Rassegna storica del Risorgimento
ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI; PARETO LORENZ
anno
<
1976
>
pagina
<
486
>
486
Libri e periodici
delle credenze circa magia e stregoneria, fornendo sollecitazioni e stimoli al ripensamento di tutta la questione. Le spiegazioni del Muratori ad es. (riguardanti la fantasia), nutrite di erudizione e di analisi psicologica, tendevano a limitare la fede nelle forze della magia, a ridurre a pura superstizione credenze e pratiche legate alla stregoneria, a esaminare con sostanziale ottimismo illuministico il problema della stregoneria; analogamente le osservazioni del Melchiori sui difetti del diritto penale veneziano, sul reato di sortilegio, sul valore della et confessione del reo ecc. anticipavano gli scrìtti di Tart a rotti, Beccaria, Carli ed altri, mettevano da parte le argomentazioni teologiche e concludevano in una requisitoria contro la tortura; ed infine il marchese Gorini-Corio, negando l'intervento dei demonio nelle cose umane ed esaltando la potenza della ragione, sgombrava la natura di ogni influenza animistica e di ogni interpretazione miracolistica: ce l'originalità della sua indagine consiste nell'avere ottenuto (...) di ridurre al naturale ciò che tradizionalmente veniva riferito alla magia ed al diavolo, sgombrando il campo alla distaccata indagine della ricerca scientifica (p. 79).
Sulla scia dell'opera riforinatrice del Muratori si pose anche il Tartarotti specie nelle prime tappe della sua formazione letteraria tra Padova e Rama, Venezia e Torino (all'Università patavina, al seguito del card. Passionei o di Marco Foscarini), mentre combatteva le sue prime battaglie contro la logica e la filosofia scolastica, lavorava per la oc restaurazione della ragione in campo filosofico e della critica .storica, e compiva una serie di ricerche e la raccolta di materiali negli anni '40 sul tema delle streghe che si concretavano nel trattato del 1749: Del congresso notturno della lammie. Senza seguire il Parinetto nel confronto tra gli abbozzi, le prime riflessioni, i giudizi esposti nelle lettere agli studiosi amici (la qual cosa per altro presenta un certo interesse per il taglio medesimo dato alla trattazione, gli argomenti tralasciati, le polemiche avviate o interrotte ecc.), su due aspetti vai la pena di fermare l'attenzione: da un lato l'uso delle armi della ragione (erudizione, storia, critica) e non di qualche volterriano motto di spirito per disarmare gli avversari (e soprattutto il gesuita spagnolo Del Rio), dall'altro non entrare nel campo teologale e non servirsi dell'autorità e delle citazioni di legisti, canonisti e moralisti: ce La ragione è un'arma che sì spezza nel territorio fatato della teologia, e Tartarotti, professata tutta la sua ortodossa adesione alla fede cattolica, preferisce non entrare in quel campo, ma proseguire in quello sicuro della ragione, come aveva già chiaramente enunciato in tutti i lavori a monte del Congresso notturno riguardanti la falsa scienza ed il vaniloquio del metodo scolastico, uno degli aspetti del quale è appunto il disapprovabile tentativo di esercitare l'analisi della ragione nella zona diservata alla fede (p. 104).
Per il Tartarotti, dunque, non si trattava soltanto di usare buon senso e ragione per togliere dal rogo presunte streghe, o di far penetrare in più vasti strati della popolazione (e non solo negli ambienti di élite culturale) le sue dimostrazioni storico-critiche, ma ai trattava di estendere l'uso privilegiato della ragione a tutti gli uomini, di comprendere i motivi remoti e profondi della nascita di magie, stregonerie e diaboliche ossessioni, di valutare gli imprestiti e le sovrapposizioni tra antiche credenze pagane, le superstizioni, la diffusione della religione cristiana ad ogni livello. Se pel Venturi si può parlare di uso pragmatico della ragione da parte del Tartarotti, rientra appunto in questa ipotesi di lavoro la distinzione tra stregoneria e magia, distinzione che, affermando l'irrealtà della sola stregoneria e la realtà della magia troppo connessa alla pratica dei tribunali ed alla teologia avrebbe facilitato la liberazione delle streghe Berna scatenare dispute teologiche intorno al diavolo e ai suoi poteri; al di là dello spirito illuministico e di un'astratta coerenza razionale, il Tartarotti operava in difesa delle streghe in modo meno ottimistico del Muratori o del Maffei, con una strategia di difesa ed una grande moderazione nell'uso di testi e fonti allo scopo di conseguire positivi risultati, da una parte con la dimostrazione dell'assi* r-dità dei processi alle streghe e del Congresso notturno, e dall'altra con il tentativo di spiegare la psicologia della oc strega , la nascita del fenomeno, il contrasto tra la mentalità scientifica e il cosmo animistico-teologico che ospitava ad es. la credenza dei voli notturni al Babbo. Nei vari libri del Congresso notturno la predisposizione psicologica della e strega , l'appartenenza alla classe contadina, la presenza o meno del demonio, l'intreccio di fantasia e realtà ecc. costituivano altrettanti momenti dell'analisi del Tartarotti che, nella discussione del fenomeno (testi e documenti alla mano), andava alla ricerca delle numerose cause