Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI; PARETO LORENZ
anno <1976>   pagina <502>
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502 Libri e perìodici
drhii, che, con la collaborazione del fratello Vincenzo, diede anche vita al primo congresso delle società di mutuo soccorso piemontesi. Ed a Vincenzo Boldrini, giornalista e scrittore, si deve l'indirizzo che presero e conservarono i congressi operai fino all'Unita.
Negli ultimi due capitoli Emilio Papa analizza i congressi generali che si tennero dal 1853 al 1861 quando l'avvenuta politicizzazione del mutuo soccorso operaio mutò comple­tamente l'impostazione che il movimento aveva mantenuto negli anni che precedettero l'uni­ficazione. L'A. non chiarisce i motivi che furono all'origine delle società operaie, non es* sendo fattore sufficiente a giustificarne la genesi la concessione dello Statuto e l'abrogazione degli articoli del codice penale che vietavano la libertà d'associazione. Ancora, si notano all'interno del lavoro alcuni scompensi negli argomenti trattati, con l'inserimento di motivi non necessari nell'economia del lavoro. Affrettata e poco curata appare la stampa; gli errori si contano a decine e portano anche a curiosi risultati. Valga per tutti il caso di Franco Della Perula, trasformato in franco Della Frutta, autore di un articolo in Movimento operìo dove operio sta per operaio.
Nell'appendice del volume, anch'essa ampliata rispetto al precedente lavoro, sono pub­blicati gran numero di documenti relativi ai regolamenti ed agli statuti delle società gene­rali di mutuo soccorso e discorsi di Giuseppe Boitani, Stefano e Vincenzo Boldrini. Sono anche pubblicati i sunti degli atti dei congressi generali, dal 5 del 1857 a Voghera al 9 del 1861 a Firenze, e gii atti del congresso riparatore tenuto ad Asti sempre nel 1861 nel tentativo di cacciare lo spettro della politicizzazione del movimento operaio diventato realtà nel congresso di Firenze grazie all'impulso dato da Mazzini e dai democratici. L'A. non pubblica i sunti degli atti dei primi quattro congressi già fatti conoscere da Gianni Bosio in Movimento operaia, aa. II e III, 1950-1951.
ANNA MARIA. ISASTIA
L'opera e l'eredità di Carlo Cattaneo. Voi. 1: l'opera, a cura di CARLO G. LAICATA; Bologna, Società editrice il Mulino, 1975, in 8, pp. 326. L. 6.000.
Questa raccolta di saggi prende in considerazione i vari elementi dell'opera di Carlo Cattaneo, ne affronta i temi centrali e sottolinea gli aspetti più rappresentativi: concezione della storia, teorie economiche, pensiero politico e sociale, problema dell'educazione.
Norberto Bobbio analizza il pensiero storico e mette in luce quanto fosse importante per Cattaneo lo studio di problemi economici e scientifici. L'opera del Lombardo si ispira al fatto concreto, non a teorie generali: la storia per lui non è arte, ma scienza basata sulla osservazione sperimentale.
Luigi Bulferetti illustra la fede di Cattaneo nella scienza e nel progresso inteso come esaltazione dell'operosità umana. Privata di ogni sostrato metafisico la fiducia di Cattaneo nel progresso si traduce nell'enfasi del ruolo attivo e concreto dell'uomo nella storia.
Lamberto Borghi esamina il problema pedagogico; Carlo Lacaita e Luciano Cafagna discutono rispettivamente il pensiero politico e quello economico; Delia Castelnuovo Fri-gessi, infine, sottolinea l'importanza della città nel pensiero di Cattaneo e il suo ideale fede­rativo derivato da motivi razionali dedotti dalla storia italiana, ma anche da un sentimen­tale, inconfessato campanilismo.
Complessivamente emerge da tutti i saggi la straordinaria ricchezza dell'opera di Carlo Cattaneo; manca forse quello che sarebbe servito a illustrarne i limiti.
Cattaneo fu essenzialmente un riformista ohe detestava i metodi violenti: non era un rivoluzionario e preferiva concessioni dall'alto guadagnate attraverso campagne di stampa ben organizzate: di qui il suo fondamentale contrasto con Mazzini che fondava il suo pro­gramma sulla rivoluzione dal basso. Altro limite è, a mio parere, la questione della nazio­nalità; indubbiamente Cattaneo aveva una coscienza nazionale ) ma, contrariamente al Genovese, non arrivava alla conclusione ohe l'Italia dovesse diventare uno Stato unitario.
') Opere di Romagnosi, Cattaneo, Ferrari, a cura di E. SBSTAN, Milano, 1967, p. 357.