Rassegna storica del Risorgimento

ANGELONI LUIGI
anno <1977>   pagina <12>
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Bruno Di Sabantonio
geloni vorrebbe stabilire tra la sua visione del diritto e quella del contrattila* Iismo in genere, e di Rousseau in particolare,42* non esiste se non per il carat­tere specifico che il suo diritto ha acquisito con il concetto della forza da cui viene fatto dipendere. La differenza tra l'Angeloni ed il Rousseau va rilevata, invece, per l'idea della liberta, concepita dal rivoluzionario italiano non nella natura dell'uomo, ma nella società. Lungi dall'essere un elemento originario della costituzione dell'individuo, essa si sviluppa solo con la civiltà. Prima della organizzazione sociale non viene riconosciuta all'uomo, dall'Angeloni, né li* berta né diritto, sibbene una tendenza assai vicina, del resto, alla perfettibi­lità roussoiana ad essere ammaestrato, una volta creata la società, ai valori positivi che questi concetti hanno nella vita civile. La via alla libertà passa, così, attraverso l'ammaestramento civile e si fonda sulla coscienza della identità tra bene privato e bene pubblico. Quando questa coscienza è stata debole, anche le pubbliche sorti sono andate soggette al dominio di pochi, giacché la democrazia è per l'Angeloni partecipazione del singolo alle decisioni che riguardano la col­lettività. La ricerca della libertà politica attraverso la via del contratto è dal no* stro autore destituita di ogni valore pratico, proprio per il carattere storico che viene ad assumere la libertà stessa.
L'Angeloni crede che l'organizzazione sociale riproduca lo stesso ordine della natura e che, come nel mondo naturale, così in quello politico, la forza capace di rappresentare la maggioranza sociale possa imporre alla società intera il proprio ordinamento. In opposizione ai regimi della Restaurazione, egli pensa che si sia costituita una maggioranza di interessi intorno ai principi rivoluzio­nari. Entrambi i movimenti politici si fondano sulla forza ed operano attraverso di essa. La certezza che la Rivoluzione fallita nel '20*'21 per un difetto di organizzazione, secondo l'Angeloni trionferà in un prossimo futuro è data dal fatto che, esprimendo una maggioranza di interessi politici, essa rappresenta l'espansione della forza naturale. I regimi dispotici, che non hanno più forza naturale, ma artificiale o negativa, permanendo in uno stato sociale che non rispetta più l'ordine di natura, non hanno più vigore e sono destinati ad un tramonto imminente.43J Così, la rivoluzione e la reazione, che costituiscono dopo il 1815 movimenti politici contrastanti, sono viste come espressione, nel mondo storico, della dialettica delle forze naturali. La forza artificiale, infatti, pur nella sua negatività, deve essere considerata uno stato della natura; essa, mentre non può essere eliminata dal sistema della natura perché si giustifica nella sua effettualità, permette l'insorgenza della forza rivoluzionaria, che è tale solo in quanto si contrappone ad un ordine che si riconosce come negativo e superato dalla civiltà dei tempi, dalle ulteriori esigenze della natura. Il cam­mino dialetticoM) della natura tende verso l'instaurazione di regimi liberi ad
*9 L. ANCELONI, Della Forza cit., voi. I, p. 119; cfr. J. J. ROUSSEAU, Contrat social, I. I, chap. 3, ove Rousseau polemizza contro la concezione che fa derivare il diritto dalla forza.
43> L. ANGELO*!, Della Forza cit., voi. I, pp. 182 sgg.; cfr. pure la Lettera I alla Minerva Napolitano, voi. II, pp. 402 sgg.
Attraverso la distinzione della forza nei suoi due momenti contrapposti, l'Ange­loni si è creato un criterio di valutazione storica degli ordinamenti civili che si richiama ad una concezione vagamente dialettica della natura e delle force sociali. La lotta politica rispecchia il processo del divenire naturale. La definizione dei governi attuali, monarchici e repubblicani, viene fatta sulla base della forza artificiale e naturale e gli ordinamenti