Rassegna storica del Risorgimento
CONCORDATO DEL LATERANO 1929; ROSI MICHELE
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1976
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Michele Rosi eia Patti Lateranensi y>
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lavora ancora nel raccogliere patri ricordi con vivo amore verso l'Italia, senza aggettivi, e verso la verità, senza veli ;M
Grazie alla affettuosa cortesia del nipote, che custodisce con cura fedele l'archivio dello zio, posso giovarmi degli inediti Appunti personali stesi con molte intermittenze, dal maggio 1901 fino al 1933, per vedere come colui che si definiva in un Diario, anch'esso ancora inedito, seguace d'un cattolicesimo libero da vincoli politici giudicasse i Patti Lateranensi del 1929, intorno ai quali tanto si discute di questi tempi. Il suo spirito autenticamente religioso e moralmente severo non transigeva con chi dimostrava nel fatto di non avere reale rispetto per la religione che ufficialmente professava, soprattutto se rivestiva abito sacerdotale. Annotava negli Appunti dell'8 gennaio 1922 la visita di un prete maestro a Bari, suo scolaro alla Scuola padagogica (dove il Rosi aveva un incarico) e insegnante alla Scuola pontificia di S. Salvatore in Lauro, che gli chiedeva chiarimenti su un lavoro che intendeva fare.
Ci avevo parlato altre volte e mi aveva fatto cattiva impressione. Giorni sono mi disse di aver depositato per conto d'altri 70.000 lire alla Banca di Sconto e d'aver paura di perderle. Aveva pure accennato a nuove idee. Oggi ritornando su questo argomento mi ha detto che insegna in una Scuola cattolica e dice Messa per vivere. In buona maniera gli ho fatto osservare la enormità di dir Messa quando manca la fede . Poiché l'altro aveva preso la cosa con indifferenza <c dicendo che è una cosa qualunque , Rosi scattò: ce Mi sono irritato e l'ho messo alla porta con aspre parole concludendo che come scolaro alla Scuola lo tratterò bene, ma come uomo non intendo più di vederlo. Posso ammettere che uno muti idea, ma non ammetto certe volgari ipocrisie e truffe. Mutata idea, occorre agire in conseguenza, accada quello che sia.
L'austero maestro, due settimane più tardi, il 22 gennaio, dava altra testimonianza della sincerità del suo sentimento religioso e della indipendenza del suo giudizio.
Stamattina presto, alle 6, è morto Benedetto XV, dopo pochi giorni di malattia polmonare. Grande interessamento di popolo e di autorità durante la malattia, generalmente grandi elogi. In ciò credo che entri oltre la pietà per il morto una valutazione più serena dell'opera di questo Pontefice che durante la guerra fu animato sostanzialmente da un alto spirito. Per lui la morte giunge a tempo: alla Chiesa prowederà il Collegio cardinalizio, il corpo elettorale più perfetto che sia mai esistito al mondo.
Dopo le apoteosi più o meno sincere del Pontefice che aveva invocato, nel 1917, la cessazione dell'inutile strage, annotava le chiacchere dei giornali liberali sull'eventuale successore, i quali fingevano di ignorare che qui si tratta del Capo della Chiesa priva di poter temporale e non del capo di un partito qualunque . Il Giornale d'Italia si era spinto fino ad affermare
che in un Banco a Roma son depositati 5 milioni per una propaganda a favore di un Papa amico del Partito liberale. Siamo nei 1922 e vi è ancora un pubblico capace di credere a certe cose.
Dal canto suo pensava alla elezione di un cardinale poco in vista , come il Patriarca di Venezia La Fontaine, o, addirittura, di uno straniero.
Molti brontoleranno, ma il mondo cammina, e ciò non è mai sfuggito ad un Corpo elettorale cosi insigne com'è il Collegio dei cardinali. Io giudico naturalmente da storico fermandomi ai fatti umani.
3> Rosi, Dizionario, ecc. cit., voi. IV, p. 111.