Rassegna storica del Risorgimento
CONCORDATO DEL LATERANO 1929; ROSI MICHELE
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1976
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467
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Michele Rosi eia Patti Lateranensi 467
Fedéle annunziò che il giorno innanzi, 7 febbraio, Giovedì Grasso, si era stipulato 1 accordo tra Chiesa e Stato e magnificò l'opera del Duce e un pochino la... propria. Ammirazione dei due: io freddo chiedo: E i rapporti Dell'Estero? . Risponde: A questo pensa il Papa; noi come Italiani siamo contenti e aggiunge: a Io credo alla istituzione divina del Papato, che come si salvò altre volte si salverà anche ora . Accenna poi a Gentile che a Napoli dichiarò la Religione cosa da ragazzi e deplora la mancanza di senso politico. Gli altri approvano; io osservo che Gentile è coerente. Allora tutti esprimono ammirazione per Gentile, ma convengono con Fedele che la politica impone un determinato linguaggio nel quale egli è maestro.
Dei patti dell'accordo non dice nulla di preciso. Cecchelli osserva con compiacenza alla fine del Fondo Culto, pregustando certo la gioia della cattedra universitaria.
Dopo la lezione Iacono de La Tribuna (da qualche giorno frequenta la mia scuola) mi dice che il Papa avrà giurisdizione intorno a S. Pietro e delegherà la polizia al Governo italiano. Vi sarà poi una forte indennità in denaro. Due antichi studenti confermano e uno aggiunge che il Re abdicherà e il figlio diverrà imperatore! Forse, penso, in partibus.
Padre Soldatelli mi diceva stamani che l'accordo sarà firmato forse domani (?), che il Papa avrà comunicazioni dirette colla stazione di S. Pietro e un aereodromo e che conserverà intatti i diritti storici della Chiesa. E allora l'accordo a che serve? E senza salvare questi diritti come potrà esservi accordo da parte della Chiesa?
Ho l'impressione che l'ultimo capoverso non sia del 9, ma del giorno successivo. Il discorso riprende all'indomani.
Roma, 11 febbraio 1929.
I giornali verso le 13 annunziano la firma del trattato che elimina la questione romana e del Concordato che regola i rapporti tra la Chiesa e lo Stato. Si crea la Città Vaticana sotto la sovranità del Pontefice, si abolisce la Legge delle Guarentige e si stabilisce un'indennità in compenso delle Province perdute.
Un frate mi vanta il grande accordo: accusa il Potere temporale di avere danneggiato la Religione spargendo la miscredenza e cita un detto di Leone XIII che avrebbe rifiutato di riprendere il Potere. Osservo che la miscredenza è dovuta a molte ragioni, diminuì prima dell'accordo, resterà e forse crescerà dopo l'accordo per cause varie. Riguardo alla condanna del Potere temporale chiedo come si concilii colla richiesta insistente per riaverlo e coi diritti imprescrittibili. Cerca di deviar la questione e si scalda credendo che io metta in dubbio il diritto papale di rinunciare. Gli spiego che non essendo un dogma io non ho niente da credere, che faccio solo constatazioni di fatto: quanto a me
so che nelle polemiche tutti gli uomini si rassomigliano, ma che vi sono credenti i quali ritengono che i preti costituiscano una categoria a parte alla quale il condannare oggi un fatto storico esaltato ieri, e criticare la resistenza a transigere di Pontefici come Pio IX potrebbe nuocere, senza contare la ripercussione in altri campi. Del resto, vano è discutere finché non si conoscano tutte le clausole dell'accordo: io poi anche allora mi limiterò a vedere di che si tratta e a chiedere se si sieno misurate tutte le conseguenze dell'accordo. Stasera un prete si mostra preoccupato: ini accordo con Mussolini senza l'intervento della Nazione, quando l'esilio, il confino e il carcere affliggono tanti italiani, che valore può avere? E spendita di miliardi (dicono uno o due, io credo molto meno) in questo momento, mentre si restringe la beneficenza e crescono tasse e miseria, che effetti avrà? Ostentare la cosa come vittoria fascista è opportuno? E considerate tutte le circostanze quali vantaggi effettivi si avranno all'interno e all'estero, quali danni BÌ possono temere con un mondo incline a democrazia? E non si teme che la democrazia diventi sempre
apiù anticlericale e trascini tanti anche di altri campi? Questo prete ragiona. Intanto domattina le Camicie Nere andranno in Piazza S. Pietro. E il Papa le benedirà, e il Fascismo sarà il benedetto del Signore, come Napoleone fu l'unto del Signore.(,>
u> Ved. la magistrale rievocazione e interpretazione dell'evento in ARTURO CARLO JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, Torino, Einaudi, 1963, pp. 465-483,