Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI; PARETO LORENZ
anno <1976>   pagina <515>
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Libri e periodici 515
ricerche nella biblioteca S. Tom masi dell'Aquila, molto fornita per quanto riguarda la parte giornalistico, dall'altro profondo conoscitore dei problemi e della tecnica giornalistica. L argomento trattato si inserisce in un ambito storico di particolare interesse: non si può dire, infatti, che nel Mezzogiorno d'Italia, nel periodo immediatamente precedente ed immediatamente seguente all'Unità d'Italia, la produzione giornalistica fosse molto florida. L unica oasi in mezzo a tanto deserto era Napoli, che però a causa delle influenze esterne, spesso internazionali può considerarsi un caso a sé, un'esperienza atipica.
L altra città che, sia per quantità che per qualità della produzione giornalistica, può avvicinarsi alla Capitale del Regno delle Due Sicilie prima e del mezzogiorno in genere dopo, e L Aquila. Una città che molto ha dato al Risorgimento, basti pensare ai nomi del Drago-netti, del Pellegrini, del Marrelii, del Rivera, del Tommasi, del D'Ayala e che, sebbene già agli inizi di una decadenza economica iniziata alla fine del settecento, era ancora un impor­tante punto di riferimento culturale non soltanto per le tre provincie in cui erano divisi gli Abruzzi.
Questo aspetto culturale del giornalismo aquilano è stato colto nel libro del Capezzali, che mira a sottolineare diversi aspetti del fenomeno: innanzitutto la grande produzione gior­nalistica della città, l'alto numero di testate e di tipografie, l'elevata quantità di giornalisti e scrittori, i tentativi qualche volta riusciti, qualche volta no di creare un giornale quotidiano, impresa di difficile realizzazione se si considera il periodo, cioè la fine del se­colo scorso, e la limitatezza della diffusione.
In secondo luogo l'influenza sulla vita politica, sulla cultura, sulla letteratura che tante testate esercitavano: un giornalismo cittadino non poteva non calarsi profondamente nella realtà di tutti i giorni, facendosi portavoce delle esigenze anche spicciole della popo­lazione, e contemporaneamente patrocinando battaglie politiche, campanilistiche ed eletto­rali cui la stampa dava un contributo spesso determinante. Si veda, ad esempio, la lunga e feroce polemica che divise in due la città, svoltasi tra il giornale a La Bandiera e il gior­nale Il risveglio ; e a L'Avvenire , che si definiva organo dei lavoratori abruzzesi e che a ebbe il merito di guadagnare ad una maggioranza socialista-radicale-repubblicana il Co­mune dell'Aquila .
Infine l'entusiasmo con il quale tanti privati cittadini, non certo giornalisti di profes­sione, ma per lo più avvocati e professori, si recavano la sera in tipografia a quei tempi fungente anche da redazione e da punto di incontro per scrivere i loro articoli: un gior­nalismo da dilettanti, ma proprio per questo estremamente vivo, mai scolastico, sempre ad alto livello sia per la forma che per i contenuti. le tipografie aquilane erano palestre di giornalismo: ricordiamo Silvio Spaventa Filippi che, studente all'Aquila, ebbe occasione di scrivere su tanti giornali aquilani, per poi approdare al Corriere della Sera e diventare fondatore de a H Corriere dei piccoli .
Questo il quadro che nella prima parte del libro arricchito da una premessa di Ernesto Pontieri, che per tanti annni, in qualità di Magnifico Rettore dell'Università degli studi, ha conosciuto ed amato la città dell'Aquila il Capezzali sviluppa con larghezza di citazioni, avvicinando i problemi spiccioli a quelli di carattere nazionale e dimostrando come un secolo fa, quando le vie di comunicazione tra L'Aquila ed il resto della nazione erano veramente impervie e diffìcili, la città non era isolata, ma anzi partecipava attiva* mente con il pensiero e con l'azione prima al Risorgimento, poi all'unificazione dello Stato sotto Casa Savoia, quindi alle infuocate campagne elettorali del periodo giolittiano. La seconda parte del libro raccoglie 85 schede analitico-bibliografiche delle testate allora esistenti: schede complete, con indicazione della diffusione, delle firme più impor­tanti della colorazione politica, delle disavventure cui il giornale era incorso; di fronte ad ogni scheda è riprodotta una prima pagina del giornale, il che costituisce, prima che un interesse, una simpatica curiosità. Completa il libro un ampio indice analitico e cronologico. In definitiva l'iniziativa del Capezzali, che ben può essere considerata strumento per ulteriori approfondimenti, copre un vuoto di cui si sentiva la mancanza; l'accuratezza e la precisione della ricerca ne fanno inoltre un'opera di notevole interesse ed utilità.
FABRIZIO MARINELLI