Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI; PARETO LORENZ
anno <1976>   pagina <499>
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Libri e periodici
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mi ridusse in istato di orribile sfabbricazione... vo pensando come farei un libro sul modo di tranquillamente morire e lo trovo nella pura e retta coscienza, nella più pronta e piena riparazione al mal fatto, nella certezza d'una seconda vita che dee completar questa, conse­guenza logica, necessaria giustizia, premio a virtù . Riporta ancora, al 22 giugno, la più cara delle visite , quella delTAleardi, e dopo le espressioni di gratitudine per la nuora che l'assiste, termina con un nota bene: C. L. nato 29 gen. 1812 spirò... ; chiede funerali decenti, ma modesti, e conclude: Il più bel funerale è l'elemosina *
Il diario del padovano immutabile (così s'era definito egli stesso), con tutti i suoi limiti, di scrittura sciatta, di imprecisioni e pettegolezzi e squilibri, ha un suo sapore di vita vissuta e d'immediatezza che lo rendono assai gradevole e interessante. È una delle poche voci di contemporaneo dei grandi fatti dell'800, che valeva la pena di far ascoltare; e perciò siamo grati al curatore e all'editore dell'opera che ce ne han data una pubblica­zione integrale, bene illustrata e sapientemente annotata.
SERGIO CELIA
GIULIO CEKVANI, Nazionalità e Stato di diritto per Trieste nel pensiero di Pietro Kandler. Gli inediti del procuratore civico; Udine, Del Bianco editore, 1975, in 8, pp. 217. Lire 4.000.
Quasi contemporaneamente all'edizione del bellissimo Atlante-Cartolare redatto dal Kandler in occasione della visita di Francesco Giuseppe a Trieste nel 1856 (sul quale cfr. Rassegna, 1976, fase. II, pp. 255 e sgg.), Giulio Cervani pubblica un importante gruppo di inediti kandleriani. Si tratta di una serie di saggi, chiaramente destinati alla compilazione di quella monumentale raccolta che, sebbene concepita da tempo, non vide la luce per la morte del suo autore avvenuta nel 1872, dal titolo Leggi, ponderazioni, com­menti, dissertazioni per gius e giurisprudenza della legislazione di Trieste nel suo sviluppo storico . Questa silloge, di importanza fondamentale per la storia della città, probabilmente avrebbe dovuto essere una compiuta e definitiva riflessione storico-politica sul passato di Trieste, sulle sue istituzioni, sul suo ruolo e sul suo destino, legati indissolubilmente a quella Casa d'Austria e a quell'Impero asburgico da cui nel tempo aveva ottenuto sicurezza e libertà, giustizia e benessere. Perché gli inediti kandleriani, nella loro incisiva chiarezza, testimoniano una volta di più l'ideologia politica del loro autore, tutto proteso ad esaltare il legame di una Trieste moderna nelle sue strutture sociali e nelle sue istituzioni ammini­strative con un'Austria costituzionale e garantista rispettosa, come uno Stato di diritto a base sovranazionale. delle molteplici nazionalità conviventi nell'Impero e, quindi, anche degli italiani di Trieste e del Litorale collocati sul maggiore sbocco emporiale e portuale dì quella grandiosa realtà statale. Ma per questo loro inconfondibile carattere gli inediti mostrano la difficoltà, o addirittura l'impossibilità per Kandler di comprendere la sostanza effettiva di quel processo di trasformazione politico-istituzionale che portava l'Impero verso i mutamenti del 1867 e, quindi, verso VAusgleich austro-ungarica. Kandler quel processo non capiva né quella soluzione poteva comprendere legato com'era alla concezione sovra-nazionale dell'Impero in una prospettiva di carattere e di contenuto certo più avanzata sia di quella antica municipalistica e privilegiata che legava pattiziamente la sua città ad una Austria particolaristica dai residui feudali, sia di quella più recente che snaturava le carat­teristiche peculiari di Trieste nell'uniformità amministrativa tedesca e ne misconosceva nella nuova realtà austro-ungarica il valore ed il ruolo.
Per questa ragione gli inediti kandleriani, redatti dopo il 1861, possono apparire ana­cronistici da un punto di vista strettamente politico riflettendo aspirazioni ed idee destinate a non più realizzarsi per il corso assunto dalla storia dell'Austria dopo le due guerre del 1859 e del 1866. Ma non per questo sono meno interessanti: rappresentano infatti, oltre la testimonianza di una fede nel valore sopranazionale della realtà mitteleuropea della quale Trieste era allora parte integrante e che pareva offuscata dalla soluzione dualistica adottata nel 1867, anche un contributo storiografico non indifferente alla comprensione del passato di quella città fatta dalla geografia e dalla storia il punto di incontro di popoli diversi per tradizioni, costumi e cultura.