Rassegna storica del Risorgimento
ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI; PARETO LORENZ
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1976
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pagina
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497
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Libri e -periodici 497
Costituti di Federico Gonfalonieri, di Giorgio Pallavicino e di altri, quella revisione che, sulle prime, aveva suscitato notevoli obiezioni e polemiche, per quanto non avesse potuto essere basata che su documenti incompleti, risultò fondamentalmente esatta.
I settari parmigiani, particolarmente tutelati rispetto agli abusi subiti da quelli estensi, malgrado fossero compromessi da rivelazioni dei settari reggiani, modenesi, lombardi e romagnoli, ebbero il merito di essere coerenti con i loro principi e soltanto uno degli inquisiti fece un'importante rivelazione, che poi ritrattò dinanzi al Tribunale. In sostanza, la posizione dei patrioti reggiani che si trovarono a dover subire le vessazioni dell'istruttoria condotta dal Besini, deve essere riesaminata anche alla luce dei documenti che il Pampari porta a sostegno di questa tesi.
Per quanto concerne la posizione di Antonio Panizzi è parso necessario all'A. valutare attentamente l'attendibilità della relazione dallo stesso pubblicata nel 1823 e ciò soprattutto per l'influenza che quel libro esercitò in seguito su tutto quanto fu pubblicato sull'argomento, senza che alcuno (se si escludono il Tassoni ed il Villani) si preoccupasse di controllarne l'esattezza. Ora l'A., alla luce di nuovi documenti, afferma come sulla stessa relazione si possa avanzare una legittima riserva. Infatti, accanto a molte verità esposte con sorprendente precisione, essa contiene senza dubbio alcune accuse ingiuste ed alcune inesattezze e contraddizioni. A questo proposito il Pampari fa osservare come questo studio del Panizzi non potè che aggravare le sofferenze morali dei protagonisti e dei loro familiari. Inoltre quel libro, pur involontariamente, contribuì ad accrescere il discredito che, con sottile perfidia, Francesco TV aveva gettato sui patrioti estensi o, meglio, su tutta la cospirazione. L'A, aggiunge infine che il giudizio del Panizzi non fu sereno nemmeno nei confronti dei giudici del Tribunale Statario, sbrigativamente accusati di servilismo e di aver infierito sugli imputati emettendo condanne sproporzionate alle loro colpe, accusa, questa, assolutamente infondata. Nella realtà i giudici per evitare a molti imputati la pena di morte (che il Procuratore aveva richiesto per 42 dei 47 imputati!), fecero del loro meglio ricorrendo spesso a sottigliezze giuridiche e sfruttando abilmente alcune pecche dell'Editto emanato nei 1820 per la repressione della carboneria.
Il merito innegabile di questa pubblicazione, che si basa su materiale in gran parte inedito, è anche quello di farci considerare come i fatti esposti derivassero non da casuale contingenza, ma fossero precisa conseguenza della volontà del popolo reggiano che si esprimeva attraverso i suoi figli migliori al fine di liberarsi della tirannide estense. Infatti leggendo queste pagine si avverte subito come l'anelito cui tendevano i patrioti del tempo altro non fosse che il sentimento annunziatore della libertà per tutto il popolo italiano.
Torna pertanto ad onore dell'Autore averci offerto la possibilità di considerare gli avvenimenti storici di quel periodo alla luce di una nuova quanto ampiamente documentata interpretazione.
MARIO MAZZAPERLINI
CABLO LEONI, Cronaca segreta de1 miei tempi (1845-1874), con pref. e note di G. TOFFA-NIW JR. (et Scrittori Padovani , 3); Padova, Rebellato, 1976, in 8, pp. 766 con ilL S.p.
Pubblicando nel 1844 il secondo volume delle sue Opere storiche, a un certo punto Carlo Leoni avvertiva: a. Dell'epoca democratica poi sino agli anni correnti, io vo scrivendo i fatti principali e nazionali in una mia Cronaca segreta, ove con ischiettezza è discorso di ogni politica, civile e cittadina cosa, di presenti o fresche memorie, di viventi illustri uomini e magistrati, ov'è dato a ciascuno il suo. Ma tal volume sinché io viva non escirà dalle mie mani. Il Leoni aveva allora 32 anni, godeva d'una certa notorietà per gli scritti storico-letterari pubblicati, e pensava di raccogliere currenli calamo la vera fotografia dei suoi tempi. La Cronaca segreta ebbe inizio solo dal '45 e fu condotta poi con costanza, attraverso difficoltà (il Leoni fu alla difesa di Venezia, sorvegliato a più riprese dalla Polizia austriaca e processato, i suoi fogli nascosti e poi rimessi insieme), fino a pochi giorni prima della sua morte, cioè al luglio del '74. Abbraccia dunque un periodo trentennale e comprende alcuni momenti salienti della storia risorgimentale: la rivoluzione del '48-'49, la guerra del '59, )a liberazione dei Veneto, la fine del dominio temporale dei papi. Per taluni periodi, quando
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