Rassegna storica del Risorgimento
ANGELONI LUIGI
anno
<
1977
>
pagina
<
8
>
8
Bruno Di Sabantonio
dagli Adelfi, nella cui orbita l'Angeloni operava, egli, lungi dal ripiegare su posizioni di sfiducia verso un prossimo rivolgimento politico, vede nella rivoluzione fallita soltanto un primo atto di una lotta ben più vasta di quello che i fatti del '20-"21 potessero in se stessi rappresentare. Da quel momento si comincia a formare la concezione secondo le quale i sistemi dispotici attuali, reggendosi sulla forza bruta dell'oppressione militare, generano necessariamente opposizione altrettanto violenta e tenace, e determinando così una tensione politica gravida di sviluppi rivoluzionari.
Considerando la natura delle singole forze contrapposte, l'Angeloni ne rileva la diversa funzione; fondandosi esse sul consenso sociale, avranno un potere effettivo sulla realtà politica proporzionale alla capacità di esprimere interessi popolari. La debolezza dei regimi esistenti è costituita dal limitato ambito di interessi sociali che essi esprimono,a) al contrario del movimento patriottico, che rappresenta l'interesse della maggioranza della popolazione.24) Queste intuizioni circa le tensioni politico-sociali e circa l'importanza degli interessi materiali nei sistemi polìtici di ogni natura hanno una organica espressione solo nell'opera del '26. In essa la lontananza dei moti del '20-'21 fa sì, tuttavia, che i concetti di Rivoluzione e Reazione assumano caratteri e dimensioni non più riferibili immediatamente a fatti concreti e che rientrino nella generale contrapposizione delle forze del sistema naturale. L'Angeloni vuole trovare nella natura stessa le condizioni delle lotte sociali e le ragioni degli ordinamenti politici. L'interesse per lo studio della natura si fa preliminare ad ogni discorso politico. I motivi che hanno indotto l'Angeloni verso riflessioni di questo tipo sono assai diversi. La sua cultura politica ruota nell'ambito dei diritti naturali fino all'opera Dell'Italia. In essa si possono cogliere anche le fonti della sua ispirazione politica, esplicitamente dichiarate come Grozio. Montesquieu, Pufen-dorff e Vattel. o taciute come Rousseau al quale, piuttosto che ai detti autori moderati , vanno riferite le sue idee sulla eguaglianza e sulla sovranità pò* polare.25' Ma questa tendenza a ricercare nella natura i diritti politici non coinvolge mai in una visione naturale la realtà dell'uomo. Già nell'opera Sopra l'or-dina mento, del 1814, la religione è vista, tra l'altro, come coesione del popolo e come tradizione di valori anche storico-politici; *** la permanenza di queste idee fino all'opera Dell'Italia aveva impedito, in questo stesso scritto, l'approfondimento dell'indagine sulla realtà naturale dell'uomo e il suo sbocco in un naturalismo conseguente. Egli, alla vigilia del Congresso di Vienna, crede nei principi religiosi su cui gli alleati intendono ricostruire l'Europa tanto che esalta il più idealista e mistico di essi : Alessandro di Russia, il monarca che ha chiamato i popoli più forse che i re 27) alla libertà dall'oppressione napoleonica. La piega che hanno preso gli avvenimenti all'indomani del Congresso di Vienna determina nell'Angeloni una crisi profonda. Gli appare ora evidente il carattere politico della religione stessa, la quale è usata dai reazionari come ideo-
*-*> L. ANCELONI, Lettera II alla Minerva Napolitana, ivi, voi. Il, pp. 402 sgg.; l'assunto secondo il quale i regimi restaurati sono oligarchici era stato portato avanti in Dell'Italia efc, voi. I, pp. 121 sgg., voi. II, pp. 2 sgg.
3*) L. ANCELONI, Lettera III alla Minerva Napolitana* ivi, voi. III. p. 77.
*-*> L. ANCELONI, Dell'Italia cit., voi. I, pp. 240 sgg., 293 sgg.; voi. II, pp. I sgg., 90 sgg.
*** L. ANCELONI, Sopro l'ordinamento cit., pp. 11 sgg.
**> ivi, p. 29.