Rassegna storica del Risorgimento
MOVIMENTO CATTOLICO VARESE 1890-1900
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1976
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// movimento cattolico a Varese
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don Albertario) e di Castroni. (Bosto, come Biumo Inferiore, era parrocchia limitrofa al centro cittadino; in origine entrambe formavano, con Biumo Superiore, Cartabbia, Casbeno e Ciubiano, le castellanze di Varese). Peraltro le frequenti irregolarità delle sezioni, i ricorsi dei soci, la limitata partecipazione dei rappresentanti sezionali alle assemblee generali negli ultimi anni, sono indice di scarsa coesione, di una tendenza, per così dire, centrifuga delle sezioni. Si può supporre che una delle cause determinanti fosse la mancanza di un vero centro coordinatore: a Milano, ad esempio, era stato il comitato diocesano a promuovere le prime società mutualistiche, alcune delle quali, nel 1896, formarono la Federazione milanese. A Varese, invece, non solo al sorgere della Federativa non esisteva alcun comitato parrocchiale, 7> ma nessun rappresentante del clero o del laicato rappresentava il capoluogo negli organismi direttivi della società: la città era soltanto luogo di raduno sociale (le assemblee generali si riunirono quasi sempre nel coro della chiesa di S. Antonio).
In tale contesto, alcune iniziative proposte o realizzate dal Consiglio di Presidenza assunsero, però, notevole portata, e non solo sul piano locale. Se, infatti, rimase inattuato il progetto di una cooperativa sociale, (l'unica della zona era quella di Azzate), destò invece interesse ed ebbe positivi riflessi sull'intera organizzazione dei cattolici ambrosiani l'idea di riunire in una federazione le associazioni mutualistiche esistenti in diocesi. Il primo accenno a tale iniziativa è dato dal verbale del 10 luglio 1893: Il Consiglio aderisce all'invito per l'adunanza diocesana del p.v. 3 Agosto, facendo voti... che la nostra Società promova colà la coalizione delle Società Catt. Operaie in diocesi .
La riunione del comitato diocesano milanese fu ampiamente illustrata dall'Osservatore; sotto la presidenza onoraria del vicario capitolare mons. Mante-gazza ed effettiva di Giambattista Paganuzzi, presidente dell'Opera, furono trattati e discussi importanti problemi organizzativi, in particolare quelli relativi alla fondazione e all'incremento dei comitati .parrocchiali. Esaurito l'ordine del giorno, don Redaeili potè presentare la proposta del Consiglio di Presidenza della Federativa, richiamandosi alle deliberazioni del Congresso di Vicenza (1891). E pregava il comitato di organizzare apposita riunione, nei modi e nelle circostanze più idonee al buon esito del progetto. Filippo Meda, presente ai lavori, intervenuto subito dopo, chiedeva un'indagine statistica preliminare sulle associazioni operaie, e proponeva di assegnare alla futura federazione una sorveglianza efficace sulle condizioni degli operai, procurandone il miglioramento morale e materiale, togliendo molte cause di scioperi e di agitazioni e sottraendo al monopolio del partito socialista la tutela valida della causa operaia .8)
?) L'unica eccezione fu costituita dal comitato parrocchiale di Giubiano, sorto nel 1885. Lo testimonia il parroco, don Edoardo Ghiggini, negli Atti della visita pastorale del card. Ferrari (1895-1901). Tuttavia la sua scarsa consistenza numerica fece si che esso fosse ufficialmente inaugurato solo nei 1896 (cfr. La Sveglia del Popolo, 22 marzo 1896).
8> L'adunanza diocesana , ne L'Osservatore Cattolico, 4-5 agosto 1893; // Movimento Cattolico. Bollettino dell'Opera dei Congressi..., a. XIV (1893), n. 8, pp. 250-251. Sull'atteggiamento del Meda in questo periodo, cfr. L. AMBROSOLI, Profilo del movimento' cattolico milanese nell'Ottocento, in Rivista storica del socialismo, a. IH (1960), n. 2, pp. 704-705. Il Congresso di Vicenza, tenutosi a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione della Rerum Novarum, modificò il proprio programma per adeguarlo alle direttive dell'enciclica di Leone XIII. H punto 3 ( Delle federazioni diocesane e regionali delle Società operaie cattoliche ) fu trattato dal vicentino Giacomo Rumor: cfr. S. TBAMONTIN, Carità o giustizia? Idee ed esperienze dei cattolici sociali italiani delVBOO, Torino, 1973, pp. 55-63