Rassegna storica del Risorgimento

ANGELONI LUIGI
anno <1977>   pagina <7>
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L, Angeloni tra liberalismo e democrazia 7
specie di religione evangelica20* ed egalitaria. Per un momento, nel 1814, era apparso all'Angeloni che gli accordi diplomatici potessero prospettare una via pacifica per l'indipendenza dei popoli e per le libertà democratiche, e a questo proposito aveva scritto Sopra l'ordinamento, opera che non prevede una lotta per arrivare alla costituzione di governi popolari, e, quindi, non ne prende in considerazione la necessità. Le delusioni di queste speranze portano il nostro autore ad un ripensamento generale della questione dell'ordinamento politico. Un regime popolare è considerato impossibile senza l'abbattimento dei governi monarchici esistenti. Costituzione politica e libertà civili formano un unico prò* blema e non possono conquistarsi separatamente; la necessità di forzare condì* zionì oggettive stabilizzate fa concepire l'azione patriottica come manifestazione violenta. Questa dovrebbe ristabilire la forza sociale della nazione, nella quale si risolvono gradualmente i vecchi diritti naturali delle teorie contrattualistiche. Il valore politico di questi diritti viene visto nella loro effettualità, nella capa* cita che essi hanno di organizzare la società secondo il loro modello. È già que­sta una posizione che non può più rientrare nel contrattualismo, il quale presup­pone valori civili di ragione a prescindere dalla eventualità che siano attuati nella società presente. L'influenza del Machiavelli sul pensiero delTAngeloni è da vedere proprio in questa esigenza di spostare l'obiettivo dell'indagine poli­tica dall'ambito delle teorie di ragione a quello della realtà effettuale, per sco­prire su quali condizioni naturali si basi l'attuale sistema politico e ricavare da questa indagine gli elementi che possano giustificare la possibilità di un rivol­gimento democratico.
Queste premesse, accennate appena nel 1818, sarebbero rimaste senza svol­gimento se le rivoluzioni del '20-'21 non avessero dato all'Angeloni la certezza che una latente forza rivoluzionaria, presente nelle condizioni politiche del­l'epoca, si era esplicata nella prassi politica e si era contrapposta a regimi che sembravano i detentori degeneri di quell'elemento. Come dice esplicitamente,2l) rAngeloni è stato spinto a nuove teorie da quegli eventi che avevano presen­tato per la prima volta, dopo la grande rivoluzione, lo spettacolo straordinario di due forze contrapposte, quella oppressiva dei regimi dispotici e quella libe­ratrice del movimento patriottico. Certe sue intuizioni, espresse in Dell'Italia sulla scia del Machiavelli, tornavano attuali.
L*Angeloni ha cercato di chiarire il concetto della forza riferibile a or­dinamenti contrapposti: quello dell'oppressione e quello della libertà in un lungo periodo di riflessioni politiche, che vanno dalle Lettere scritte da Parigi alla Minerva Napolitano, tra la fine del '20 e gli inizi del '21, fino all'opera Della forza, stampata nel 1826 nel nuovo esilio londinese. Le Lettere che, sotto l'impulso degli avvenimenti rivoluzionari, esprimono un atteggiamento più en-tusiaKiico, vanno considerate in blocco con l'opera del '26 che le rielabora in una visione da tempi lunghi per la rivoluzione. Falliti i moti napoletani e piemontesi, fallito il tentativo di approccio con Carlo Alberto**' all'indomani dei moti napoletani stessi, sollecitato dalla politica realistica allora perseguita
2> Di cristianesimo giacobino ha parlato D. CANTIMOIU va Giacobini italiani, Bari, 1956, voi. I, pp. 414, 432, a proposito, tra gli altri, del Poggi, un uomo che è confluito, insieme all'Angeloni, nei Philadelphcs.
2 L. ANGELONI, Della Forza cit., proemio, p. XIII.
23 Sulle relazioni intercorse tra 1*Angeloni e C. Alberto cfr.: IN. RODOLICO. Carlo Alberto principe di Carignano, 2 voli., Firenze, 1930*31, I, pp. 64, 100, 106-109.