Rassegna storica del Risorgimento

CONCORDATO DEL LATERANO 1929; ROSI MICHELE
anno <1976>   pagina <464>
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Alberto M. Ghisalberti
Nel registrare, il 10 febbraio, reiezione di Pio XI, avvenuta quattro giorni prima e la sua benedizione Urbi et Orbi data alla folla radunata in piazza San Pietro, non nascondeva la sua non eccessiva simpatia per il successore di Bene­detto XV, forse anche come reazione alle esagerazioni della stampa.'
I giornali liberali sembrano contenti, anche quelli che per abbattere i Popolari avreb­bero voluto un Papa intransigente. Ridicolo, fra tutti, il Giornale d'Italia che esalta tutto, rievoca il passato patriottico di mons. Ratti, un monsignore che, tranne un breve periodo della Nunziatura, è rimasto sempre a parte, tacendo, così da far pensare ad una posa.
Ma, aggiungeva poco dopo, a commento di certe interpretazioni giornalistiche:
Io non credo che, dato il carattere del Papato, sia indifferente aver per Papa Tizio o Caio: il volgo ha bisogno di esaltare qualcuno, ma, in realtà, il Papato è una macchina vivente che cammina secondo i tempi con qualsiasi macchinista.
E aggiungeva non senza sarcasmo:
II volgo ragiona del Papa, come se fosse un ministro del Regno d'Italia ed ha torto. Il ministro conta sulla propria abilità personale, sul proprio partito o gruppo, due cose molto mutabili, come lo prova ora anche il gabinetto Bonomi.4)
Non erano sentimenti confidati solo al segreto degli Appunti personali. Basta, infatti, leggere quello che scriverà nella Storia contemporanea per averne conferma. Il Governo fascista, allontanandosi sempre di più. dal programma originario, attirò i cattolici, parecchi dei quali avevan sempre cercato qualsiasi argomento per appoggiare tutti i Governi, e che, dopo il ritiro dei Popolari dal Ministero non potevano certo mutare le loro abitudini e mettersi all'opposizione. Essi costituirono la Unione Nazionale e giustificarono Pappo ggio dato al Governo col dire che i valori religiosi, di cui aveva assunta la difesa il Partito popolare, erano tutelati dal fascismo dominante . Soprattutto con i provvedimenti del 1924 che valsero ad accrescere il numero dei cattolici filofascisti e a diradare le file dei popolari, dai quali si staccarono parecchi senatori e deputati che appro­varono la nuova legge elettorale che dava alla maggioranza i due terzi dei seggi .
L'incontro con don Odoardo Maturo, singolare figura di sacerdote, che era stato amico e collega di molti di noi, prima della guerra, alla Sapienza ed era diventato cappellano della Marina, gli offrì modo di informarsi, il 24 maggio 1927, dell'assistenza religiosa ai militari, traendone la conseguenza che essa, di fatto, non esisteva e che tutto questo apparato si riduce ad una semplice appa­renza. Di qui l'amaro commento:
il Governo ha un certo numero di preti impiegati al suo servizio, vincolati da obblighi speciali e dallo stipendio, e forse crede di aver fatto un guadagno secondo il vecchio sistema della Religione itrumentum Regni, ma la Chiesa e soprattutto le anime dei soldati che cosa ci guadagnano? I singoli cappellani e l'Ordinario Castrense lucrano uno stipendio
4) Al quale succederà il 26 febbraio quello di Luigi Facta. Amico di Giolitti, caro a molti per simpatiche maniere di gentiluomo e nulla più , dirà di questo debole rap­presentante di una maggioranza eterogenea nella 2" edizione (la prima usci nel 1914) della Storia contemporanea d'Italia dal 700 ai giorni nostri, Milano, Società anonima edi­trice Dante Alighieri, 1934, pp. 565, 566.
Ivi, p. 572.