Rassegna storica del Risorgimento
ANGELONI LUIGI
anno
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1977
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pagina
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17
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L. Angeloni tra liberalismo e democrazia 17
mette agli Stati democratici la convivenza pacifica. Ove i cittadini siano educati ai valori della libertà non può praticarsi una politica diversa da quello spirito civile. Inoltre, stante la diseguaglianza naturale tra i popoli, come tra gli indi* vidui, egli affida proprio alle modalità in cui si manifesta la forza la garanzia dell'indipendenza nazionale. Mutando, infatti, col passare del tempo i rapporti tra gli Stati, le cui vicende sono determinate dal principio della vitalità della natura, la forza si esplica con un ritmo più travolgente presso i popoli soggetti; essa mantiene i regimi oppressori in uno stato di precaria tensione, e, corrompendosi i costumi per una legge necessaria alla involuzione politica, li rende deboli, inattivi, cadenti. In queste circostanze i popoli oppressi rinvigoriscono le loro forze nella purezza dei costumi e nella violenza rivoluzionaria, rendendosi infine capaci di sovvertire lo status quo e di riacquistare la perduta libertà. L*Angeloni vede, così, connaturata alla politica imperialistica la rovina dello Stato; in questa azione esso esaurisce progressivamente la sua potenza; ed attraverso vicende, tuttavia difficilmente prevedibili, la natura stessa, con le sue tensioni, assicurerebbe l'indipendenza degli Stati piccoli.57) Come si può facilmente osservare, FAngeloni, nel risolvere questo problema, si è servito di un elemento schiettamente morale, come quello dato dal rapporto tra purezza dei costumi e la libertà; egli mira a dare a questo motivo un posto rilevante nel suo sistema naturalistico, ri Bilanciando si alla mitologia rivoluzionaria.
Per la vita degli Stati la ineguaglianza può essere considerata, dunque, come la forma della differenziazione nazionale. Per l'individuo, invero, l'unica libertà possibile, una volta cancellata l'eguaglianza delle teorie contrattualistiche, è quella di esprimere il grado della forza individuale, in un contesto sociale in cui potrebbe essere giustificata dalla stessa natura la supremazia dei più forti. Contro queste conseguenze si può richiamare l'eguaglianza politica espressa nel senso maggioritario , che assicura alle capacità del cittadino indefinite possibilità di esplicazione nella vita della collettività; l'appartenenza alla organizzazione sociale, con conseguente rispetto, da parte di tutti, delle sue leggi naturali e necessarie al vivere civile, garantisce l'eguaglianza politica dei cittadini. La ineguaglianza biologico-naturale è, sul piano politico, vanificata dalla necessità della legge. Se, tuttavia, FAngeloni si fosse fermato a questo punto, non avrebbe dato che una espressione, più o meno avanzata, del liberalismo dei tempo. L'ineguaglianza, eliminata dai rapporti politici dei cittadini, avrebbe libera esplicazione nei rapporti sociali per i quali il liberalismo non pone leggi di sorta, affidando ad ipotetici equilibri naturali il mantenimento della pace e della stabilità sociale. Da un punto di vista democratico, invece, si deve porre in evidenza con estrema chiarezza l'illusione di un superamento della ineguaglianza biologica-sociale nella eguaglianza politica. La risoluzione data dalTAngeloni a questo problema sarà, dunque, determinante nel caratterizzare il suo pensiero politico in senso liberale o democratico.
Più volte egli nega la funzione sociale alle classi nobiliari, e si batte per il riscatto della plebe in miseria,58) ma non riesce a fondare su basi logiche un nuovo ordine sociale. Agiscono sul suo pensiero, determinandone la ambigua natura, esigenze diverse: la rivoluzione politica contro l'assetto dei regimi autoritari ha un carattere eminentemente eversivo, ma la conseguente dissoluzione
-*> JOT, voi. II, pp. 116 sgg.
58) L. AMGEI.ONI, Dell'Italia cit., voi. II, pp. 2 sgg.; Della Fona cit voi. II, pp. 9
sgg., 89 sgg.