Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI; PARETO LORENZ
anno <1976>   pagina <501>
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Libri e periodici
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aspetto giuridico-sociale ecc. nel quadro nel rinnovamento auspicato e in parte realizzato nel secondo Settecento meridionale. In tal senso di primaria importanza risulta il problema della Dogana di Puglia (punto chiave della riforma agraria e del rapporto pascoL'/agricoI-tura), con la eensuazione del Tavoliere, la valutazione dei terreni, la tutela dei dizitti del Fisco ecc.; così, connessi con riniziativa di censuare i terreni della dogana di Foggia, erano i progetti di una carta economica (per la utilizzazione dei terreni agricoli) e dei monti fru-mentari che dovevano venire incontro ai bisogni dei contadini al momento della semina e del raccolto. Analogamente il campo tributario, per il disordine delle amministrazioni comunali, l'indebitamento dei comuni, il danno causato dagli appaltatori di gabelle, la molteplicità delle imposte ecc., attirava Pinteresse di illuministi e riformatori i quali, con le loro relazioni e ricerche, con gli studi ed i piani posero la base di quelle nuove strutture che vennero realizzate durante il governo dei napoleonidi. Il Masellis per altro non si limita a raccogliere e pubblicare le memorie più significative, ma prende in esame le varie que­stioni dibattute a livello pubblicistico, governativo, scientifico ecc.; se per la riforma doga­nale i dibattiti riguardavano l'abolizione del monopolio dell'acquavite, la liberalizzazione del commercio dell'olio (per es. il piano Corradini; la politica del Palmieri), l'incremento dei traffici marittimi ecc., per le riforme giuridico-sociali le discussioni e le innovazioni concernevano la efficacia delle leggi, la decadenza dei tribunali provinciali, i Codici, l'assi­stenza sociale, i piani regolatori, la statistica demografica ecc. H che fa dire al Masellis, circa il contributo degli illuministi alla formulazione e realizzazione dei vari progetti:. Appare, perciò, destituita di fondamento la tesi di coloro che intendono minimizzare l'ap­porto da essi dato al moto riformatore visto nel contesto storico-politico, quasi il loro inter­vento sia stato intempestivo o, peggio, anacronistico. All'uopo, invece, è stata rivelatrice Fazione svolta dalla corrente culturale post-tanucciana, tra i cui appartenenti abbiamo potuto evidenziare ingegni di prim'ordine lasciati finora in ombra da parte della storiografia (pp. 97-98).
RENATO GIUSTI
EMILIO R. PAPA, Origini delle società operaie in Piemonte. Da Carlo Alberto alVUnità; Mi­lano, Giuffrè, 1976, in 8, pp. 465. L. 9.000.
Ampliato e rinnovato nel testo e nella preziosa appendice documentaria, Emilio Papa ripropone a nove anni di distanza il suo primo lavoro sulle origini delle società operaie dal 1848 al 1861. L'aver voluto rielaborare un precedente studio ha forse nuociuto al lavoro che si presenta discontinuo e condotto solo per linee esterne.
L'A. parte dall'assistenzialismo del '700 per passare poi ad analizzare la nascita delle prime società di mutuo soccorso e l'importanza che ebbe, nei congressi degli scienziati, lo studio della condizione operaia, ad opera soprattutto di Gottardo Calvi.
Su un diverso piano di penetrazione popolare si pose invece Lorenzo Valerio, fonda­tore nel 1836 di un foglio settimanale destinato ce alla plebe ed ai suoi problemi Letture popolari (p. 49). Valerio, pur tra comprensibili difficoltà, tra le secche del possibilismo e della prudenza, riuscì a dar vita ad un giornale autenticamente popolare nel linguaggio e nei con tenuti che ebbe anche funzione di denunzia sociale e che si valse della collaborazione di uomini come Aporti, Lambruschini, Montanelli, Tommaseo, Vieusscux. Tenuto sotto con­trollo dal governo, il giornale fu soppresso una prima volta nel 1841 e definitivamente nel 1847, pur avendo cambiato testata ed attenuata la sua linea.
Con lo Statuto mutava profondamente la situazione; l'art. 28 proclamava la libertà di .stampa, l'art. 32 riconosceva la libertà di riunione e di conseguenza di associazione prima negata dal codice penale. Sorsero subito una molteplicità di associazioni. C'era... nello Statuto, quanto bastava per concedere agli operai più evoluti di organizzarsi, per provvedere da soli alla tutela dei propri interessi, ed acquistare coscienza della propria forza, spirito di classe (p. 84). Nacquero le prime società operaie di mutuo soccorso, ohe ebbero come fine l'assistenza in caso di malattia e di vecchiaia, da quella costituita a Pinerolo nel­l'ottobre del 1848 a quella di Torino tenuta a battesimo dalia Gazzetta del Popolo. Partico­lare importanza ebbe la società operaia di Vìgevano fondata da un avvocato, Stefano Boi-