Rassegna storica del Risorgimento
ANGELONI LUIGI
anno
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1977
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pagina
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9
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L. Angeloni tra liberalismo e democrazia Jt 9
logia del potere. Essa non è condannata ancora come tale. Permane una sorta di distinzione tra religione come instrumentum regni e religione come comunità di fedeli. Il fatto importante è tuttavia avvenuto: il discredito nel quale la politica reazionaria ha gettato la religione apre in lui una crisi che, alla vigilia della rivoluzione del '20, si è già risolta in senso anti-religioso. Nella Lettera I alla Minerva NapolitanoM) non più Dio, ma la forza naturale è il principio delle cose. In Della Forza la religione ed ogni tipo di metafisica sono bollate come ideologia dell'oppressione, oscuramento della vera conoscenza, che è quella della natura.29* Un'altra via al naturalismo, sebbene meno importante, è data dalla formazione letteraria dell'Angeloni: egli è purista, come il materialista Giordani che conosce,30* e, nel purismo linguistico si ha della natura una concezione classico-razionalista suscettibile di evoluzioni materialistiche, o, almeno, na tur ali sti che.
Inoltre, il richiamo al Machiavelli e all'importanza da lui data alla forza della natura nella costituzione dei regimi politici fatto nell'opera del '18, Del-Vludia, indica bene la via verso il naturalismo che l'Angeloni sta prendendo, informandosi al duro realismo del fiorentino, interpretato in chiave democratico-patriottica. Oltretatto attira l'esule verso Machiavelli il tema, dibattuto dallo scrittore del '500, di quali siano le modalità attraverso le quali si possa riportare a libertà un popolo corrotto.31) L'Angeloni comincia a vedere nella natura dei regimi politici una realtà immanente, quando, subito dopo le rivoluzioni del '20-'21, s'incontra con i fondatori della dottrina frenologica, Cali e Spup zheim. I principi di questa dottrina gli sembrano rafforzare la interpretazione materialistica della realtà naturale,32) stimolandolo a ricercare nella natura stessa i motivi che possano spiegare il mondo fisico e spirituale dell'uomo. Una volta che tutta la storia umana può essere ricondotta alla sua radice naturale, le intuizioni generiche sulla natura, avute dall'Angeloni precedentemente, si sono aperte la via al materialismo. Al di là di questo stimolo non si può riconoscere alle teorie frenologiche altra influenza sul pensiero dell'Angeloni, come egli stesso esplicitamente riconosce. 33*
Nel corso della sua indagine, l'Angeloni è portato a fare una prima distinzione tra il mondo delle necessità naturali, concepito secondo uno schema rigorosamente meccanicistico, e il mondo della storia umana, nel quale si sviluppano gli ordinamenti politici. In alcuni passi dell'opera sulla forza si rischia di trasformare questa distinzione in una contrapposizione tra natura e storia, illogica in un sistema naturalistico e in evidente contraddizione con il compito, assunto dall'autore, di illustrare le cause naturali delle istituzioni sociali. Tuttavia, anche se tra difficoltà di interpretazione rilevanti, si può rintracciare nell'opera Della Forza una tesi generale mirante a mostrare che nella natura, prima che nella storia, si verificano conflitti di forze opposte suscettibili di dare luogo, nella vita della società organizzata, alle lotte politiche. In questo modo, mentre si determina la radice naturale degli interessi politici, si pongono pure le basi
28) /y/, voi. II, pp. 63 sgg.; la Lettera è scrìtta il 20 ottobre 1820. *) /vi, voi. II, pp. 109 sgg.
30) L. ANGELONI, Dell'Italia eit., voi. II, pp. 307 sgg.
?0 L. ANGELONI, Dell'Italia eit.. Ragionamento III, nota 15; ofr. anche Della Forza idi., voi. II, pp. 150 sgg.
2) L. ANGELONI, Della Forza eit,, Proemio, pp. XV sgg. 33) Ivi, Proemio, p. XVII.