezioni di Azzate, Gazzada, Capolago, Morazzone, Morosolo, S. Maria del Monte, Rasa, S. Ambrogio, Scliinnno, S. Fermo Pcnasca, Biumo Inferiore, Caldaie, Casale Lilla. Di esse solo quelle di Biumo Inferiore e di S. Fermo P. erano comprese nel comune di Varese; tutte le altre appartenevano a comuni del mandamento o a mandamenti limitrofi. Dal 1896, allorché il Ferrari si trasferì da Milano a Torino, la presidenza provvisoria fu affidata a don Redaelli.