Rassegna storica del Risorgimento
ANGELONI LUIGI
anno
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1977
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pagina
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15
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h, Angeloni tra liberalismo e democrazia 15
un affratellamento dì tutte le italiche genti.4 Alla federazione degli Stati corrisponde una unità generale del popolo italiano. In questo periodo il problema di un assetto dello Stato federale passa in secondo piano rispetto alla esigenza dell'unità nazionale. Solamente negli anni posteriori alla rivoluzione del 20- 21 i temi dell'indipendenza e dell'organizzazione politico-sociale si fondono insieme in una visione organica. Il sistema federalista avrà allora una giustifica-zione di ordine politico, in quanto la struttura delle sue magistrature consente la reciproca vigilanza tra i poteri delle diverse formazioni geo-politiche e tra interessi pubblici e interessi privati, e una giustificazione economica e morale per la libera iniziativa e la responsabilizzazione dei cittadini verso le pubbliche funzioni che esso stabilisce ed estende col riconoscimento, alle autonomie degli stati locali, di una organizzazione economica e politica libera. La lega degli Stati, di cui si parlava nell'opera Sopra Vordinamento e verso la quale l'Ange-Ioni si mostra scettico in DelVItalia scompare definitivamente dopo le rivoluzioni del '20-'21. Nel suo sistema il frusinate garantisce le libertà locali, di gruppo, o individuali con l'equilibrio dei poteri delle magistrature federali. Al presidente della federazione repubblicana, che rappresenta l'unità della nazione e la continuità dell'azione politica col potere esecutivo, egli contrappone l'assemblea legislativa che limita le prerogative presidenziali vigilando, insieme al potere giudiziario, sull'operato del capo dello Stato ed impedendo, così, qualsiasi prevaricazione alla costituzione democratico-popolare.50) Considerando l'ampiezza dei poteri dell'assemblea dei delegati di fronte a quelli del presidente, la repubblica dell'Angeloni ha una forma tendenzialmente parlamentare e si conforma allo spirito anti-autoritario del suo pensiero politico. Egli crede che questo ordinamento possa conciliare a un tempo la tradizione italiana delle civiltà locali e l'esigenza dell'unità e dell'indipendenza nazionale; indica i principi generali di un ordinamento libero applicabile all'Italia, ma non ne dà una esposizione circostanziata. La formulazione precisa delle magistrature federali è per Ini un compito inerente alle situazioni di fatto, e si potrebbe avere solo dopo la rivoluzione democratica ed entro le condizioni storiche in cui essa si svolgerebbe. Cosi, anche per questo tema, l'Angeloni ripete quella duttilità o realismo politico che ha dimostrato in occasione degli eventi del 1814-15 e del 1820-21.
Nel dibattito che si accese sulle idee sostenute dall'Angeloni nell'opera Della Forza, di cui si conosceva una parte, emersero alcuni punti, quali il problema del rapporto dell'esule con gli autori precedenti, e la possibilità che le teorie sulla forza potessero condurre ad una giustificazione piuttosto che ad una critica dei regimi autoritari. Nell'edizione definitiva dell'opera, avvenuta a Londra nel 1826, l'Angeloni si occupò delle questioni critiche sorte intorno al suo scritto. Rispetto al primo punto egli tiene a distinguere il suo sistema politico, basato sulla forza rivoluzionaria e dialettica, da quello dello Hobbes, che ri serve di essa come puntello alla ideologia dell'assolutismo,51) ma non esclude
) L. ANCELONI, Dell'Italia cit., voi. I, p. 282.
50) L. ANGELONI, Della Forza cit, voi. II, p. 64.
5J) I/Hobbet come fonte dell'Angeloni era stato chiamato in causa dal Times in un art. deIT8 maggio 1826; per esso la precisazione dell'Angeloni in Della Forza, voi. II, pp. 151 sgg.; anche il Cambini, per il quale cfr. la sua lettera del 9 aprile da Ginevra al Buonarroti, ora in Mas. di Buonarroti presso la Bibliothcquc Nationale, Paris, reg. 20804, f. 144, riportata in parte da A. GALANTE-GARRONE, op. cit., p. 82, riportava alcuni eie-