Rassegna storica del Risorgimento

CONCORDATO DEL LATERANO 1929; ROSI MICHELE
anno <1976>   pagina <470>
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Alberto M. Gkisalberti
sui rapporti di Napoleone con la Chiesa e con la Scuola sviluppando il con­cetto esposto nella prima lezione e rilevando il grave errore commesso da Napo­leone. Il giuramento imposto per compiere una funzione non vincola questa: inoltre Religione e Scienza non si incatenano. Applausi .
Ciascuno a suo modo, anch'egli, combatteva la sua battaglia in quel dram­matico 1931, che è l'anno della grave crisi insorta tra la Chiesa e lo Stato per VAzione Cattolica. Quanto a quest'ultima, per la quale non v'è alcun accenno nell'unica pagina dedicata al 1931, rimando al racconto molto preciso della Storia Contemporanea.14)
Il professore che, annotando nel suo Diario di essere stato richiesto dal Ret­tore (10 luglio 1932) se si era iscritto al P.N.F. affermava Non ho fatto domanda, quindi non v'è risposta , non poteva restare indifferente alla quotidiana con­ferma del mere in servitium. H 20 maggio 1930 registrava nei suoi Appunti:
Continuano le dimostrazioni pubbliche di obbedienza (chiamiamola così) ai potenti del giorno. Non è certo ima novità. Dimostrazioni idèntiche vi furono per secoli e non impedirono il Risorgimento.
Certo v'è una differenza: un tempo i potenti traevano forze dal di fuori, oggi le pren­dono dalle popolazioni stesse che obbediscono e che sembrano vittime dell'atavismo. Per altro i disubbidienti coraggiosi erano pochi in passato, sono molti oggi e i disobbedienti silenziosi sono... legione. 1 disobbedienti del passato trascinarono le folle, i disobbedienti del presente che faranno? Molto dipenderà dallo sviluppo delle vicende mondiali.
Ma dovranno passare ancora troppi anni prima che le vicende mondiali risolvessero il suo interrogativo: Michele Rosi non potrà assistervi. Per ora dovrà continuare ad affidare ai suoi Appunti l'amarezza che lo assaliva allo spet­tacolo di quanto accadeva anche allora quando si dan la man Cesare e Piero . pochi mesi prima della morte, il 29 ottobre 1933, nella sua Lucca, annoterà con esasperato sdegno e spirito profetico:
I giornali riportano un discorso ieri pronunziato da Mussolini a Roma e descrivono la sfilata dei decorati sotto l'Arco di Costantino e per la Via dei Trionfi coronata dalla rivista del Re e dall'omaggio degli Artiglieri alla Regina. Continuano le marionette e le mascherate colTappoggio del Clero che ieri intervenne alla passeggiata con una centuria di Cappellani militari e celebrò funerali per i Martiri Fascisti. E per gli assassinati del­l'altro campo, in parte cattolici praticanti, i ministri di pace non sanno pregare. Eppure anche senza salire tanto in alto quando due popoli civili han finito la guerra raccolgono le salme dei caduti e d'accordo onorano tutti. Ma i Caduti di un doloroso contrasto interno devono essere giudicati a vantaggio dei vincitori che sfruttano tutti e la memoria dei morti deve perpetuare l'odio, che certo è una forma del Regime. E i ministri del Vangelo si prestano non pensando alla rovina delle coscienze e alla futura reazione che purtroppo
*3) Dal Diario cit. in GHISALBERTI, Maestri e compagni di strada, pp. 83-84.
'*) Storia contemporanea ecc. cit., pp. 588-596. Quanto al giuramento, su quelli che più tardi chiamerà nel Diario i cavilli vaticani diffusi dall'Osservatore romano del 4 novembre e riprodotti dalla Civiltà Cattolica del 2 gennaio 1932 , ribadiva i concetti affermati nelle sue lezioni. Secondo un comunicato governativo solo undici professori rifiutarono il giuramento, ma probabilmente parecchi giurati che considerano l'insegna­mento come una missione, non dettero nessun peso alle argomentazioni dell'Osservatore e piuttosto pensarono che rimanessero integri i diritti della scienza e della scuola, giacché un giuramento imposto per esercitare una determinata funzione, non può distruggere i caratteri essenziali della funzione stessa , ivi, p. 597.